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Piano Colao. Ass. Coscioni: “Proposte molto generiche in risposta a emergenze legate a piano sanitario vecchio di 12 anni”


“Occorre aggiornare il Piano sanitario nazionale, scaduto ormai 12 anni fa. Occorre prevedere una nuova allocazione delle risorse tra i vari settori restituendo ruolo e funzioni alla medicina di prossimità che faccia tesoro delle caratteristiche demografiche dei vari territori. I medici di medicina territoriale devono tornare ad essere un pilastro dell'offerta di servizi, e serve un'organizzazione ospedaliera diversa". Così l'Associazione commenta il documento della task force.

15 GIU - “Da una task force era lecito aspettarsi approfondimenti più dettagliati che facessero tesoro di cosa ha funzionato in questi anni e cosa no, destinando un'attenzione strutturale anche ai quanto mai necessari e urgenti aggiornamenti in termini di 'migliore regolazione' (better regulation) e creazione di meccanismi per la valutazione dell'impatto di leggi e politiche frutto di 'riforme epocali' o di 'rilancio'", commenta l'Associazione Luca Coscioni, realtà attiva su scala globale a tutela del diritto alla scienza e alla salute, dopo l’analisi del "Piano Colao" nella parte che attiene a questioni relative alla sanità e l'attenzione alle persone con disabilità.
 
La nota segnala alcune delle problematicità evidenziate dall'elenco di proposte piuttosto generiche che poco si discosta da programmi elettorali degli anni passati.
 
“Per riformare il “sistema salute” diviso in 20 e più sottosistemi, occorre aggiornare il Piano sanitario nazionale, scaduto ormai 12 anni fa, con il fine di superare le falle evidenziate nel corso in questi mesi di emergenza sanitaria imposti per via della pandemia, mesi in cui, tra le altre cose, hanno prevalso disomogeneità nei servizi e nel diritto alla salute e accesso alle cure”.


“Occorre prevedere una nuova allocazione delle risorse tra i vari settori restituendo ruolo e funzioni alla medicina di prossimità che faccia tesoro delle caratteristiche demografiche dei vari territori. Questo decentramento dell'offerta dei servizi relativi alla salute deve andare di pari passo con gli investimenti in ricerca scientifica, dopo gli annunci istituzionali delle scorse settimane, non viene chiarito quali siano i settori strategici e che producono innovazione intellettuale e tecnologica, né ci sono risposte chiare circa l'apertura della miniera di dati (a partire da quelli raccolti in queste settimane) rendendone quanto più libera e accessibile la circolazione, iniziando da quelli in possesso della Protezione civile che devono poter esser messi a disposizione dei ricercatori in formato aperto e facilmente accessibile per analizzare quanto è accaduto e dove e preparare risposte su modelli e piani ri di risposte immediate per un eventuale ritorno del virus”.


“Stessa attenzione dettagliata dovrebbe esser dedicata i Medici di Medicina generale che devono tornare a essere un pilastro dell'offerta di servizi alla salute in Italia da rafforzare, ampliare e qualificare ulteriormente. Stessa cosa per la necessità di un'organizzazione ospedaliera diversa, meno autoreferenziale e meno incentrata su se stessa e più aperta all’utente, al controllo e la valutazione di tutti i servizi e luoghi di cura”.   

15 giugno 2020
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