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Disabilità. Ass. Coscioni: “Serve un modello unico di gestione, oggi risorse distribuite in maniera incoerente”. La Ministra Pisano: “Dare stesse opportunità a tutti”


L’appello e le proposte lanciate durante il convegno ‘No barriere, in ogni senso’. Starace (Ausl Modena): “Politiche disabilità disallineate dalla convenzione Onu, spero per ignoranza”. Gallo e Berardo: “Occorre un grande investimento infrastrutturale per la libertà che va restituita alle persone con disabilità”.

03 LUG - Prevedere un modello di gestione unica per tutto quanto attiene alla disabilità e le attività e gli interventi sociosanitari, istituire di registri regionali (già esistenti in Lazio e Lombardia) da collegare a uno nazionale, per monitorare l'applicazione della legge sui Piani di eliminazione delle barriere architettoniche. E ancora, evitare che le tipologie di ausili contenuti nel “Nomenclatore tariffario” destinate ai bisogni più delicati e complessi delle persone siano acquistate e fornite senza adeguate gare d'appalto e adottare una legge sull'assistenza sessuale. Sono queste le proposte racchiuse in un documento che sono emerse al termine del Convegno No barriere, in ogni senso” organizzato dall’Associazione Luca Coscioni.
 
L’incontro ha consentito un confronto tra i dirigenti dell'Associazione, e molti militanti dei diritti delle persone con disabilità su azioni civili e giudiziarie per articolare proposte politiche sui temi delle barriere architettoniche, sensoriali, digitali, degli ausili, delle protesi e dell’assistenza sessuale.
 
“Lo Stato ha destinato 30 miliardi di euro al mondo della disabilità, un tesoretto non trascurabile che però non viene indirizzato in maniera univoca, coerente a favore di una vera inclusione sociale e in linea con le esigenze necessarie alla conduzione di una vita autonoma. Rispetto all’Europa ci differenziamo in maniera negativa per la forma con cui gli investimenti vengono messi a disposizione. Questi non vengono tramutati in servizi su misura delle esigenze degli utenti, ma forniti sottoforma di denaro cash, come se l’amministrazione pubblica non si fidasse di se stessa ma si affidasse alla libera amministrazione di ciascuno. I servizi offerti inoltre sono standardizzati e non tengono conto delle differenti casistiche”. Questo l’intervento di Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche dell'Ausl di Modena, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, e unico componente “sanitario” della task force di Vittorio Colao.
 
“In generale - continua Starace - per superare questa gestione poco efficiente occorre elaborare un testo unico (che proponga misure, benefici, interventi per specifici ambiti) gestito da una governance centralizzata e non da un federalismo dell’abbandono, in grado di superare la frammentazione. Le persone con disabilità inoltre hanno la necessità di interfacciarsi con strumenti trasparenti e accessibili. In altri paesi come l’Inghilterra vi è un ‘calcolatore dei benefici possibili’ che consente di individuare i servizi di welfare disponibili caso per caso, così da riuscirsi a orientare nella jungla di iniziative spesso sconosciute ai più. Infine occorre varare anche uno strumento di valutazione delle politiche a favore delle disabilità, dei parametri da raggiungere pena la non acquisizione dei fondi previsti. La Convenzione ONU prevede queste misure ed è una legge assunta dieci anni fa dal Parlamento italiano, basterebbe fare un’analisi di coerenza tra quei principi e le normative attuali per individuare il gap, spero esistente solo per questione di ignoranza”.
 
“Occorre un grande investimento infrastrutturale per la libertà che va restituita alle persone con disabilità - dichiarano Filomena Gallo e Rocco Berardo, Segretario e Coordinatore delle iniziative sulla disabilità dell’Associazione "Libertà di movimento, di partecipazione civile e politica, di lavoro, di vita indipendente devono esser garantite grazie a: piena accessibilità digitale di tutti i servizi pubblici con equiparazione della firma digitale a quella autografa anche in ambito di partecipazione democratica; introduzione di un 'superbonus del 110%' per equiparare gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici a quelli degli altri sgravi previsti. Sarebbero misure urgenti per garantire a milioni di persone di essere liberate da edifici che attualmente presentano gravi condizioni di inaccessibilità e agibilità.”
 
“In vista della stagione estiva" hanno concluso Gallo e Berardo "abbiamo previsto azioni legali verso i Comuni inadempienti nell'abbattimento delle barriere architettoniche perché la stragrande maggioranza delle spiagge italiane è inaccessibile e non attrezzata con scivoli e passarelle. Si tratta di una discriminazione e di una violazione di leggi che faremo valere nei tribunali contro l’immobilismo delle istituzioni.
 
“Le proposte di azione politica e sociale a tutela delle persone con disabilità presentate dall'Associazione Luca Coscioni sono idee da trasformare in misure concrete perché significative per l’intero Sistema Paese. E’ importante dare le stesse opportunità a tutti i cittadini. Ritengo che tutti i servizi digitali debbano assicurare il massimo dell’accessibilità, a partire dall’app Immuni pensata per essere utilizzata da tutti". Così il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano nel suo intervento al convegno
 
 
Il Convegno “No Barriere in ogni senso” si è chiuso con un documento rivolto alle istituzioni che chiede di:
 
- Istituire di registri regionali (già esistenti in Lazio e Lombardia) da collegare a uno nazionale, per monitorare l'applicazione della legge sui Piani di eliminazione delle barriere architettoniche da parte dei Comuni affinché l'adozione degli stessi divenga requisito necessario per l'accesso ai finanziamenti pubblici per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
 
- Evitare che le tipologie di ausili contenuti nel “Nomenclatore tariffario” destinate ai bisogni più delicati e complessi delle persone siano acquistate e fornite senza adeguate gare d'appalto come previsto dalla nuova normativa.
 
- Adottare una legge sull'assistenza sessuale, già presentata in Parlamento in altre Legislature, che consenta anche alle persone con gravi disabilità di poter vivere una dimensione fisica e psicologica relativa alla loro sfera sessuale oggi di fatto proibita.
 
- Prevedere un modello di gestione unica per tutto quanto attiene alla disabilità e le attività e gli interventi sociosanitari integrati di cui al DPCM 12.1.2017 (nuovi LEA) con il fine di includere - secondo la metodologia del budget di salute - le diverse misure di parte sociale e sanitaria previste dalle norme per il sostegno all'autonomia, la vita indipendente, la domiciliarità delle cure per le persone con disabilità fisica e psichica, attraverso uno strumento informativo completo e di facile comprensione per la massima conoscenza e fruizione dei cittadini.

03 luglio 2020
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