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Manovra: Berlusconi convoca le Regioni


All’incontro, che si svolgerà domani, alle ore 11, a Palazzo Chigi, sarà presente anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ma il Governo ribadisce: “I saldi della manovra erano, sono e saranno intangibili”. E fa notare: “Sugli oltre 170 miliardi di euro di competenza delle Regioni, l'incidenza della manovra è pari al 3% circa. Percentuale che da un lato non può essere ridotta, dall’altro lato è recuperabile nella forma di possibili economie di bilancio”.

08 LUG -
“Il previsto incontro del Presidente del Consiglio e del ministro dell'Economia e delle finanze con i Presidenti delle Regioni viene fissato per venerdì 9 luglio alle ore 11.00 a Palazzo Chigi. La manovra sarà oggetto di necessaria e responsabile richiesta di fiducia da parte del Governo, tanto al Senato quanto alla Camera, trattandosi di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del nostro Paese”. È quanto si legge nella nota con cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti annunciano la convocazione delle Regioni. E non solo, Berlusconi e Tremonti spiegano in dettaglio gli interventi che la manovra prevede per le Regioni, motivandone l’applicazione. Ma anzitutto ribadiscono: “I saldi della manovra erano, sono e saranno intangibili. Non si tratta infatti di numeri casuali od arbitrari, ma di numeri che riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato assolutamente necessario per ridurre la dinamica incrementale del nostro debito pubblico. Va, comunque, notato che questa manovra non è e non va considerata come un intervento unico, isolato, ma come parte di una strategia complessiva di rigore nella gestione del bilancio pubblico. Una strategia che, per quanto riguarda questo Governo, è iniziata già con la legge finanziaria “triennale” del 2008”.


Quindi spiegano:

“Assumendo in questi termini la giusta prospettiva, è assolutamente evidente che l’incidenza complessiva della politica di rigore operata in questi anni è stata, è e sarà nell’insieme distribuita su tutte le voci che sono parte del bilancio dello Stato. Ciò considerando non solo questa manovra ma anche la legge finanziaria “triennale” che, a sua volta, si aggiunge agli altri interventi fatti nel passato.
Ciò che viene rilevato ora come “squilibrio” a carico dei governi locali va, dunque, valutato in base a ciò che è già stato operato a carico del governo centrale (e non può essere ulteriormente incrementato). Ciò rende oggettivamente impraticabile l’ipotesi di uno spostamento interno alla manovra, da una voce all’altra.

In particolare, per ciò che riguarda le Regioni, è comunque opportuno rilevare 2 voci essenziali:

1) con riferimento al 2009, ultimo anno per cui è disponibile il conto delle Amministrazioni pubbliche, la spesa delle amministrazioni pubbliche consolidata è pari a 799 miliardi di euro.
La spesa statale non consolidata è pari a 459 miliardi di euro.
La spesa delle amministrazioni locali non consolidata è pari a 255 miliardi di euro.
Sottraendo dalla spesa tanto statale quanto locale le voci relative alla spesa per interessi (questa prevalentemente statale) e la spesa per il personale, si ha che la spesa discrezionale confrontabile in termini omogenei è:




2) sugli oltre 170 miliardi di euro di competenza delle Regioni, l’incidenza della manovra è pari al 3% circa. Percentuale che da un lato non può essere ridotta, dall’altro lato è recuperabile nella forma di possibili economie di bilancio.

Oltre quanto esposto fin qui in termini di manovra, va rilevato che esiste, nel comparto delle Regioni, una ulteriore criticità, insieme a due rilevanti opportunità:

1)la criticità è nel dissesto sanitario ormai esteso ad una vasta parte del Paese.
Non è questa la sede per un discorso sulle responsabilità passate, ma certo è questa la sede per iniziare un discorso serio su cosa fare da oggi in poi in questo campo.
Da parte del Governo c’è il massimo impegno nella possibile congiunta ricerca dei termini di effettività, realizzabilità, sostenibilità dei piani di rientro.
Va, comunque, premesso che la soluzione del problema non è soggettiva ma oggettiva, non è nella storia ma nel presente, ed il peso dei problemi ereditati non è un argomento per attenuare gli sforzi ma piuttosto per rafforzarli operativamente e immediatamente;

2) la prima delle due citate opportunità è rappresentata dall’inventario-disponibilità dei fondi per interventi speciali ancora in essere e disponibili (inventario in corso);

3) la seconda opportunità è inoltre rappresentata dal federalismo fiscale. Già nella manovra c’è una specifica normativa sui costi standard. Il decreto applicativo della legge-delega sul federalismo fiscale in materia di federalismo regionale può essere presentato, discusso ed approvato entro l’anno e dunque prima dell’entrata in vigore della manovra.

Resta fermo – conclude la nota - l’impegno del Governo a discutere con le Regioni sulla applicazione della manovra nella sua parte pattizia”.
 

08 luglio 2010
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