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Covid. Conte al Senato: “Inevitabile la proroga dello stato di emergenza, il virus continua a circolare”. Senato la approva fino al 15 ottobre


L'obiettivo è quello "di garantire continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il graduale ritorno alla normalità e che continuano a svolgere, ai più diversi livelli e nei più diversi ambiti, attività di assistenza e di sostegno in favore di quanti ancora subiscono gli effetti, diretti e anche indiretti, di una pandemia che, seppure fortemente ridimensionata nella sua portata, non si è ancora esaurita". Così il premier motivando la richiesta di proroga dello stato di emergenza che nella risoluzione approvata di maggioranza è fissata al 15 ottobre. IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI CONTE.

28 LUG - "I numeri registrati documentano che il virus continua a circolare nel Paese, dando luogo, in alcune aree regionali, a focolai che al momento sono stati prontamente identificati e circoscritti. La proroga dello stato di emergenza è inevitabile. L'indirizzo è quello di prorogarlo al prossimo mese di ottobre".
 
Così il premier Giuseppe Conte nel corso del suo intervento oggi pomeriggio al Senato per motivare la richiesta di proroga dello stato d'emergenza.
 
Proroga fissata al 15 ottobre dal primo punto della risoluzione di maggioranza approvata in serata dal Senato e che impegna il Governo a definire questa data come termine ultimo per lo stato di emergenza nazionale, vale a dire altri due mesi e mezzo dopo l'attuale scadenza fissata al 31 luglio.
 
Nel corso del suo intervento Conte aveva ribadito che" con questa decisione perseguiamo l'obiettivo di garantire continuità operativa alle strutture e agli organismi che stanno operando per il graduale ritorno alla normalità e che continuano a svolgere, ai più diversi livelli e nei più diversi ambiti, attività di assistenza e di sostegno in favore di quanti ancora subiscono gli effetti, diretti e anche indiretti, di una pandemia che, seppure - lo sottolineiamo tutti insieme - fortemente ridimensionata nella sua portata, non si è ancora esaurita", ha sottolineato il premier.
 
E ancora, "con questa decisione consentiamo di prorogare gli effetti di misure necessarie la cui efficacia sarebbe compromessa in caso di cessazione dello stato di emergenza. Con questa decisione, infine, in base al principio di precauzione, in corrispondenza dei criteri che ci hanno sempre guidato sin qui di adeguatezza e proporzionalità, ci predisponiamo a mantenere un cauto livello di guardia, potendo così intervenire con speditezza ove mai dovessimo registrare un peggioramento della situazione".
 
"La proroga dello stato di emergenza - spiega Conte - non incide sui poteri del presidente del Consiglio di emanare decreti. Il potere di emanare Dpcm è al momento correlato alla data del 31 luglio non perchè ci sia una formale connessione tra Dpcm e stato emergenza ma perchè questo prevede la norma di rango primario legittimante. La dichiarazione dello stato di emergenza è un presupposto di fatto ma non potrebbe in alcun modo legittimare l'adozione di Dpcm se non fosse affiancata da una fonte di rango primario. Quel potere richiederà un nuovo decreto. Alla decisione di prorogare sono stati attribuiti significati di ogni tipo, fino alla volontà di preservare poteri extra ordinem, suscettibili di alterare l'ordinaria dialettica democratica".
 
"La mancata proroga dello stato di emergenza finirebbe per far cessare l'operatività del commissario, il cui lavoro, accanto a quello della Protezione civile, si sta rivelando fondamentale - ha aggiunto il premier -. La struttura commissariale, infatti, sta continuando a svolgere i suoi compiti, con particolare riguardo alla produzione e alla distribuzione di beni strumentali utili a contenere e a contrastare l'emergenza - parliamo ovviamente delle note apparecchiature e dei dispositivi medici di protezione individuale - ma anche al potenziamento della capienza delle strutture ospedaliere, con specifico riferimento ai reparti di terapia intensiva e subintensiva, nonché al rafforzamento delle filiere produttive dei beni necessari per il contrasto all'emergenza".
 
Rivolgendosi infine alle forze di maggioranza ed opposizione in Parlamento, ha concluso: "Su queste questioni, io non credo si debba ragionare per schieramenti precostituiti o in base a logiche oppositive. Alla luce delle considerazioni svolte e dei dati obiettivi a disposizione occorre essere consapevoli che la cessazione al 31 luglio dello stato d'emergenza determinerebbe l'arresto di tutto il sistema di protezione e di prevenzione costruito in questi difficili mesi, nell'interesse della collettività, a tutela di beni, quali la vita e la salute, che, sotto il profilo assiologico, sono al vertice della gerarchia dei valori costituzionali in quanto precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti".
 
Le opposzioni contrarie. Alla discussione hanno partecipato i sen. Elisa Pirro, Mollame, Pisani, Domenica Castellone (M5S); Mallegni, Licia Ronzulli (FI); Centinaio, Sonia Fregolent (L-SP); Urso (FdI); Daniela Sbrollini (IV); Parrini (PD). Con diversi accenti i Gruppi di opposizione hanno criticato la proroga dello stato di emergenza, che non è stata adottata da alcun Paese europeo e appare dettata da motivi politici anziché da ragioni tecniche e sanitarie.
 
Secondo FI la situazione sanitaria non presenta tratti di imprevedibilità e lo stato d'emergenza sembra funzionale alla tenuta del Governo che non sta affrontando i problemi economici e dà l'impressione di essere impreparato a una seconda ondata pandemica; FdI ha ricordato che la Repubblica ha attraversato diverse situazioni di crisi senza ricorrere allo stato di emergenza e che la proroga è considerata illegittima e inopportuna da insigni costituzionalisti; secondo la Lega il Governo, che non ha ancora presentato un piano pandemico, proroga un'emergenza inesistente per zittire il dissenso, impedire le manifestazioni di protesta, ricentralizzare la sanità.
 
Secondo i Gruppi di maggioranza la proroga non limita i diritti, non serve a puntellare il Governo, ma è tecnicamente necessaria e politicamente saggia.
 
L'intervento in Senato
 
La replica dopo il dibattito

28 luglio 2020
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