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Manovra: Fazio, ingiusto l'emendamento su farmaceutica



Anche per il direttore dell’Aifa, Guido Rasi, il presidente di Assobiotec, Alessandro Sidoli, e il presidente di AssoGenerici, iorgio Foresti, la ridistribuzione dei margini di sconto tra farmacisti e l’industria farmaceutica è una misura ingiusta che, afferma Sidoli, privilegia una categoria e ne discrimina un’altra.

08 LUG - “Personalmente non ritengo giusto l'emendamento alla manovra sulla farmaceutica. Mi ero già espresso in passato su queste posizioni, e lo ribadisco. Naturalmente, però, verrà rispettata la volontà del Parlamento”. Così il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha risposto ai giornalisti che chiedevano un commento all’approvazione, in commissione Bilancio del Senato, dell’emendamento sulla farmaceutica (leggi qui), fortemente criticato dalle imprese del farmaco.

Si schiera dalla parte delle industrie farmaceutiche anche Guido Rasi, direttore dell’Aifa, secondo il quale si sarebbe dovuto cercare di “ridurre un po’ il peso su alcune parti della filiera, dato che questo peso è stato giudicato insopportabile. E probabilmente l'industria l'avrei lasciata fuori, perché era già appesantita dal resto del provvedimento”.

Evidentemente contrario alla misura Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, che lo definisce “un cambiamento inaccettabile rispetto al testo base, che colpisce nuovamente l'innovazione farmaceutica, che per una volta sembrava essere stata risparmiata”. E aggiunge “nel contesto di una manovra di contenimento della spesa e di sacrifici per tutti c'è una sola categoria che vede formalmente alzati per legge i propri margini di guadagno. Siamo di fronte a un sistema paradossale, in cui il Ssn assegna a chi è chiamato semplicemente a spostare una scatoletta dallo scaffale al bancone oltre il 30% di quanto paga per un farmaco”. In questo modo, ha aggiunto il presidente di Assobiotec, “non si capisce quali siano gli stimoli per l'industria del nostro settore a continuare a investire nel nostro paese in ricerca e sviluppo di farmaci altamente innovativi. La ricerca e lo sviluppo di questi farmaci non possono essere sacrificati in nome della difesa degli interessi corporativi di una sola categoria, che peraltro vanta già i margini di guadagno più alti d'Europa”.
 
Forti critiche anche dal presidente di Assogenerici, Giorgio Foresti: “Il prelievo dell’1,8% va a sommarsi, per i produttori di generici, a una sostanziosa diminuzione dei prezzi già prevista dalla manovra. Ma così facendo si pregiudica il futuro del generico in Italia”. Secondo Foresti, “ancora una volta si è persa l’occasione di mettere a punto una riforma del comparto farmaceutico che punti all’economia e alla razionalità attraverso lo sviluppo, ritornando ad agire sulla leva di prezzi e margini, come se fossero variabili indipendenti e non la conseguenza di un assetto strutturale che produce distorsioni che abbiamo più volte denunciato noi per primi: la differenza di prezzo tra Italia e resto d’Europa per i farmaci generici è causata dall’enorme disparità esistente fra noi e gli altri Paesi europei sui volumi di vendita. Volumi di vendita e prezzi sono due variabili strettamente correlate fra loro. Senza contare che si continua a ricorrere alla leva finanziaria sulla spesa farmaceutica territoriale, che da tempo rispetta i tetti programmati e, anzi, rappresenta una delle poche voci di spesa in diminuzione unicamente grazie all’effetto calmierante prodotto dai farmaci generici”. Per il presidente di Assogenerici, sono prevedibili conseguenze negative di lunga durata: "Nel caso dei produttori di farmaci generici, già sottoposti a una riduzione del prezzo di più del 12%, si corre realmente il rischio di porre fuori dal mercato una realtà industriale che in tutto il mondo ha invece dimostrato la sua importanza per il contenimento dei bilanci sanitari”.


 
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08 luglio 2010
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