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Covid. Sileri: “Soddisfatto in pieno il fabbisogno di medici specialisti da formare richiesto dalle Regioni”


Complessive 12.867 unità, con un incremento ulteriore - per complessive 533 unità - dei contratti da assegnare alle scuole di specializzazione ritenute di particolare impatto per il Covid quali: anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore, malattie dell'apparato cardiovascolare, malattie dell'apparato respiratorio, malattie infettive e tropicali, medicina di emergenza ed urgenza, medicina interna, microbiologia e virologia, patologia clinica e biochimica clinica, radiodiagnostica, igiene e medicina preventiva, ematologia, geriatria. Così il viceministro rispondendo ad un'interrogazione di Boldrini (Pd).

11 SET - "Oltre ad essere stato soddisfatto in pieno - sia in termini assoluti sia per ogni singola specialità - (per complessive 12.867 unità) il fabbisogno di medici specialisti da formare, così come espresso dalle Regioni - si è incrementato ulteriormente - per complessive 533 unità - il numero dei contratti da assegnare alle scuole di specializzazione ritenute di particolare impatto nell’emergenza Covid-19, quali quelle di anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore, malattie dell'apparato cardiovascolare, malattie dell'apparato respiratorio, malattie infettive e tropicali, medicina di emergenza ed urgenza, medicina interna, microbiologia e virologia, patologia clinica e biochimica clinica, radiodiagnostica, igiene e medicina preventiva, ematologia, geriatria".
 
Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, rispondendo ieri in Commissione Sanità al Senato all'interrogazione sul tema presentata da Paola Boldrini (Pd).
 
Di seguito la risposta integrale del viceministro Sileri:
 
"L’articolo 35, comma 1, del decreto legislativo n. 368 del 1999 prevede che, con cadenza triennale ed entro il 30 aprile del terzo anno, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano individuino il fabbisogno dei medici specialisti da formare, comunicandolo al Ministero della salute, che interpella successivamente la Federazione Nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
Inoltre, il Ministero della salute, di concerto con altri Ministeri, entro il 30 giugno del terzo anno, determina, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, e le Province autonome di Trento e Bolzano, per ogni tipologia di specializzazione, il numero globale dei medici da formare annualmente.

Per ciò che concerne il triennio accademico 2017-2020, in data 21 giugno 2018 è stato sancito l’Accordo Stato-Regioni nel quale, per l’anno accademico 2019/2020 (che avrà inizio il 1° novembre p.v.), il fabbisogno complessivo di medici specialisti da formare è stato determinato in complessive 8.604 unità, da soddisfare, in tutto o in parte, compatibilmente con le risorse economiche messe a disposizione dallo Stato.
Tuttavia, a causa della situazione emergenziale in corso e tenuto conto dell’incremento del numero dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, disposto dall’articolo 2 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 - convertito con la legge 17 luglio 2020, n. 77, il Ministero della salute, nello scorso mese di maggio, ha appositamente chiesto al Coordinamento tecnico della Commissione Salute di sapere se, per l’anno accademico 2019/2020, le Regioni e Province autonome ritenessero che il fabbisogno, a suo tempo definito, dovesse essere oggetto di rivalutazioni.

Sul punto, la Regione Veneto, in qualità di soggetto preposto al coordinamento del tavolo tecnico interregionale - area risorse umane formazione e fabbisogni formativi - sentite in via preliminare tutte le Regioni e Province autonome - ha fornito riscontro nel giugno successivo, comunicando la rideterminazione del fabbisogno di medici specialisti da formare per l’anno accademico 2019/2020, stimata in 12.867 unità, ossia 4.263 unità in più rispetto al fabbisogno determinato per il medesimo anno accademico con il richiamato Accordo Stato-Regioni del 21 giugno 2018.
Nel mese di maggio, il Ministero dell’economia e finanze aveva comunicato che, per l’anno accademico 2019-2020, risultava finanziariamente sostenibile l’ammissione al primo anno di formazione specialistica di 9.200 nuovi specializzandi, dato che, all’epoca dei fatti, non erano ancora state emanate le disposizioni di cui all’articolo 5 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con la legge 17 luglio 2020, n. 77.

Quest’ultimo ha autorizzato un’ulteriore spesa di 105 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e di 109,2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, da destinare al finanziamento dei contratti di formazione medico-specialistica; ciò consente di finanziare, per l’anno accademico 2019/2020, ulteriori 4.200 contratti di formazione specialistica per un intero ciclo di studi, per un numero complessivo di 13.400 contratti (9.200 + 4.200), al netto dei finanziamenti regionali o di altri Enti.

In ragione di ciò, per accogliere in via prioritaria totalmente le richieste delle Regioni, una volta soddisfatto il suddetto fabbisogno di 12.857 unità, si è valutato di distribuire gli ulteriori 533 contratti (dati dalla differenza tra i 13.400 contratti finanziabili ed i 12.867 contratti che rappresentano il fabbisogno regionale) tra le scuole di specializzazione maggiormente coinvolte nella emergenza Covid 19 e tenendo conto dell’art. 2 del citato decreto-legge.
In considerazione della circostanza che con l’Accordo Stato - Regioni del 21 giugno 2018 il fabbisogno di specialisti da formare per l’anno accademico 2019-2020 era stato fissato in 8.604 unità, a seguito della rideterminazione del fabbisogno, viste le disposizioni di cui all’articolo 35, comma 1, del decreto legislativo n. 368 del 1999, si è reso necessario procedere ad un nuovo Accordo Stato – Regioni, specificamente volto a definire il nuovo fabbisogno di medici specialisti da formare per l’anno accademico 2019/2020.

Detto Accordo - è stato sancito il 9 luglio 2020 (Rep Atti 111/CSR).

Tramite esso, oltre ad essere stato soddisfatto in pieno - sia in termini assoluti sia per ogni singola specialità - (per complessive 12.867 unità) il fabbisogno di medici specialisti da formare, così come espresso dalle Regioni - si è incrementato ulteriormente - per complessive 533 unità - il numero dei contratti da assegnare alle scuole di specializzazione ritenute di particolare impatto nell’emergenza Covid-19, quali quelle di anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore, malattie dell'apparato cardiovascolare, malattie dell'apparato respiratorio, malattie infettive e tropicali, medicina di emergenza ed urgenza, medicina interna, microbiologia e virologia, patologia clinica e biochimica clinica, radiodiagnostica, igiene e medicina preventiva, ematologia, geriatria. Per tali specializzazioni è stato utilizzato, come criterio di distribuzione, anche il peso del disavanzo del fabbisogno - rispetto al numero di contratti assegnati - cumulato negli anni accademici 2017/2018 e 2018/2019 per ciascuna delle succitate specializzazioni.

In merito alle attività ed agli obiettivi dell’Osservatorio Nazionale, l'AGENAS ha predisposto una bozza di programma operativo, che tiene conto delle disposizioni normative adottate per fronteggiare lo stato emergenziale derivante dall’epidemia pandemica dovuta al COVID-19.
Detto programma riveste una peculiare natura strategica ai fini della programmazione sanitaria, e necessita del concomitante impegno e della costante collaborazione delle varie Istituzioni coinvolte.

Le esigenze legate al fabbisogno del personale sanitario e la necessità di predisporre adeguati strumenti operativi, informativi e di indirizzo negli ambiti delle diverse fasi dei lavori, hanno determinato la previsione dell’istituzione di un tavolo inter-istituzionale, con il compito di monitorare l’implementazione degli strumenti citati a cura delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano.

Da ultimo, quanto alle iniziative per porre fine allo stato di commissariamento di AGENAS e per rendere pienamente operativa la medesima Agenzia, l’articolo 31 del decreto-legge n. 104 del 2020, attualmente in conversione al Senato, prevede che nel termine dei trenta giorni dall’entrata in vigore dello stesso decreto, si proceda con la nomina del Direttore generale e del Presidente; con il perfezionamento delle predette nomine cessa il commissariamento dell’Agenzia. Allo stato, risultano avviate entrambe le procedure per la nomina". 

11 settembre 2020
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