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Manovra: nessun accordo Governo-Regioni. Errani: “Incontro molto negativo”


Il vertice di ieri tra Governo e Regioni sulla manovra economica non ha risolto i problemi né allentato la tensione tra le parti. Il Governo ha respinto le richieste delle Regioni ribadendo che i saldi erano e resteranno non modificabili. Le Regioni definiscono l’incontro “molto negativo” e annunciano che riferiranno al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

10 LUG - È durato circa un’ora il faccia a faccia tra Governo e presidenti delle Regioni a Palazzo Chigi. Al centro del confronto la manovra e i tagli previsti per le Regioni. Per il Governo erano presenti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, i ministri Giulio Tremonti, Raffaele Fitto, Renato Brunetta, Ferruccio Fazio, Andrea Ronchi, Umberto Bossi e Roberto Calderoli. Per le Regioni, oltre al presidente dei presidenti, Vasco Errani, c’erano, tra gli altri, Roberto Formigoni, Luca Zaia, Michele Iorio, Renata Polverini, Nichi Vendola e Gianni Chiodi, che a termine dell’incontro hanno tenuto una conferenza stampa.

Errani ha spiegato che il Governo ha respinto tutte le richieste avanzate dalle Regioni, tra cui quella di riequilibrare i tagli previsti dalla manovra su tutti i livelli istituzionali: Stato, Regioni ed Enti locali.

Rimarcando la posizione unitaria delle Regioni, Errani ha affermato che “per noi è stato un incontro dall’esito molto negativo”, anche considerano che “le nostre proposte derivano da un ragionamento fatto con grande coerenza e linearità, e da iniziative che avevano come unico scopo quello di raggiungere un accordo con Governo. Alla Conferenza siedono presidenti di ogni area politica, non esiste un ragionamento di schieramento”.
Chiedendo il riequilibrio della manovra, le Regioni hanno tra l’altro proposto al Governo “l’istituzione di una commissione a costi zero per verificare qualità  della spesa secondo il principio: ‘chi non riduce spese che sono considerate non di qualità, se ne assume la responsabilità e ne paga il prezzo’, proprio a dimostrazione della nostra determinazione”. Ma il Governo, secondo quanto riferito da Errani, non è stato disposto ad andare incontro alle Regioni ribadendo che la manovra non sarà modificata. “Ma i tagli – denuncia ancora una volta la Conferenza delle Regioni - sono totalmente squilibrati sugli Enti locali e in particolare sulle Regioni. E c'è un taglio di 10 miliardi di euro di trasferimenti. Tutto questo –ha detto Errani- non ci mette nelle condizioni di poter  esercitare le competenze di cui le Regioni hanno la responsabilità” e per questo “ribadiamo con maggior convinzione la richiesta di mettere all'ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni l'intesa  per la restituzione delle deleghe assegnate con la Legge Bassanini”. E a tale riguardo Errani ha osservato: “E’ singolare che le Regioni siano costrette a riconsegnare le competenze al Governo proprio nella fase in cui si deve realizzare il federalismo fiscale e tutti i giorni si parla del federalismo e del federalismo fiscale. Siamo molto preoccupati – ha proseguito – per questa fase e delle conseguenze della manovra sulle federalismo fiscale. Abbiamo chiesto delle rassicurazioni, che ci sono state date, sul fatto che tutti i decreti attuativi dovranno essere approvati in modo coerenti e contemporaneo. Il federalismo fiscale – ha detto Errani - non si può fare a pezzi, perché i conti non tornerebbero allora sì che la situazione sarebbe di grande difficoltà”.

Il presidente della Conferenza delle Regioni ha comunque affermato la volontà di collaborare con il Governo. “Non rinunceremo al dialogo, perché la strada del conflitto istituzionale non è la nostra strada”. Le Regioni rimarcano però le loro preoccupazioni e di questo, annunciano, “riferiremo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.
 

10 luglio 2010
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