Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 29 MARZO 2024
Lavoro e Professioni
segui quotidianosanita.it

40 anni del Ssn. Sei ministri della Sanità a confronto: “Il Sistema universalistico costa di meno e va sostenuto”


27 GIU - Da Francesco De Lorenzo a Mariapia Garavaglia, da Rosi Bindi a Livia Turco passando per Renato Balduzzi fino a Beatrice Lorenzin. Questi i sei ministri della Salute che hanno celebrato i 40 anni del Ssn, dal palco del 24° Congresso nazionale dell’Anaao Assomed. Ministri che hanno ripercorso dall’89 a oggi alcuni passaggi fondamentale dell’evoluzione del Ssn, mettendo sul tappeto anche pareri discordanti, ma con un unico obiettivo: il Ssn deve rimanere universalistico e deve essere sostenuto.
 
“Celebriamo il 40 anni della 833, una grande legge che ha dato una tutela assoluta e generale della salute. E a tutti. Un principio sancito dalla costituzione, ma non ancora attuato” ha detto Francesco De Lorenzo al timone del ministero dal ’89 al ’93. “Abbiamo fatto tante cose in quegli anni ma anche errori che riguardavano i decreti attuativi.  Si spendeva senza risponderne e questo ha creato una situazione di crisi notevole. Nel ‘92 il Paese entrò in crisi e la legge 502 è stata la fine di un processo di riforma nel quale abbiamo cercato di restituire un governo della sanità gettando le premesse della responsabilità alla quale poi è seguita la cancellazione del pagamento a piè di lista”. Un errore ha ricordato, è stato quello di cancellare le norme sulle nomine dei Direttori generali inserite nella 502, ma anche il capitolo delle assicurazioni integrative: “Se fosse stato normato non avremmo assistito all’attuale dissociazione dei comportamenti con vantaggi solo per alcuni”.
 
Mariapia Garavaglia è stata ministro per un solo anno, dal ‘93 al ’94, e ha contribuito a mettere in piedi lariforma della riforma, della riforma” con il D.lgs 517 che integro la 502. “Essere il ministro della salute è statala cosa più bella che mi sia capitata facendo politica – ha detto – un solo anno, ma difficilissimo in cui abbiamo lavorato intensamente anche perché ci siamo confrontati con un taglio importante dettato dalla finanziaria di Giuliano Amato. Ma ho portato a casa la riforma del prontuario, di cui sono orgogliosa, eliminando 4mila farmaci inutili e tenendo sotto controllo la spesa. Sono stati messi paletti rigidi sulle incompatibilità per il Css e la Cuf e accantonate le assicurazioni integrative”.
Soprattutto ha sottolineato, in questa occasione ritengo che bisogna difendere ad oltranza la 833, “la nostra stella polare. Ma servono finanziamenti. Nell’anno del mio mandato è stato approvato e finanziato il Piano sanitario nazionale. Ma con il presidente Amato ho potuto decidere, senza avere il placet dell’Economia. Per chi mi ha seguito questo non è stato più possibile”.
 
Ha tenuto banco Rosi Bindi, ministro dal 1996 al 2000, che è andata dritta al punto: “Neutralizziamo chi sostiene che il Ssn non è sostenibile. Perché il sistema universalistico è quello che costa meno”. Il vero problema, per Bindi, è “la sostenibilità della politica”: “Se la sente un governo di dire cancelliamo la 833 e torniamo ai tempi della mutua? Il problema è anche che nessuno ha il coraggio di affermare che ci sono delle regole alle quali tutti si devono attenere”.  
Parlando di errori, per Bindi il più grande è stato quello della modifica del Titolo V “Si è rotta la coerenza tra i principi e i modelli organizzativi. Abbiamo assistito alla creazione di tanti sistemi sanitari diversi. Per questo non ritengo un’offesa quella che mi è stata rivolta di essere una centralista”. Celebriamo la sanità con onesta intellettuale e politica, ha aggiunto “La politica abbia il coraggio di fare una scelta. Penso che ci siano alcuni criteri fondamentali che devono scelti insieme e che devo essere applicati ovunque. Se una regione fa una cosa virtuosa la si esporta, se fa disastri bisogna poter intervenire e sostituirla nell’interesse dei cittadini. Va completato il processo di regionalizzazione ma non di selvaggia regionalizzazione che ha aumentato le differenze nonostante gli sforzi fatti e i Lea”.  Un altro problema che abbiamo provato a risolvere, ha ricordato, è quello del rapporto tra Università e Ssn “ha ancora bisogno di essere normato in maniera corretta” ha detto strappando un applauso della platea.
 
Livia Turco, ministro dal 2006 al 2008, ha ricordato la politica delle 3 E “Equità, efficienza ed efficacia” portata avanti con decisione e raggiunta grazie al Patto per la salute stretto con le Regioni. “Avevamo la necessità di ribadire l’uniformità del diritto alla cura determinato dalla 833, e anche quella di dare efficienza al sistema, e ci siamo riusciti con Il Patto, nonostante gli effetti della riforma del Titolo V. Non abbiamo adottato tagli, ma abbiamo puntato alla riconversione di strutture inutili, e nella lotta agli sprechi” ha ricordato.
 
Ha toccato il tema del regionalismo Renato Balduzzi alla guida del ministero dal 2011 al 2013, repicando al ministro Bindi. “Non è vero che il Titolo V ha creato la regionalizzazione della sanita creando 21 sottosistemi – ha detto – esistevano già prima. Ho partecipato alla stesura della legge 229 nel ‘99 e già da lì iniziò il processo. E la parola d’ordine era federalismo, non lo dimentichiamo”.
 
“La sfida oggi è sostenere l’universalismo del Ssn. Tutto il resto viene dopo” ha concluso Beatrice Lorenzin, uno dei ministri più longevi: è stata in sella la dicastero della salute dal 2013 al 2018.
“Abbiamo i nuovi Lea – ha detto –  sono operativi? “Ni”. Questo perché ancora si combatte con l’Economia per 40 milioni di euro. Inaccettabile. Dobbiamo trovare una politica sanitaria nazionale che deve essere condotta dal ministero della Salute e non dal Mef, per questo dico a Giulia Grillo non fatevi scippare  le politiche della salute. La sanità si difende mettendo ‘le palle’ sul tavolo. Vogliamo essere un sistema universalistico, e ha ragione Bindi, è un sistema che costa di meno, ma dobbiamo renderlo sostenibile da oggi ai prossimi 40 anni
 
Lorenzin è poi intervenuta sulle nomine dei Dg, che il nuovo Governo potrebbe rivisitare: “Ci abbiamo messo tre anni per farle avendo uno sbarramento forti da parte della regione Veneto. La legge è operativa da dicembre ora tocca a chi c’è di farla funzionare bene. Ogni legge può essere perfezionata, ma non vorrei che parlare della sua revisione fosse una scusa per rimanere altri 20 anni senza regole rigorose”.

27 giugno 2018
© Riproduzione riservata
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy