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La società italiana di neonatologia lancia il patto per i nati pretermine


15 NOV - Accesso H24 in tutte le Tin italiane, corsi di rianimazione per i neonatologi e rete di Follow-up strutturata.
 
È questo l’impegno della Società Italiana di Neonatologia (Sin) in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità
 
I neonati pretermine, cioè quelli che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale, sono una grande sfida per la neonatologia e per la società – ha affermato Fabio Mosca il Presidente della Società Italiana di Neonatologia – è necessario un patto, un’alleanza, tra tutti gli attori coinvolti nel percorso nascita: dalle Istituzioni ai luoghi di cura ospedalieri e del territorio, dalle università alle associazioni di volontariato e alle famiglie. I neonati e le loro famiglie devono tornare al centro delle scelte politiche a tutti i livelli, e ancora di più questi piccoli neonati più fragili, che richiedono attenzioni particolari”.
 
E il Patto ha già raccolto il consenso del Ministero della Salute, che supporterà l’iniziativa con una campagna di comunicazione istituzionale, mediante uno spot televisivo realizzato insieme alla Sin, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema sempre più frequente e poco conosciuto.
 
La Sin invita investire sull’attuale Rete dei Punti Nascita e delle Terapie Intensive Neonatali (TIN) che non risponde più, al Nord, al Centro e al Sud del Paese, alle mutate esigenze assistenziali e alla oggettiva disponibilità di risorse, carenti in particolare nelle regioni meridionali. Troppo poche le risorse dedicate alla cura del neonato prima e dopo la dimissione dalle Neonatologie, in particolare quelle umane, sia mediche che infermieristiche. La carenza di neonatologi è uno dei problemi più urgenti da affrontare per continuare a garantire il buon livello delle cure neonatologiche in Italia, che presentano, comunque, grandi differenze regionali, con un rischio di mortalità neonatale del 39% superiore al Sud rispetto al resto d’Italia.
 
La Sin e le Neonatologie italiane intendono impegnarsi, soprattutto, su tre punti:
 
Garantirel’accesso ai genitori h24 in tutte le Terapie Intensive Neonatali. Nonostante gli sforzi messi in campo negli ultimi anni, oggi solo il 61% delle TIN in Italia consente un accesso h24 ai genitori, con forti disparità regionali.
La presenza dei genitori nella gestione quotidiana del neonato risulta indispensabile, per facilitare più precocemente possibile il legame con i genitori e per permettere a mamma e papà di occuparsi della care del proprio bambino nei diversi momenti della giornata. La permanenza dei genitori col neonato 24/24h ha il fine di ridurre lo stress, facilitare l’allattamento materno ed il contatto fisico tra genitori e neonati e aiutare la famiglia a partecipare nella presa di decisioni cliniche che riguardano il proprio figlio.
 
Organizzare corsi di rianimazione neonatale per tutti i neonatologi, per assicurare la migliore assistenza possibile in sala parto in tutti i punti nascita italiani, fin dai primi importantissimi minuti di vita. Le cure nella prima ora di vita - la famosa “golden hour” - possono influenzare in modo determinante gli esiti a distanza di questi neonati estremamente vulnerabili. È dunque, fondamentale che, in questo limitato intervallo di tempo, l’équipe medico-infermieristica applichi efficacemente le linee guida di riferimento. È inoltre intenzione della SIN effettuare un’indagine per valutare le dotazioni di attrezzature delle isole neonatali negli ospedali italiani.
Migliorare l’assistenza dopo la dimissione, con una rete di servizi di Follow-up ben organizzata e strutturata, oggi troppo eterogenea geograficamente e sottodimensionata rispetto alle reali esigenze. Questi servizi sono fondamentali per proseguire le cure dopo la dimissione, ma anche necessari ad effettuare la diagnosi precoce dei disturbi neurologici e sensoriali, con un inizio tempestivo del supporto riabilitativo e abilitativo.
 

15 novembre 2018
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