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HPV. Pediatri FIMP: "Aumentare coperture vaccinali e lanciare la sfida anche nel maschio"


31 GEN - Nuove sfide attendono la vaccinazione contro lo human papilloma virus (Hpv), il virus più frequentemente trasmesso per via sessuale e principale causa virale di tumori. Innanzitutto quella del raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014 che ha previsto coperture per 3 dosi di anti-Hpv - oggi stabilizzate intorno al 69% - almeno al 70% nelle dodicenni a partire dalla coorte di nascita 2001, all’80% in quelle a partire dalla coorte del 2002, al 95% in quelle a partire dalla coorte del 2003. Dal 2008 in Italia il vaccino contro il papilloma virus è offerto gratuitamente e attivamente a tutte le ragazze nel corso del 12° anno di età per prevenire il tumore della cervice uterina. Alcune Regioni hanno già esteso l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione ad altre fasce di età. In particolare, 6 Regioni (Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Liguria, e Puglia) offrono il vaccino ad una seconda coorte di nascita compresa tra il 15° e 18° anno di vita e la Regione Basilicata a 4 coorti (12enni, 15enni, 18enni e 25enni). Ma, anche nel nostro Paese, si discute sempre più spesso di un’estensione del vaccino al maschio, sulla base delle più recenti evidenze scientifiche che correlano questa infezione con diversi tumori maschili (ano, pene, cavità orale); e sulla scorta di quanto già avviene in alcuni Paesi - Stati Uniti, Australia e Canada - che raccomandano la vaccinazione nel 12° anno di vita anche nei maschi.
 
“Sappiamo che il papilloma virus - dichiara Giampietro Chiamenti, Responsabile Rete Vaccini FIMP - è causa in entrambi i sessi dei tumori del cavo orale mentre per i tumori della sfera genitale si esprime con una diversa epidemiologia. Questo vaccino si sta dimostrando in grado di riuscire a prevenire il condiloma, che rappresenta una patologia molto diffusa nel genere maschile”. I condilomi sono infatti causati dal Papilloma Virus umano e solo in Italia, ogni anno, l’Hpv è responsabile di circa 130.000 casi di patologie benigne (condilomi) o tumorali (carcinomi del collo dell’utero, della vulva, della vagina, del pene, dell’ano, e tumori della testa e collo), che interessano sia i maschi sia le femmine. In Italia vengono diagnosticati ogni anno circa 3.200 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e oltre 1.500 donne muoiono a causa di questo tumore. Per l’Organizzazione mondiale della sanità tale tumore - secondo solo al cancro al seno nella fascia tra i 15 e 44 anni - è la prima neoplasia interamente riconducibile a un’infezione da virus comune, il papilloma virus umano. I maschi acquisiscono l’Hpv in misura circa 5 volte superiore rispetto alle femmine, a tutte le età, ma l’evoluzione neoplastica è minore rispetto alle donne.
 
“I dati che riguardano il maschio vanno monitorati con attenzione e va considerato - spiega Giorgio Conforti, Pediatra di Famiglia della FIMP - che mentre nella donna esiste un esame di screening per la diagnosi precoce, tale opportunità non esiste per il maschio. Da qui l’impegno a raccomandare l’uso del vaccino quadrivalente nel momento della dismissione del maschio 14enne dal l’assistenza pediatrica di base, indicando in questo momento quello più opportuno per sensibilizzare la famiglia”. I dati disponibili testimoniano purtroppo una persistente disomogeneità nell’accesso al vaccino contro l’Hpv nelle regioni italiane. Occorre, dunque, puntare su campagne di informazione per sensibilizzare le famiglie sull’importanza cruciale della prevenzione fondamentale a prescindere dal genere, femminile o maschile.

 

31 gennaio 2014
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