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Disabilità. Fnomceo al Governo: “Su Legge delega ascoltate i medici”


Per la Federazione c’è il “rischio scollamento tra la norma e la sua applicazione”. Anelli: “La presenza della FNOMCeO, unitamente ai professionisti che svolgono tali specifiche attività, permetterebbe di addivenire a una definizione univoca, utile a offrire il giusto grado di protezione in base alla gravità del quadro osservato, elemento basilare ed imprescindibile per la successiva valutazione multidimensionale”. LA LETTERA

01 DIC - Prevedere, nell’ambito del Disegno di legge - delega al Governo in materia di disabilità un confronto con i rappresentanti dei medici: a chiederlo è il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, che ha scritto oggi, a poche ore dalla Giornata internazionale che si celebrerà il 3 dicembre, una lettera ai Ministri per le Disabilità, Erika Stefani, della Salute, Roberto Speranza, del Lavoro, Andrea Orlando.
 
Il Disegno di legge - che è attualmente in corso di esame in sede referente presso la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati - si propone di procedere al riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilità, e ha un duplice obiettivo: garantire al cittadino con disabilità di ottenere il riconoscimento della propria condizione, anche attraverso una valutazione congruente, trasparente e agevole; e consentire il pieno rispetto dei diritti civili e sociali, e il completo accesso al sistema dei servizi e delle prestazioni. Una legge molto attesa, ma che rischia di partire con il piede sbagliato: se non si ascoltano i medici, il rischio concreto è quello di uno scollamento tra la norma e chi dovrà poi applicarla.
 
“Il riconoscimento dello stato invalidante – evidenzia Anelli – è, nel sistema italiano, una funzione prettamente sanitaria di natura medico-legale, che si esplica attraverso un accertamento sanitario di natura collegiale. Non si può pensare di escludere dal confronto l’area sanitaria, giacché tale è la competenza dell’accertamento degli stati invalidanti sia nell’ottica di riassetto e semplificazione sia in ordine alla revisione dei processi valutativi di base, anche in riferimento alle argomentazioni bioetiche e tecnico scientifiche ad essa attinenti. Modificare, come previsto, le definizioni di riferimento per i riconoscimenti delle condizioni di disabilità (definizione di «disabilità», di «durevole menomazione») richiederebbe, infatti, un intenso lavoro tecnico scientifico di inquadramento del perimetro della normativa con finalità medico-legale ai fini dell’accertamento e nell’osservanza dei principi bioetici di base.  Si ritiene inoltre che la necessità di aggiornamento della tabella indicativa delle percentuali d’invalidità per le minorazioni e malattie invalidanti non possa essere soddisfatta in assenza di un confronto con la rappresentanza esponenziale della componente medica”.
 
“Tali osservazioni sono finalizzate esclusivamente a favorire il confronto, nella successiva attività legislativa, con la componente medica, con l’obiettivo di dar luogo ad una rinnovata e virtuosa funzione accertativa medico-legale, che possa tradursi in un verbale formalmente corretto ed utile alle molteplici finalità insite nella legge delega stessa – continua Anelli -. Si segnala, a tal riguardo, che, ove mai, in fase istruttoria dei futuri decreti attuativi della Legge delega, non venisse accolto il contributo della FNOMCeO e dei medici più specificatamente addetti a tali tipologie di accertamento, inevitabilmente si darebbe luogo ad incolmabili fratture tra la volontà normativa e la possibilità concreta di applicazione della stessa (come ad esempio nella redazione del verbale), evento potenzialmente in grado di danneggiare il processo nella sua interezza nonché i soggetti coinvolti”.
 
“Si ritiene fondamentale che nel testo del Disegno di legge sia già previsto “il sentito” dei medici che operano nell’ambito degli accertamenti invalidanti, anche per il tramite della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri – conclude -.  La presenza della FNOMCeO, unitamente ai professionisti che svolgono tali specifiche attività, permetterebbe di addivenire a una definizione univoca, utile a offrire il giusto grado di protezione in base alla gravità del quadro osservato, elemento basilare ed imprescindibile per la successiva valutazione multidimensionale”.

01 dicembre 2021
© Riproduzione riservata

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