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Nuovo tariffario Lea. Sibioc: “Va modificato per non distruggere la medicina di laboratorio”


Gli specialisti della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica- Medicina di Laboratorio rivolgono un appello al ministro Speranza sottolineando incongruenze e lacune nel nuovo nomenclatore Lea. Trenti: “Va modificato prima dell’approvazione. A tutela della salute dei pazienti”

11 FEB - “Crediamo che la pandemia abbia mostrato, ora come non mai, il valore della diagnostica di laboratorio nella sanità pubblica quale insostituibile strumento di tutela della salute per tutti i cittadini Per questo la nostra società scientifica ha rivolto un accorato appello al Ministero della Salute, esprimendo forte preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere l’applicazione del tariffario nella forma in cui è stato presentato alle Regioni.”
È quanto afferma Tommaso Trenti, presidente della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica - Medicina di Laboratorio (SIBioC) in una lettera ionviata la ministro della Salute Roberto Speranza, in merito al  nuovo decreto sulla definizione delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale in fase di approvazione alla Conferenza Stato Regioni.
 
Il nuovo tariffario, sottolinea la SIBioC, determina una estrema contrazione delle risorse destinate alla diagnostica biochimica. Forte è quindi la preoccupazione per la sostenibilità dei servizi di Medicina di Laboratorio. Si teme un’ulteriore spinta verso la ricerca di economie di scala, attraverso il consolidamento-concentramento, la riduzione delle maestranze e delle professionalità, la trasformazione dei servizi di medicina di laboratorio in commodity acquistabili alla stregua di altre merci. Il decreto infatti pare non dare alcuna valorizzazione della risorsa umana e della professionalità, in controtendenza con tutte le più attuali teorie di Evidence Based Laboratory Medicine. Il nuovo nomenclatore LEA contiene inoltre inesattezze, incongruenze e lacune.
 
Nella lettera inviata, SIBioC si propone come interlocutore tecnico e scientifico, per una urgente revisione del Decreto, prima che esso venga approvato: “Confidiamo che - conclude il Presidente Trenti - le nostre istanze vengano accolte, nell’interesse primario dei pazienti affetti da ogni tipo di malattia, e di tutti i cittadini italiani, per la conservazione della loro salute”.
 

11 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

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