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Medici di famiglia. Per Federconsumatori orari studi troppo "corti". I sindacati: "Dati inattendibili"


"Stanno aperti in media dalle 2 alle 4 ore al giorno". Questi i dati di Federconsumatori ripresi da La Stampa. Durissima la replica dei camici bianchi. Milillo (Fimmg): “Analisi superficiali”. Testa (Snami): “Non sanno di cosa parlano”. Polemica anche sui compensi. I medici: "Non superano i 2.500 euro al mese".

06 AGO - Si sta scatenando una vera e propria ‘bagarre’ tra i sindacati dei medici di famiglia e Federconsumatori. Oggetto della disputa i risultati di un'indagine pubblicati sul quotidiano La Stampa lo scorso 4 agosto, in cui l’Associazione dei consumatori, in base ad un sondaggio effettuato su un campione di una sessantina di studi medici, sostiene che gli ambulatori restino aperti in media dalle 2 alle 4 ore al giorno.
 
Più precisamente a Milano si andrebbe da un minimo di 11 a un massimo di 18 ore settimanali, a Roma da 10 a 17,5, a Bologna da 6 a 15, a Napoli da 15 a 17,5 a Cagliari da 10 a 15, a Bari da 15 a 20. Va un po’ meglio nei piccoli centri dove, nel campione rilevato, non si superano però le 19 ore”.  A questi orari, si precisa nell’articolo, bisogna aggiungere il tempo dedicato alle visite a domicilio ma il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti precisa come in ogni caso “ci arrivano molte lamentele di cittadini che denunciano proprio il rifiuto di visitare a casa l’assistito, che in base alla convenzione ne avrebbe invece diritto entro 24 ore dalla chiamata”.
 
Non si sono fatte attendere le repliche dei sindacati della medicina generale. “Il dossier – sottolinea il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo - riflette solo analisi superficiali, utili alla amplificazione di pregiudizi e attacchi ad una delle categorie professionali considerate più favorevolmente dai cittadini italiani secondo tutti i sondaggi proposti in merito”.
“Appare quasi scadenzata – specifica Milillo - la polemica sugli orari di studio e sui lauti guadagni della medicina di famiglia che ci viene riproposta, a cavallo del periodo estivo, ogni anno se non si tiene conto che gli orari presi in considerazione sono i minimi contrattuali e non quelli realmente svolti, e che gli emolumenti dei medici di famiglia sono al lordo delle spese di gestione dello studio professionale. Non siamo interessati a repliche e confronti rispetto a polemiche strumentali, perché i medici  rispondono direttamente del loro operato ai propri assistiti, sicuri dei 2 milioni di contatti al giorno a cui la medicina di famiglia da risposte”. 
 
Molto duro nei toni anche il commento dello Snami. “Soloni dei giorni nostri che trovano la ribalta facile nel praticare lo sport in voga al momento: attaccare frontalmente i Medici ed il Ssn”. Questo lo sfogo di Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami.
 
Per prima cosa Testa critica il campione su cui è stato fatto il sondaggio. “Ci hanno insegnato all'Università che è un regalo all'approssimazione per difetto quando si fa statistica considerando 60 studi medici su 65.000, cioè il totale degli studi dei Medici di Famiglia presenti in tutta Italia. Anche gli orari non sono quelli indicati nell'articolo. Se poi il dato è rilevato da ciò che è riportato nei cartelli esposti fuori gli ambulatori, si completa il festival della superficialità, alla cui frequentazione sono avvezzi coloro i quali parlano di qualcosa che non conoscono. A beneficio di questi ultimi, ammesso che abbiano un reale interesse a saperlo, dico che la giornata del Medico di famiglia dura 12 ore e spesso oltre. All'orario esposto, la media è di 3-4 ore, si deve aggiungere tutta l'attività che si svolge per appuntamento, l'attività domiciliare ordinaria quotidiana per l'assistenza domiciliare integrata ai pazienti non deambulabili e affetti da particolari patologie croniche, l'assistenza domiciliare integrata per i pazienti affetti da neoplasie o patologie gravi,  l'attività presso le RSA e l'attività straordinaria sia ambulatoriale che domiciliare, particolarmente pesante nel periodo invernale e di epidemia influenzale. A ciò va sommata l'attività formativa obbligatoria e l'espletamento di tutta l'attività burocratica inerente l'attività medica che si espleta fuori orario. Inoltre ci sono gli accessi nelle strutture ospedaliere ove sono ricoverati i nostri assistiti”.
 
“Quindi – specifica il presidente Snami - ciò che è riportato nell'articolo è lontano mille miglia dalla realtà dei fatti”. Poi Testa attacca sui compensi del medico di famiglia. Nell’articolo infatti si parla anche del guadagno dei medici di famiglia che, secondo quanto riferito dal coordinatore della Sisac Franco Rossi interpellato dal gionale, risulterebbe essere per un massimalista (ovvero un medico di famiglia con 1.500 pazienti, il massimo consentito) intorno ai 120mila euro lordi. “A rendere più folcloristico l'articolo – specifica Testa - si asserisce che un Medico guadagna 120.000 euro lordi annui. Replichiamo che il guadagno medio mensile, busta paga verificabile al netto delle spese di ambulatorio e di gestione dell'attività non arriva ai 2.500 euro. A meno che non si consideri eccessiva questa cifra per un laureato in Medicina e Chirurgia che svolge un lavoro intellettuale tutti i giorni, senza ferie e tutele di alcun genere. Se poi lo Stato intendesse assumerci come dipendenti, non ha che da dirlo, troverebbe moltissimi colleghi disponibili a firmare. Ma non succederà mai perché non gli conviene”.
 
“Invito chi di Federconsumatori – conclude la nota - vuole venire nel mio ambulatorio perché si renda conto che chi ha fatto le indagini sui 60 studi medici su 65.000 è stato quantomeno frettoloso e non ha approfondito l'argomento. Se poi si vuole partecipare al coro di chi spara tutti i giorni sul SSN ,una poltrona in prima fila con vista palco è assicurata”.

06 agosto 2012
© Riproduzione riservata

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