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Gastroenterologia. Aigo: “Boom di ricoveri inappropriati. E la spesa cresce"


Le malattie dell’apparato digerente sono la prima causa di ricovero, ma solo il 9% avviene nelle unità specialistiche di gastroenterologia. Secondo l'Aigo, considerate le sole emorragie digestive superiori, si potrebbero risparmiare 140.000 giornate di degenza con un’appropriata gestione.

26 SET - Proposte per ridurre la spesa pubblica e migliorare le cure attraverso il potenziamento della gastroenterologia in Italia. A presentarle l’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri (Aigo), in occasione dell’audizione svolta oggi in commissione Igiene e Sanità del Senato.

Nel corso dell’audizione Elisabetta Buscarini, presidente Aigo, che ha partecipato all’incontro con Antonio Balzano, presidente eletto, e Giuseppe Milazzo, segretario tesoriere, ha sottolineato come la gastroenterologia rappresenti uno dei settori più importanti dell’assistenza sanitaria in Italia. Le malattie dell’apparato digerente costituiscono, infatti, la prima causa di ricovero ospedaliero con una percentuale pari al 24% del totale e sono la quinta causa di morte nella popolazione maschile e la settima in quella femminile.

Purtroppo, queste patologie sono spesso assistite in maniera inappropriata a causa dell’insufficiente numero delle unità di gastroenterologia: solo il 9% dei ricoveri viene effettuato presso queste unità specialistiche.

A questo corrisponde anche una maggiore spesa sanitaria: nelle unità operative di gastroenterologia, infatti, la durata media di degenza per ricoveri urgenti è di 6,7 giorni contro gli 8,4 giorni nelle altre unità operative. Analizzando le sole emorragie digestive superiori, che in Italia colpiscono ogni anno 70.000 persone, si potrebbero risparmiare 140.000 giornate di degenza se tutti gli eventi venissero gestiti in unità operative di gastroenterologia.

Buscarini ha sottolineato come l’Associazione concordi sull’importanza di ridurre la spesa sanitaria ma ha ricordato che sulla base dei dati evidenziati dal Libro bianco della gastroenterologia vanno operate “scelte strategiche che salvaguardino le strutture assistenziali efficaci ed efficienti: tagli indifferenziati che colpiscano le unità complesse di gastroenterologia determinerebbero un peggioramento delle cure e un incremento della spesa pubblica”.

L’Associazione ha quindi sottolineato: l’importanza di garantire la media attuale di 3,6 posti letto di gastroenterologia per 100.000 abitanti; l’esigenza di creare reti regionali di emergenza per le patologie gastroenterologiche; la necessità di implementare ulteriormente i programmi di screening per il cancro colon rettale, “purtroppo ancora carenti in molte regioni”.

 

 

26 settembre 2012
© Riproduzione riservata

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