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Manifestazione del 27 ottobre. Cgil: “2mld di ticket in più e 30mld e 18mila posti letto in meno”


“Di tagli si può morire. E i dati lo dimostrano: chi può pagare va nel privato, ma chi non può si cura sempre di meno”. A ribadirlo la Fp Cgil Medici, che domani sarà in piazza con gli altri sindacati della dirigenza del Ssn. Accanto a loro, anche politici, cittadini e associazioni di pazienti.

26 OTT - “I numeri sono chiari”, afferma la Cgil presentando le cifre elaborati sui dati della Conferenza delle Regioni: in 5 anni, dal 2012 al 2015, la sanità pubblica è stata privata di 30 miliardi, 20 ad opera del Governo Berlusconi, 10 del Governo Monti, di cui 2,6 con l'ultima legge di stabilità. La stessa Corte dei Conti nell'audizione al Parlamento del 23 ottobre sul Ddl di Stabilità ha stimato tagli per oltre 31 miliardi nel periodo 2010-2014. Tagli che si sommano ai 18mila posti letto in meno negli ospedali entro il 2012 e ai ticket, che aumenteranno di 2 miliardi nel solo 2014 rischiando di causare la tassazione dei ricoveri, come previsto dalla manovra del Governo Berlusconi del luglio 2011 (vedi la tabella sui tagli al finanzamento del Ssn dal 2011 al 2015)

“Quella dei ticket è una bomba ad orologeria da disinnescare, spinge sull'acceleratore della privatizzazione della sanità e colpisce pesantemente i cittadini nel loro diritto alla cura”, afferma a tal riguardo Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici, che domani sarà in piazza per partecipare alla manifestazione indetta a Roma dai sindacati della dirigenza del Ssn. Un corteo che partirà alle 11:00 da piazza della Repubblica e vedrà sfilare di migliaia di medici in camice bianco fino al Colosse. Ma alla manifestazione “per un servizio sanitario pubblico e nazionale, per dare valore al nostro lavoro, contro tagli e ticket”  hanno aderito tra gli altri: Federconsumatori, Cittadinanzattiva-Tdm, Pierluigi Bersani PD, Riccardo Nencini PSI, Paolo Ferrero RC, il Forum Salute di SEL, Ignazio Marino PD, Antonio Tommassini PDL, gli ex Ministri alla Salute Girolamo Sirchia e Livia Turco.

“Da una parte i pronto soccorso sono più affollati, con meno medici sempre più precari e con minori possibilità di ricovero per mancanza di posti letto (vedi tabella). Dall'altra i servizi territoriali si stanno desertificando, al di là della propaganda sui medici di famiglia 7 giorni su 7, e i ticket sono sempre più alti”. La conclusione, secondo Cozza, è amara e semplice: “Chi può pagare va nel privato, ma chi non può si cura sempre di  meno. Di tagli si può morire".



 

26 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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