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Verso le elezioni. Simg: "Basta tagli alla sanità. Sostenibilità sia legata alla qualità delle cure"


La Società italiana di medicina generale, in una lettera aperta firmata dal presidente Claudio Cricelli, chiede a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche di perseguire come obiettivo primario "l'efficienza e l'efficacia delle cure erogate".  Sostenibilità economica non sia totem.

13 FEB - La sostenibilità economica “non deve rappresentare il riferimento astratto e il totem per il rilancio del Servizio sanitario nazionale”. La strada da percorrere è invece quella che consenta di invertire “il processo di sottrazione progressiva di risorse e mezzi che ha segnato gli ultimi anni”. E’ con queste parole che inizia la lettera aperta inviata dalla Società italiana di medicina generale (Simg) a tutti i partititi politici candidati a guidare il Paese nella prossima legislatura.  “E’ necessario perseguire l’efficienza e l’efficacia delle cure erogate – prosegue il documento – Solo così avremo un’idea chiara di quanto costi davvero un buon sistema sanitario e di quale sia la misura reale della sua sostenibilità”.
 
Il presidente della Simg - Claudio Cricelli - osserva che sono troppo poche le forze politiche che fino a questo momento “hanno chiarito quali obiettivi vogliono realizzare in ambito sanitario.  Perseguiamo e sosteniamo l’idea dell’efficacia delle cure fondata non sull’astrattezza delle argomentazioni, ma sulla capacità dei professionisti di essere verificabili e misurabili sulla base dei benefici prodotti e della qualità delle prestazioni erogate. Il nostro slogan è ‘Non siamo tutti uguali’”. La lettera sottolinea poi che la sostenibilità debba rappresentare il frutto “della qualità dell’organizzazione sanitaria, delle motivazioni degli operatori, di una allocazione corretta delle risorse e, soprattutto, della applicazione raffinata e consapevole delle conoscenze scientifiche”. 
 
E’ per questo che il modello indicato dalla Simg è quello di un sistema sanitario nazionale “unitario, a copertura universale, fortemente solidaristico, fondato su un unico pilastro primario, con integrazioni private che non ledano la preminenza dell’interesse pubblico nella garanzia di salute nei confronti dei cittadini”. E soprattutto il documento rivendica la necessità “ormai indifferibile che le società scientifiche, sottoposte a rigorosi strumenti di validazione e verifica pubblica, occupino una posizione finalmente chiara e definita nel nostro sistema sanitario che nessuno ha mai voluto sinora compiutamente riconoscere”. 
 
La lettera si conclude con un “no” netto e deciso alla divisione tra ospedale e territorio, dinamica che costituirebbe “un noioso alibi per esercizi retorici da molti decenni”. Per questo si chiede con fermezza che “qualunque cosa accada nel processo di evoluzione del sistema sanitario del Paese vi sia un luogo fisico, rappresentato dalle cure primarie, che costituisca un Lea Assoluto e inderogabile. In quell’ambiente qualunque cittadino avrà diritto alla tutela della salute indipendentemente dall’età, dal censo, dal reddito, dalla religione e dalla nazionalità o appartenenza religiosa”.

13 febbraio 2013
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