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Dirigenza medica. Cosmed boccia proposte Aran su relazioni sindacali, permessi e distacchi


La trattativa sui permessi e i distacchi è in alto mare e stallo c’è anche in merito all’atto di indirizzo sulle relazioni sindacali proposto che  i dirigenti medici hanno definito “inaccettabile”. Per ora trattative rinviate a data da destinarsi. L’Aran riferirà alla parte politica le osservazioni dei sindacati.

22 MAR - Un 2013 che si preannuncia caldissimo in tema di relazioni tra i sindacati della dirigenza medica (e non solo) e l’Aran. Oggetto del contendere la bozza di accordo quadro sulle relazioni sindacali e l’intesa sulle prerogative sindacali della dirigenza in merito ai permessi e ai distacchi. Su entrambe le questioni le ‘fumate’ per ora sono nere come la pece.
 
Partiamo dalla trattativa sulle prerogative sindacali della dirigenza (permessi e distacchi) che, come riferisce la Cosmed, si è arenata alla prima seduta che si è svolta lunedì 11 marzo all'Aran. 
 
La Confederazione ha evidenziato in primis come  “questo contratto quadro non vede la luce dal 5 ottobre 2005 e non è stato rinnovato per le stagioni contrattuali 2006/2007, 2008/2009, 2010-2012 e ora 2013/2015”.
 
Ma il vero motivo, per la Cosmed è il “rifiuto del Ministero della funzione pubblica (e dell'Aran di conseguenza) di riconoscere anche alla dirigenza i 30 minuti annui per ogni dirigente in servizio alle rappresentanze locali dei dirigenti (RSA) in analogia con quanto già previsto per le RSU del comparto”.
 
“Il ragionamento della controparte pubblica – spiega la Cosmed -  è il seguente: non avendo la dirigenza effettuato le elezioni delle RSU, non competono i 30 minuti e pertanto il monte complessivo di prerogative sindacali è di 90 minuti per ogni dipendente e solo di 60 minuti per ogni dirigente. In realtà nell'ultimo accordo del 2005 anche alla dirigenza erano stati assegnati i trenta minuti e l'attuale accordo li riconosce e li rende disponibili al momento. Pertanto si è determinata da anni una condizione paradossale: il rinnovo del contratto comporta la perdita di un terzo dei permessi e di fatto la dirigenza non ha interesse alcuno a rinnovarlo”.
 
Per queste ragioni la Cosmed ha ricordato:
- l'irrinunciabilità del contingente ormai acquisito nel tempo;
- l'equipollenza tra le RSA della dirigenza e le RSU;
- l'accordo del 3 maggio 2012 che riconosce pari dignità alle rappresentanze della dirigenza nei riguardi delle RSU;
- le oggettive difficoltà di un meccanismo elettorale da applicare alla dirigenza per i numeri ristretti e per i compiti e le funzioni dirigenziali spesso difficilmente compatibili con campagne elettorali all'interno delle strutture pubbliche;
- l'assurdità di pretendere dalle organizzazioni sindacali della dirigenza la sottoscrizione di un contratto nettamente peggiorativo dell'esistente.
 
“Sul piano politico specificano - Giorgio Cavallero e Pierluigi Ugolini della Cosmed - non è accettabile una così palese discriminazione dei dirigenti rispetto agli altri lavoratori sul piano delle prerogative sindacali. Riteniamo che senza un intervento politico-normativo anche questa tornata contrattuale non consentirà di stipulare il contratto-quadro aggiornando i permessi e i distacchi sulla base delle recenti rilevazioni. Anche le altre Confederazioni della dirigenza sono sostanzialmente sulle stesse posizioni, mentre da parte confederale si enfatizza la situazione di stallo per riproporre anche per la dirigenza le elezioni delle RSU”.
 
 
 
Altra questione, ma sui cui per ora si registra il medesimo esito negativo dell’accordo su permessi e distacchi riguarda la trattativa in merito alla bozza di accordo quadro sulle relazioni sindacali. Su questo punto la Cosmed ha ricordato che  “i contratti sono bloccati dal 2009 fino a tutto il 2013 e circolano voci, non confermate né smentite, dell'intenzione del Governo scaduto di prolungare il blocco al 2014. Non è stato poi definito il modello contrattuale e nemmeno le aree di contrattazione. Nemmeno l'indennità di vacanza contrattuale, che dovrebbe decorrere dall'aprile 2013, è stata definita e finanziata, mentre da alcune parti se ne ipotizza l'abolizione”.
 
Fatta questa premessa secondo la Cosmed l’accordo del Governo è “evidentemente avulso dalla situazione generale del Paese e del lavoro dipendente”. Pertanto, la stessa Cosmed e la maggioranza delle Confederazioni hanno respinto ai mittenti (Governo e Comitato di settore) l'atto di indirizzo. “Si è rasentato lo scioglimento immediato del tavolo, non formalizzato in quanto Aran si è impegnata a riferire alla parte politica le osservazioni emerse e a dandone successiva comunicazione”.
 
Le motivazioni della Cosmed per cui l'atto di indirizzo è inaccettabile:
 
-è inefficace nel definire modifiche delle relazioni sindacali ormai incardinate dalla Legge Brunetta con il solo risultato di inserire in un contratto di lavoro norme legislative spesso vessatorie; 
-è inefficace anche nel determinare i tempi di applicazione delle norme, in particolare, come risposto ad una nostra richiesta, il tavolo non ha la podestà di differire la norma che cancella la validità degli accordi integrativi in contrasto con la 150/2009 al 31.12.2012;

-è riduttivo rispetto all'accordo del 3 maggio 2012 riducendo le novità al solo esame congiunto limitato a materie non meglio definite di rapporto di lavoro;

-è intempestivo rispetto all'apertura di una nuova legislatura che dovrà affrontare il tema delle relazioni sindacali evidentemente modificando l'impianto punitivo e liquidatorio della Brunetta; 

-è un confuso tentativo di conciliare la Brunetta e l'accordo del 3 maggio 2012;

-è invasivo delle competenze dei singoli contratti nazionali di lavoro che verrebbero scavalcati dalle norme dell'accordo quadro eliminando le specificità dei singoli comparti e della dirigenza.
 

22 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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