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Veterinari: sistema in tilt per colpa di una politica etica nella teoria ma non nella pratica


Dal Veneto parte l’allarme dei veterinari del sistema pubblico. Proprio la Regione del sottosegretario alla Salute Francesca Martini, che della tutela della salute animale ha fatto la sua missione istituzionale, arriva la denuncia nei confronti delle istituzioni, che con l’approvazione del nuovo codice della strada hanno reso obbligatorio il soccorso agli animali coinvolti negli incidenti. Questo ha portato ad un aumento esponenziale delle prestazioni, mandando in tilt il sistema veterinario pubblico, che non ha risorse umane e strumentali sufficienti a rispondere all’aumento di prestazioni.

01 OTT - “Non basta emanare norme di grande valore etico e sociale se non si fanno gli investimenti necessari per farle funzionare nella pratica”. Il segretario Sivemp del Veneto, Roberto Poggiani, dà voce al malessere dei veterinari delle Asl del Veneto per le difficoltà operative e applicative dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della strada. Il numero delle richieste di intervento è aumentato in modo esponenziale e i canili sanitari sono in sofferenza.
Le nuove disposizioni comportano, infatti, implicazioni importanti per tutti i cittadini coinvolti, a vario titolo, in incidenti stradali. Ma vengono ad avere anche ripercussioni non trascurabili sui servizi veterinari della Asl, per quanto il codice della strada non li citi né contenga una qualche “delega” al servizio pubblico. “È la circolare del ministero della Salute del 4 agosto 2010 a coinvolgerli inevitabilmente nell’applicazione della norma – spiega Poggiani -, quando sostiene “l’inderogabile necessità di assicurare il servizio di reperibilità e pronto soccorso (così come definito dalla Dgr 2332 del 9 Agosto 2005) per animali da parte di tutte le Amministrazioni competenti”.
“Pur ritenendo moralmente ineccepibile il principio dettato dalle nuove indicazioni normative – aggiunge Poggiani -  non possiamo non considerare le difficoltà ad ottemperare agli obblighi previsti, sia in termini di mancanza di strutture che di risorse umane insufficienti, a fronte dei sempre più risicati organici dei servizi veterinari delle Asl e, di contro, di un numero di incombenze da svolgere in continuo aumento. D’altro canto anche la necessità di convenzionare, ad esempio, strutture private specialistiche per intervenire nelle situazioni più complesse, avrà costi facilmente intuibili”.
Il segretario regionale della Sivemp assicura che “la veterinaria pubblica è disponibile a contribuire alla ricerca di soluzioni tecniche. Ma in un momento di tagli drastici e continue nuove richieste di prestazioni, dalle istituzioni devono venire al più presto le risposte politiche e le risorse umane e strumentali necessarie”.


*La norma

Le modifiche e le integrazioni al Codice della Strada

Art. 32.
(Modifiche agli articoli 177 e 189 del decreto legislativo n. 285 del 1992, in materia di mezzi di soccorso per animali e di incidenti con danni ad animali)

1. Al comma 1 dell'articolo 177 del decreto legislativo n. 285 del 1992, dopo il secondo periodo è aggiunto il seguente: "L'uso dei predetti dispositivi (acustico supplementare di allarme e di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu) è altresì consentito ai conducenti delle autoambulanze, dei mezzi di soccorso anche per il recupero degli animali o di vigilanza zoofila, nell'espletamento dei servizi urgenti di istituto, individuati con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Con il medesimo decreto sono disciplinate le condizioni alle quali il trasporto di un animale in gravi condizioni di salute può essere considerato in stato di necessità, anche se effettuato da privati, nonché la documentazione che deve essere esibita, eventualmente successivamente all'atto di controllo da parte delle autorità di polizia stradale previste all'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo n. 285 del 1992.".
2. All'articolo 189 del decreto legislativo n. 285 del 1992 è aggiunto, in fine, il seguente comma:
«9-bis. L'utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, ha l'obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 389 a euro 1.559. Le persone coinvolte in un incidente con danno a uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottempera all'obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 78 a euro 311».


 

01 ottobre 2010
© Riproduzione riservata

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