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Sciopero farmacie comunali. Assofarm contro: "Ragioni incomprensibili"


Gizzi: "Da più di un anno portiamo avanti il difficile tentativo di salvaguardare tutti i posti di lavoro nelle nostre Aziende. Nonostante la redditività sia in netto calo e che nel sistema delle Farmacie si avvertano i primi fallimenti". "E da noi un collaboratore costa il 20% in più che nel privato".

12 APR - "Assofarm accoglie con stupore lo sciopero indetto il prossimo 22 aprile dalle principali sigle sindacali dei dipendenti delle Farmacie Pubbliche. Si tratta di una reazione troppo semplice e irresponsabile ad un nostro tentativo di trovare soluzioni comuni e condivise alla difficile situazione economica delle Farmacie Comunali".
 
Così una nota stampa del presidente dell'associazione delle farmacie comunali Venanzio Gizzi, che sottolinea come "da più di un anno Assofarm porta avanti il difficile tentativo di salvaguardare tutti, ripeto tutti, i posti di lavoro delle proprie Aziende, in un momento in cui la redditività è in netto calo e nel sistema delle Farmacie si avvertono i primi fallimenti È inaccettabile sentirsi dire che stiamo costruendo il Far West dei diritti dei lavoratori".
 
"La volontà di uniformare con gradualità le condizioni contrattuali e salariali dei farmacisti dipendenti delle Farmacie Comunali - prosegue la nota - risponde ad una necessità non più procrastinabile di controllo dei costi di gestione di Aziende che negli ultimi anni hanno repentinamente perso redditività".

"A determinare questa situazione - aggiunge - è certamente stata anche la crisi economica del Paese, ma soprattutto i progressivi tagli degli sconti operati dal Sistema Sanitario Nazionale. Assofarm ha sempre denunciato con forza ogni provvedimento governativo teso a impoverire la filiera distributiva del farmaco al fine di coprire disavanzi generatisi altrove, primo fra tutti la spesa ospedaliera fuori controllo in troppe regioni".
 
"In secondo luogo - prosegue - la situazione socio-economica del nostro Paese rende sempre più insostenibile la presenza nel nostro settore di due livelli salariali assai differenti per professionisti dipendenti che hanno medesime mansioni e responsabilità: oggi un farmacista dipendente di Farmacia Pubblica ha un costo per l’Azienda superiore al 20% in più di un collega del settore privato". 
E in questa realtà "le Farmacie Comunali - sottolinea la nota - non hanno mai licenziato nessun dipendente. Cosa non scontata di questi tempi, e che ci differenzia da tutt'altro che sporadici casi di fallimenti e ridimensionamenti aziendali che hanno colpito il settore privato". Anche per questo "non riusciamo a comprendere che in momenti di crisi caratterizzati da una disoccupazione crescente, soprattutto nel settore giovanile dove ormai a un giovane su due non ha lavoro, i Sindacati non apprezzino lo sforzo che le Aziende aderenti ad Assofarm compiono, rispondendo con uno sciopero ingiustificato".
 
"Ci siamo sempre opposti alla vendita di Farmacie Comunali - sottolinea Gizzi - ricordando ai sindaci come un patrimonio pubblico (quasi sempre gestito con oculatezza e in grado di generare risorse a vantaggio di tutta la collettività) non possa essere svenduto col solo scopo di rimpinguare le casse comunali in difficoltà".
"Infine, il nostro impegno al mantenimento di due livelli di contrattazione sindacale (oggi non presente nel contratto nazionale del settore privato) - aggiunge - testimonia della nostra sensibilità per le peculiarità di ogni realtà aziendale".
Ma "due cose oggi non sono possibili: il mantenimento dello status quo, e la mancanza di condivisione sulle riforme contrattuali tra aziende e dipendenti. Nel primo caso, si condannerebbero molte nostre associate a ridimensionamenti del personale o addirittura alla chiusura (va infatti ricordato che la maggior parte dei tentativi di vendita di Farmacie Comunali sono andati a vuoto). D'altronde, le sfide future del nostro settore in tema di maggiore integrazione nel SSN e di risposta a nuovi bisogni sociali, necessità di una piena condivisione da parte del personale operante nelle Farmacie Comunali".
 
"Assofarm chiede maggiore responsabilità e comprensione alle proprie controparti sindacali. Di fronte a trend così critici dei nostri bilanci degli ultimi anni - conclude Gizzi - come è possibile arroccarsi in posizioni di pura difesa dei privilegi acquisiti? Di fronte ai primi fallimenti delle Farmacie private, come è possibile mantenere gli attuali livelli occupazionali senza chiedere a tutti un sacrificio? E infine, come è possibile rispondere con una rottura così dura dopo mesi di nostra disponibilità al confronto e continue ridiscussioni dei singoli punti in agenda?".

12 aprile 2013
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