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Permessi sindacali. Anche lo Smi contro la Sisac. Ma anche contro la Fimmg


Il segretario Salvo Calì contesta duramente la decisione della controparte pubblica che pone a carico del medico sindacalista il pagamento del sostituto in caso di assenza per impegni sindacali. Ma gli strali più forti sono contro la Fimmg: “Sono i primi responsabili di questo attacco”.

23 APR - A pochi giorni dall’invio della circolare della Sisac che prevede una modifica del meccanismo delle sostituzioni per i medici di famiglia che svolgono attività sindacale, Salvo Calì, segretario nazionale del Sindacato dei Medici Italiani (Smi), contesta duramente la decisione della controparte pubblica, con il fattivo sostegno delle Regioni e censura “coloro che, con grande faccia tosta,  si ergono adesso a paladini dei diritti sindacali e che, invece, sono i primi responsabili di questo attacco”, cioè il sindacato maggioritario della medicina di famiglia, la Fimmg, causa principale di questa situazione: “I “furbetti” delle sostituzioni sindacali con i loro “abusi” – sottolinea - stanno permettendo alle Regioni e, quindi, alla Sisac di demolire le relazioni sindacali della medicina convenzionata e negare, così, i diritti dei medici di famiglia. I fatti si leggono con chiarezza in un’ordinanza del Tribunale di Roma che ha respinto un ricorso della Fimmg contro la Ausl RM-D che aveva, giustamente (aggiungiamo noi), contestato le troppe ore di sostituzione sindacale richieste addirittura dal segretario nazionale, dott. Giacomo Milillo, in relazione ai suo assistiti. In sintesi: sono stati richiesti rimborsi in relazione alle ore di sostituzione assegnate dalla organizzazione sindacale e non in relazione alle ore di sostituzione in effetti prestate dal sostituto. Un “abuso” ? Per l’Asl sì e per il Tribunale, pure. Ordinanza che, oltretutto, stranamente, non è stata impugnata dal diretto interessato”.
 
Per lo Smi questa vicenda aumenta la sfiducia rispetto ai “camici bianchi”, indebolendo così ulteriormente la categoria: “In un clima di grave diffidenza nei confronti dei medici, ma anche dei sindacati (e del sistema ordinistico) – aggiunge il segretario nazionale - qualcuno ha pensato bene di scrivere un’ulteriore pagina di malcostume, tipica di una “casta” lontana dalla realtà e incapace di dare esempi virtuosi. Un altro episodio che va di pari passo con la controversa pratica delle sponsorizzazioni di prodotti commerciali, vedi la campagna di qualche mese fa (sempre della Fimmg) sulle crociere e le acque minerali (ma anche di qualche anno fa delle uova e i pediatri) e con l’ingombrante conflitto di interessi tra cariche ordinistiche e previdenziali: o si è segretari di un sindacato o si è presidenti di ordini. Stesso discorso vale per l’Enpam. Rimane ancora, aperta in tal senso, la grave vicenda del presidente della Fnomceo, dell’Ordine di Torino e senatore, Amedeo Bianco, di cui ancora attendiamo le dimissioni dai ruoli ordinistici”.
 
“I medici - conclude Calì - devono alzare la testa e dire no a tutto ciò. La maggior parte della categoria lavora in condizioni precarie e difficili, con il blocco dei contratti e delle convenzioni, oberata di compiti impropri e spesso al centro delle polemiche come capri espiatori di una malasanità causata dalla perniciosa ingerenza dei partiti nella gestione del Ssn. In più ora dobbiamo subire l’onta della demolizione dei nostri diritti, a causa di alcuni, pochi (uno o più?), ma ai massimi livelli della Fimmg, che hanno preteso più di quanto gli spettasse con le sostituzioni e i relativi rimborsi. Come Smi abbiamo impugnato la circolare della Sisac, ma il danno fatto è enorme”.  

23 aprile 2013
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