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Eroina. Nasce il “Manifesto per la cura delle tossicodipendenze”


Il “Modello di Cura Misto”, un percorso di autentico recupero e reintegrazione basato sull’integrazione fra interventi dei Centri Specialistici (SerT) e il contributo dei medici di famiglia, farmacisti, farmacoeconomisti e farmacologi è stato presentato al Circolo della Stampa di Milano.

23 MAG - Liberare le persone con dipendenza da eroina dallo stigma sociale che spesso le condanna all’emarginazione. E iniziare a trattare i tossicodipendenti che ormai controllano la propria addiction come tutti gli altri malati cronici, senza costringerli a seguire il proprio percorso di cura nei Centri specialistici per le dipendenze.
 
Parte da qui il “Manifesto Italiano per la Cura delle Tossicodipendenze: il Modello di Cura Misto”frutto dell’integrazione fra interventi dei Centri Specialistici (SerT) e contributo dei medici di famiglia, farmacisti, farmacoeconomisti e farmacologi, presentato al Circolo della Stampa di Milano.
 
Un progetto costruito dal professor Icro Maremmani, docente di Farmatossicodipendenza all’Università di Pisa, esperto di dipendenza a livello internazionale, presidente della World Federation for the Treatment of Opioid Dependence, ONG riconosciuta dalle Nazioni Unite, e collaudato nel Centro diurno di Pietrasanta e studiato come esperimento d’eccellenza nell’Addiction Medicine Expert Forum 2013. “Un Manifesto sulle Tossicodipendenze, e per le Tossicodipendenze – ha detto Icro Maremmani – è il modo migliore, scientificamente equilibrato, per poter veicolare il profondo desiderio di cambiare lo status quo dell’assistenza sanitaria a soggetti tossicodipendenti da oppiacei”.
 
Il Manifesto prende le mosse anzitutto dal nuovoidentikitdei tossicodipendenti, disegnato da uno studio di GFK Eurisko. L’indagine condotta nella primavera del 2011 mette infatti in luce il profilo di un paziente che, nonostante l’esperienza della tossicodipendenza, mostra un buon inserimento nel contesto professionale: circa il 50% dei pazienti intervistati lavora, ha un buon background culturale: quasi la metà ha conseguito un titolo di studio superiore, nonché la capacità di crearsi una rete sociale e familiare: in 1/3 dei casi è sposato o convive, in 1/4 dei casi ha figli e quasi l’80% vive in famiglia o con amici.“Isolamento, emarginazione o degrado sociale e culturale – ha infatti spiegato Stefania Fregosi di Eurisko  –non sembrano più essere le caratteristiche distintive del paziente tossicodipendente. Oggi il paziente si cura con terapie agoniste, lavora, vive una vita sociale e relazionale normale”.
 
“Il trattamento delle tossicodipendenze – ha affermato a sua volta il senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini Farmacisti Italiani (Fofi) – è uno degli aspetti più problematici in tutto l’Occidente industrializzato, soprattutto quando, come oggi, ci si scontra con la riduzione delle risorse disponibili per gli interventi sociosanitari. In questo senso, sperimentare nuove forme di coinvolgimento della farmacia di comunità è un fatto molto positivo: la bassa soglia di accesso della farmacia, infatti, non può che favorire la continuità del trattamentosostitutivo e, quindi, aumentare le sue probabilità di successo. È un tipo di intervento in sintonia con la professionalità del farmacista e con lo spirito della farmacia come snodo del servizio sanitario”.
 
 
“Il problema della tossicodipendenza – ha confermato Ovidio Brignoli, Vicepresidente della Società italiana di medicina generale – è da sempre caratterizzato da rapidi mutamenti di scenario e, negli ultimi anni, dalla comparsa di ‘nuove droghe’ e ‘nuove tipologie di consumatori’. Il tema della personalizzazione della cura e del rapporto continuativo Medico paziente richiama fortemente il ruolo del Mmg nei confronti del paziente che fa uso di sostanze. Per questo abbiamo offerto la nostra collaborazione e adesione al Manifesto”.
 
 
Il percorso di cura misto, delineato nel Manifesto, sarà inoltre in grado di generare risparmi e un efficientamento degli investimenti destinati al recupero dei tossicodipendenti, raccogliendo così, in tempi di Spending Review, anche il favore dei farmacoeconomisti: “In Italia i costi legati al consumo di droghe – ha affermato Lorenzo Mantovani dell’Università di Napoli Federico II – sono pari al 2% del PIL nazionale, calcolati in 31 miliardi di Euro nel 2011. I soggetti con dipendenza da sostanze che hanno necessità di trattamento sono oltre mezzo milione. I soggetti effettivamente trattati sono circa un terzo, vale a dire circa 170mila. Un euro investito nella cura delle tossicodipendenze genera un beneficio di 6 euro. Quanto alle eroino-dipendenze, i trattamenti appropriati, attuati anche mediante modelli di cure miste/condivise (shared care model, hub-spoke), hanno ripetutamente dimostrato di essere alternative costo-efficaci per la gestione dei pazienti. Essi sono raccomandati da diverse Agenzie di Health Technology Assessment in Scozia, Galles, Inghiterra, Canada e Australia. Questi shared care model possono contribuire a ridurre il gap tra soggetti che necessitano di cure e quelli che effettivamente le ricevono, in modo altamente costo efficace o, addirittura, riducendo i costi complessivi delle eroino-dipendenze”.

23 maggio 2013
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