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Assobiomedica: “Bene sblocco fondi per 6 regioni, ora paghino i fornitori di dispositivi medici”


Il presidente Rimondi soddisfatto per lo sblocco dei fondi: “Invitiamo tutte le Regioni interessate a utilizzare questi preziosi fondi anche per ridurre in modo significativo il credito delle nostre aziende e per aiutare a risollevare un settore che è strozzato dal credit crunch e dai ritardati pagamenti delle Regioni”

27 MAG - “Siamo molto soddisfatti che il Consiglio dei Ministri abbia sbloccato quasi 2 miliardi di euro per le Regioni con un deficit sanitario importante e soprattutto ci danno speranza le dichiarazioni dell’Assessore alla Salute della Sicilia, Lucia Borsellino, che intende utilizzare queste somme per pagare i fornitori. Ci auguriamo che Abruzzo, Calabria, Lazio e Molise seguano l’esempio siciliano”. Questo il commento del Presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi, alla notizia dello sblocco di fondi da parte del Consiglio dei Ministri per sei Regioni e alle dichiarazioni fatte dall’Assessore alla Salute della Regione Sicilia, Lucia Borsellino.

“I debiti della Sicilia nei confronti delle imprese fornitrici di dispositivi medici – ha dichiarato Stefano Rimondi, Presidente di Assobiomedica - ammontano a circa 247 milioni di euro con un ritardo medio di 242 giorni. Ci auguriamo che i buoni propositi dell’Assessore Borsellino si traducano al più presto in fatti concreti. Sollecitiamo le altre Regioni, in particolare la Calabria, che ha il record negativo dei pagamenti con 936 giorni di ritardo medio e uno scoperto di più di 450 milioni solo verso le imprese di Assobiomedica, a utilizzare i 411 milioni che verranno messi a disposizione dal ministero dell’Economia per saldare i debiti nei nostri confronti”.

“Invitiamo, dunque, Calabria in primis – ha continuato Rimondi -, ma anche Abruzzo, Lazio e Molise a utilizzare questi preziosi fondi anche per ridurre in modo significativo il credito delle nostre aziende e per aiutare a risollevare un settore che è strozzato dal credit crunch e dai ritardati pagamenti delle Regioni, pur continuando con difficoltà a fornire le strutture ospedaliere e a contribuire nonostante tutto al funzionamento di servizi pubblici essenziali come il SSN”.

27 maggio 2013
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