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Europa. Approvata la Direttiva professioni. La pharmaceutical care è competenza del farmacista

di Giovanni Rodriquez

Via libera alle modifiche all’art. 45 della Direttiva richieste dai farmacisti. Oltre ad introdurre il pharmaceutical care, vengono specificate le loro competenze in tema di managment del paziente, farmacovigilanza e campagne di prevenzione. Attesa entro luglio in Commissione la ratifica definitiva.

01 LUG - Un decisivo passo in avanti verso l’attivazione della farmacia dei servizi si è registrato con l’approvazione, da parte del Consiglio Europeo, della direttiva sulle professioni. In particolare, sono state accolte le 4 modifiche all’articolo 45 richieste con forza dai farmacisti. Come spiegato da Maximin Liebl, presidente del Pharmaceutical group of the european union (Pgeu), “è stato introdotto il tema del pharmaceutical care, ossia quei servizi offerti ai cittadini nelle farmacie, riconosciuti e rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, che, ad esempio, esistono da anni in Gran Bretagna con notevoli vantaggi anche in ottica di risparmio”. “Sono state inoltre meglio specificate - ha proseguito Liebl - le competenze dei farmacisti in tema di farmacovigilanza, il loro ruolo nella gestione del paziente insieme al medico di medicina generale, e la loro partecipazione attiva nelle campagne di prevenzione”.

In realtà, almeno due di queste quattro modifiche – quella sulla farmacovigilanza e quella sulle campagne di prevenzione – sono già attive da anni in Italia, ciononostante, come ha spiegato il presidente del Pgeu, “è importante che siano riconosciute a livello europeo e che, sempre in tale ambito, si sia impressa una spinta decisiva verso l’attivazione della farmacia dei servizi”. Tra le novità apportate dalla direttiva, Liebl ha anche sottolineato l’importanza della norma che faciliterà il libero movimento dei professionisti a livello europeo.

La ratifica definitiva da parte della Commissione europea è attesa entro la fine del mese di luglio. A quel punto la palla passerà ai governi dei singoli Stati membri. “Sappiamo che in tema di sanità ogni Stato ha la sua autonomia - ha concluso Liebl - Per quanto riguarda l’Italia credo che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sia favorevole ad attivare questi nuovi servizi, anche alla luce delle esperienze di altri Stati che hanno dimostrato come questi possano produrre un risparmio notevole per il Servizio sanitario nazionale”.
 
Giovanni Rodriquez

01 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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