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Riduzione visite fiscali. Anmefi: "Ulteriore diminuzione danneggia dignità personale e professionale"


L’Associazione lamenta l’ulteriore taglio delle visite programmate dall’Inps per il mese di agosto, dopo quello già deciso a maggio. La diminuzione può trasformarsi in un boomerang per il bilancio dell'Istituto con le aziende che sfruttano la malattia come “ammortizzatore sociale” scaricando lo stipendio sull’Inps.

06 AGO - Associazione, Anmefi (Associazione Nazionale Medici Medicina Fiscale), registra con grande rammarico, in quasi tutte le sedi Inps di Italia, una ulteriore riduzione delle visite fiscali programmate dall’Istituto per il mese di agosto 2013.
 
A fronte di questo ulteriore danno alla dignità personale e professionale, si rammenta il mantenimento, da parte dei Medici Fiscali, della disponibilità quotidiana e non retribuita, nell'assicurare un servizio utile per l'intera collettività. Disponibilità confermata, anche in un periodo solitamente dedicato alle ferie, a testimonianza dell'altissimo senso di responsabilità di questi Medici.
 
Se per un lavoratore dipendente il giusto riconoscimento del ristoro psicofisico è tutelato dalla Costituzione, per la categoria del Medico Fiscale, è totalmente disconosciuto stante anche l’anomalia del tipo di lavoro che, ultimamente, ha visto una rottura unilaterale del rapporto fiduciario.
 
Questa decisione dell'Inps si aggiunge, infatti, a quella del maggio 2013 per la quale le visite fiscali d’ufficio erano già state ridotte del 90%. I Medici Fiscali che, ricordiamo, oggi vivono con una media di 500 euro al mese, continuano a subire gravi danni sia economici che morali senza che, i media e gli organismi di informazione, si attivino per mettere in risalto questa grave situazione.
 
La estrema riduzione dei controlli fiscali non é solo una problematica di categoria. Potrebbe trasformarsi in un pericoloso detonatore per il già grave bilancio dell'Inps, con il rischio che, l'Istituto, in un prossimo futuro, non sia più in grado di erogare pensioni. In relazione alla grave crisi economica, le aziende in difficoltà, possono addirittura sfruttare la malattia come "ammortizzatore sociale", permettendo al lavoratore di non ricevere più lo stipendio dal datore di lavoro, ma direttamente dall’Inps, che continuerebbe ad erogare  malattie non esistenti

06 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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