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Lazio. Dai medici di famiglia ecco l’Osservatorio contro gli ‘abusi burocratici’ 


Certificati di malattia non rilasciati dai Ps e conseguenti peregrinazioni del cittadino. Ospedali e presidi specialistici che non rilasciano le regolari ricette rosa del SSN. Inps e Inail i cui "sportellisti" non accettano certificati post ricovero o dei pronto soccorsi perché cartacei. Liste d’attesa chilometriche. Queste alcune della segnalazioni giunte alla Fimmg Lazio che ha deciso di attivare l’Osservatorio.

29 AGO - Un osservatorio sulle prescrizioni improprie che raccoglierà tutti gli abusi “burocratici” perpetrati ai danni dei medici e dei cittadini. Questa l’ultima iniziativa della Fimmg Lazio in risposta alle numerose segnalazioni che sono giunte di abusi burocratici nell’assistenza sanitaria regionale.
 
“Il livello di burocrazia in sanità – si legge nella nota - è arrivato a livelli mai visti in questi ultimi anni, non è infrequente che negli studi dei medici di famiglia giungano cittadini in preda a problemi di burocrazia spicciola i quali per carenze o cattiva volontà di terzi, ricevono informazioni errate su procedure o percorsi, disinformazione sembrerebbe quasi attuata ad arte e atti che spesso sfociano in conflittualità indotte da terzi”.
 
Ma i medici della Fimmg Lazio fanno anche qualche esempio: “Certificati di malattia non rilasciati dai pronto soccorso e conseguenti peregrinazioni del cittadino, ospedali e presidi specialistici che non rilasciano le regolari ricette rosa del SSN, demandando a terzi la prescrizione, Inps e Inail i cui "sportellisti" non accettano certificati post ricovero o dei pronto soccorsi perché cartacei. Presidi che chiudono le agende di prenotazione per le visite specialistiche andando contro le disposizioni di legge e compiendo abusi su chi ha più bisogno di essere aiutato, o che invitano i pazienti ad utilizzare impropriamente i percorsi di urgenza per by passare le liste d’attesa ormai insostenibili: basti pensare che ormai un'ecografia prima di un anno non si trova, per una protesi d'anca o di ginocchio siamo passati da circa otto mesi dello scorso anno ai 5-20 mesi di attesa, chi può si riversa sul privato, una protesi d'anca migliaia e migliaia di euro”.
 
“Per una visita – evidenzia il sindacato - i tempi diventano biblici, una visita dermatologica prima di sei mesi si e' fortunati. La Regione che prima pubblicava i tempi d'attesa ora non lo fa più, alla faccia della trasparenza. Per tale motivo intendiamo esporre nei nostri Studi una locandina in cui informiamo i cittadini dei loro diritti sanciti per Legge ma calpestati quotidianamente come l'esistenza della Legge 266/2005, art. 1, comma 282, che stabilisce che “è vietato sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni” e che chi lo fa e' passibile di sanzione: "ai soggetti responsabili delle violazioni del divieto di cui al comma 282 è applicata la sanzione amministrativa da un minimo di 1000 euro ad un massimo di 6000 euro”. Forse bisogna cominciare ad applicarle”.
 
Una speciale commissione valuterà il caso assieme all’ufficio legale se ritenuto perseguibile, segnalabile o altro.
Saranno poi identificati dei volontari, medici “sentinella”, che monitorizzeranno il territorio.
Un dossier delle inefficienze sarà poi pubblicato periodicamente e consegnato alla Regione e alla stampa.

29 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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