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Bambini e sport. I pediatri della Fimp: ”L'elettrocardiogramma non va generalizzato”


Secondo i medici è dimostrato che l’esecuzione di un ECG in età pediatrica non tuteli affatto la salute e la sicurezza del bambino e dell’adolescente che svolgono attività motoria non agonistica. Al contrario il rischio è addirittura quello di dare una falsa idea di sicurezza. Inviata una lettera a Lorenzin.

10 SET - “L’elettrocardiogramma non va generalizzato a tutti coloro che svolgono attività sportiva, nonostante le recenti prese di posizione di una parte della classe medica. I Pediatri di Famiglia ritengono, “sulla base delle migliori evidenze scientifiche, che l’esecuzione di un ECG - per quanto riguarda l’età pediatrica - non tuteli affatto la salute e la sicurezza del bambino e dell’adolescente che svolgono attività motoria non agonistica; al contrario dando talora una falsa idea di sicurezza”. Lo scrive la Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) in una lettera inviata al Ministro della Salute. Solo alcuni giorni fa un emendamento al Dl Fare, firmato dai senatori Stefano Vaccari e Francesca  Puglisi, con l’appoggio del deputato Filippo Fossati, ha abolito l’obbligo di certificazione per l’attività ludico motoria e amatoriale, e rimosso l’obbligo di Ecg per l’attività sportiva non agonistica, misure contenute nella Legge Balduzzi. Già in quell’occasione Fimp aveva espresso un plauso anche al Ministro della Salute e al Governo tutto per la sensibilità dimostrata.
 
Ora in una missiva indirizzata a Beatrice Lorenzin i Pediatri di Famiglia della Fimp sottolineano come “la scelta operata, da Lei e dal Governo, coniughi la tutela della salute con l’appropriatezza e la validità scientifica, con senso di responsabilità nei confronti delle famiglie che sarebbero state gravate da un ulteriore e non giustificato onere economico, onere che si sarebbe riflesso in modo rilevante anche sulle stesse strutture del SSN”.
 
I pediatri della Fimp ritengono che “la tutela del bambino e dell’adolescente che svolge attività sportiva debba passare attraverso la collaborazione tra Società Sportive e Pediatri di Famiglia affinché - si legge nella lettera - l’attività sportiva sia strumento di educazione e di crescita in senso globale evitando l’impropria incentivazione dell’agonismo in età non consone”. Fimp crede che nell’ottica di una seria riforma delle cure primarie, pediatriche in particolare, non si possa adottare sic et simpliciter un’ottica difensivistica che va contro qualsiasi serio tentativo di programmazione e sviluppo delle cure primarie.
 
Anche per questo “la Fimp si dichiara non solo disponibile a far parte di una eventuale commissione del CSS sull’argomento, ma  - conclude la lettera - richiede che il Ministero si faccia promotore di un tavolo di confronto tra Pediatri di Famiglia e Società Sportive sull’attività sportiva in età pediatrica dove vengano trattati anche temi quali l’uso di sostanze dopanti e tutti problemi connessi all’attività sportiva nell’infanzia e nell’adolescente quale luogo naturale dove dibattere sulla base dell’appropriatezza e della competenza questi problemi”.

10 settembre 2013
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