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Fnomceo. Flick: “La questione meridionale è il punto debole della sanità italiana”


Il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick fa il punto della situazione sulla sanità italiana in occasione della conclusione del lungo ciclo eventi per la celebrazione dei cento anni della costituzione degli Ordini dei Medici organizzata dalla Fnomceo.

28 OTT - L’assistenza italiana ha raggiunto negli ultimi cento anni un livello ottimale. Ma la maglia debole del sistema è il divario ancora esistente tra Nord e Sud che testimonia quanto pesi e sia irrisolta la questione meridionale, nel processo di unificazione nazionale.
La diagnosi sullo stato di salute del Paese arriva da Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale che ieri, a Roma, insieme al presidente della Fnomceo Amedeo Bianco, ha presenziato alla chiusura del ciclo eventi per la celebrazione deicento anni della costituzione degli Ordini dei Medici. Un’occasione per presentare anche il volume “Centenario dell’istituzione degli Ordini dei Medici. Cento anni di professione al servizio del Paese”. Un’opera di  400 pagine di riflessioni e proposte per il futuro della professione medica nel nostro Paese.
“Il centenario della professione al servizio del Paese coincide con il centocinquantenario dell’Unità d’Italia – ha spiegato Flick presentando la lezione magistrale su La Salute nella Costituzione - un diritto di ciascuno, un interesse di tutti” – le sue conquiste, i suoi traguardi superati, i suoi problemi irrisolti. Tra i traguardi superati vi è certamente il livello ottimale raggiunto dall’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, per certi versi e in molte zone. Tra i problemi irrisolti vi è certamente il divario significativo in termini di qualità e di efficienza del settore sanitario, che tuttora permane, nonostante il miglioramento degli ultimi anni, fra aree del Nord e del Sud del Paese: un divario che testimonia, anche da questo punto di vista, quanto pesi e sia irrisolta la questione meridionale, nel processo di unificazione nazionale”.
Soprattutto alla luce di questo scenario per il presidente Flick il rapporto tra la salute come diritto di ciascuno e interesse di tutti diventa uno dei nuclei centrali della sfida del federalismo fiscale: “Un federalismo solidale, non certo soltanto competitivo e dell’abbandono”.
È questa una sfida che rappresenta un modo tra i più significativi e indispensabili per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia non solo con manifestazioni retoriche, ma con un impegno concreto a costruire l’unità del Paese nella autonomia, secondo l’indicazione e l’impegno degli articoli della Costituzione (artt. 5, 114, 117, 118 e 119 della Costituzione) . “Una sfida – ha detto Flick – che trova nell’impegno alla tutela della salute uno degli obiettivi più significativi e importanti”.
Flick ha poi indicato quali sono i punti nodali della professione medica sui quali occorre fare una profonda riflessione. In primis il rapporto tra medico e paziente.
Per il costituzionalista è terminata l’era del “paternalismo medico”: di quel modello idealizzato del rapporto medico-paziente, che vedeva il primo come tutore del secondo, con un’autonomia decisionale e una discrezionalità quasi assoluta in merito a trattamenti che coinvolgessero la salute. Un cambiamento che ha determinato un graduale processo di rivalutazione del principio del consenso informato: “Questo – ha sottolineato - trova piena conferma nell’aggiornamento dei codici deontologici; ed è stato recentemente riaffermato dalla Corte Costituzionale come principio fondamentale, espressione del diritto inviolabile all’autodeterminazione e di quello fondamentale alla salute”.
Non solo, ha proseguito Flick, tra i cambiamenti epocali della medicina negli ultimi cento anni, c’è anche il processo di responsabilizzazione cui il medico è chiamato: “Si deve tener presente, anche al fine di scongiurare eventuali profili di responsabilità penale, che il medico dovrà mettere a disposizione del paziente ogni informazione necessaria sui rischi e sui benefici connessi alla terapia. La regola di fondo, in materia, è costituita dalla autonomia e responsabilità del medico, che sempre con il consenso dell’utente opera le scelte professionali, basandosi sullo stato delle conoscenze a disposizione, ed informando l’utente stesso compiutamente. Fra l’altro, - ha rimarcato  il presidente emerito – indipendentemente dall’esito positivo che le cure abbiano eventualmente avuto,si potrebbe configurare un’ipotesi di responsabilità penale nel caso in cui il medico abbia agito senza la preventiva acquisizione del consenso informato dell’utente”.
Tirando le somme, ha concluso il presidente, la “pari dignità sociale” di entrambi i protagonisti dell’alleanza terapeutica, il medico e il malato, e il rapporto tra il “diritto fondamentale di ciascuno e l’interesse di tutti alla salute”, sono i punti essenziali di riferimento della professione medica di oggi: “Valgono ad esprimere pienamente il significato costituzionale della salute, nel suo valore di eguaglianza, identità personale, libertà e solidarietà, irrinunciabili per la condizione umana”.
E.M.

28 ottobre 2010
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