Previdenza. Cimo: "Nessuno tocchi le nostre pensioni"
“Non sono pensioni d’oro”, evidenzia la Cimo Medici Pensionati, che sottolinea come ormai da anni vi sia un blocco delle rivalutazioni con la conseguente perdita del potere di acquisto. "Basta prelievi forzosi e mancata indicizzazione, noi medici abbiamo già dato da sempre".
09 OTT - “Lotteremo insieme alle altre categorie dirigenziali per difendere il nostro diritto”. Il grido di battaglia arriva dalla Cimo Medici Pensionati, contro il Governo e il ministro del Lavoro Enrico Giovannini. “Il blocco delle rivalutazione delle pensioni dura ormai da molti anni con una erosione continua e costante del potere d’acquisto per questa categoria”, osserva l’organizzazione, secondo la quale “dopo le prove generali dello stesso Ministro nel mese di giugno per un taglio delle cosidette “ pensioni d’oro “ ,stoppato dalla sentenza 116 della corte costituzionale,ancora un volta la categoria dei Medici in pensione, oltre quella in attività,viene penalizzata”.
“Le nostre – sottolinea la Cimo Medici Pensionati - non sono pensioni d’oro, caro ministro. E allora una volta per tutte basta con i contributi di solidarietà. Noi medici abbiamo già dato da sempre, prima con la CPS cica 500 milioni l’anno, poi l’Inpdap ora l’Inps”.
Per la Cimo Medici Pensionati, le misure non porterebbero inoltre significativi benefici sulle pensioni più basse, “in quanto il numero delle pensioni più alte è molto inferiore”.
In compenso, “continuando così il potere d’acquisto sempre più ridotto porterà certamente ad un continuo impoverimento della categoria che non potrà mantenere quelle caratteristiche di dignità professionale e civile”. Dalla Cimo Medici Pensionati torna allora un deciso “no a prelievi forzosi ed alla mancata indicizzazione delle proprie pensioni”.
09 ottobre 2013
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