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Retail Salute 2013: "Le farmacie devono cambiare. Altrimenti non ce la faranno più a competere"

di Edoardo Stucchi

“La farmacia, per sopravvivere deve rafforzare il suo ruolo di centralità dei servizi per la zona, per i clienti che entreranno con fiducia a chiedere consigli e prestazioni su comportamenti e sui bisogni”. E per farlo devono trasformarsi in “piccoli market della salute”. Questa la tesi emersa dal convegno con le Coop, Federfarmaco, Altroconsumo e Ims. IL DOSSIER DI ALTROCONSUMO SULLE LIBERALIZZAZIONI.

14 NOV - Le farmacie si apprestano a cambiare volto. Se vogliono battere la concorrenza di parafarmacie e dei corner dei supermercati dovranno trasformarsi in piccoli market della salute  e diventare una impresa commerciale. La redditività del farmaco etico, infatti, è in calo e lo sarà sempre di più in funzione delle normative che saranno prese dal Servizio Sanitario nazionale, mentre sono in leggero aumento i prodotti commerciali, dai dermocosmetici agli integratori. In poche parole le farmacie devono adeguarsi ai nuovi stili di vita della clientela, oggi più attenta al mantenimento della salute e al benessere.
 
D’ora in poi non si entrerà in farmacia soltanto per comperare farmaci, ma anche per tutta una serie di servizi aggiuntivi offerti dal farmacista: dalle prenotazioni di visite ed esami alle sedute di fisioterapia, dall’infermiere che ti assiste a domicilio alla scelta di prodotti wellness e lifestyle. “La farmacia, per sopravvivere, - ha detto Vincenzo Santaniello, di Co.Big, Co-imprenditorialità,  Businness e Innovazione  per crescere, già responsabile di avvio dei farmaci in Coop Italia - deve rafforzare il suo ruolo  di centralità dei servizi per la zona, per i clienti che entreranno con fiducia a chiedere consigli e prestazioni su comportamenti e sui bisogni.  I farmacisti, dal canto loro, hanno un vantaggio rispetto ad altri lavori, una professionalità immediata dopo la laurea e adatta alla gestione dell’impresa. La diversificazione delle attività merceologiche è la chiave del successo, perché il farmaco peserà sempre meno nella gestione della farmacia”
 
E’ quanto emerso in un confronto tra esperti del settore nel corso dell’incontro Retail Salute 2013 organizzato da Paola Gallas networking per gli incontri annuali di Farmacia Evoluzione, con l’obiettivo di  individuare il nuovo scenario competitivo fra farmacie, parafarmacie e grande distribuzione nell’attuale contesto di instabilità politica ed economica, anche se per ora il mercato commerciale è ancora in mano alla farmacia per il 91% e il resto suddiviso tra parafarmacie e supermercati.
 
“Ma la gestione di una farmacia multidisciplinare  non è facile -  ha riferito Laura Crespo, di Federfarmaco, l’organizzazione che raggruppa le cooperative di farmacie-. Per questo è importante entrare in rete e associarsi, offrendo una diversificazione di servizi. Certo, la farmacia dei servizi non è redditiva, perché i servizi aggiuntivi sono costosi e comportano anche la responsabilità del farmacista per le prestazioni fatte dal personale sanitario annesso. Ma il farmacista deve far ruotare attorno a se l’interesse dei cittadini, delle associazioni, della zona e dimostrarsi pronto a risolvere i problemi dell’immediato che il cliente pone. Il pericolo è in agguato. Cosa succederà il giorno che i farmaci saranno tutti biotecnologici e saranno distribuiti dagli ospedali o dalle Asl, come già stanno chiedendo alcune strutture sanitarie?”
 
Un esempio di farmacia dei servizi in rete è quello attuato a Roma da Infarma, una cooperativa che ha aperto un Consorzio di assistenza primaria, detto CAP, che, con la garanzia del farmacista, mette a disposizione  dell’utenza infermieri, medici di base, analisi di laboratorio e diagnostica, assistenza ai malati terminali e alle persone fragili, vigilando sull’operatività del personale. I costi? Quelli del servizio pubblico, come i ticket o poco più, perché il consorzio non ha fini di lucro. Ma rapidità, garanzia e prossimità sono i cardini di questo servizio”.
 
Di fronte ai bisogni che stanno cambiando, anche i farmacisti devono dunque cambiare tenendo conto di alcune caratteristiche proprie dell’impresa farmacia, che sono: punto di riferimento per l’accesso ai farmaci, per il quartiere e ritorno al vicinato. Ma ci sono anche dei punti deboli, come aggiunge Santaniello: passività, perché i clienti devono entrare in farmacia perché non stanno bene; mancanza di creatività perchè non ci sono differenziazioni nei prodotti; mancanza di competizione, perché i farmacisti non sono abituati a farla  e il loro profitto dipende dagli interventi attuali e futuri del Servizio sanitario nazionale.
 
Ma che cosa è successo da quando è cominciata la liberalizzazione del farmaco, cioè dal 2005 con il decreto Storace sugli sconti per i farmaci da banco e poi dal 2006 con le famose “lenzuolate” di Bersani e i provvedimenti successivi? Il farmaco  etico, quello con ricetta, è sceso dell’1,8%, come tutti i farmaci di fascia A, mentre i prodotti in fascia C sono aumentati del 2,5%. E il confronto tra esercizi commerciali, dà alle parafarmacie e alla grande distribuzione un +34 per cento per i prodotti commerciali. “I segnali di crescita, quindi – dice la dottoressa Valeria Radrizzani, di IMS Health – riguardano le parafarmacie anche se la distribuzione dei prodotti commerciali è a favore della farmacia con il 91%, mentre alle parafarmacie va il 7% e ai corner della GDO il 2%.  Fra i prodotti in crescita c’è da registrare il successo degli integratori, pur costando di più (dai 14 euro di una confezione di integratori rispetto ai 7-8 euro degli OTC).
 
E vediamo ora la voce dei consumatori attraverso un’analisi dell’indagine di Altroconsumo, l’organizzazione a tutela dei cittadini nell’ambito degli acquisti di prodotti e servizi. “Per i prodotti commerciali il supermercato – sostiene  Laura Filippucci, project officer delle inchieste di Altroconsumo - è più conveniente del 14% rispetto alle farmacie e alle parafarmacie che hanno allineato i prezzi; ma nelle farmacie i prezzi possono avere una oscillazione che arriva al 64%. Per esempio Reactine può costare in farmacie da 8,9 euro a 12,80. Se invece c’è un prezzo di riferimento della casa farmaceutica, vedi Verecolene a 6.30 euro, il 60% delle farmacie lo mantiene. Sul fronte degli sconti, invece, soltanto il 12% li applica ai prodotti con ricetta”.
 
Per concludere, le considerazioni di due esperti di Bain & Company (Valerio Di Filippo e Andrea Petronio) che aprono i nuovi scenari del mondo farmaceutico: riduzione margini prodotti etici, maggiore competizione fra i canali di distribuzione, maggiore attenzione delle case farmaceutiche ai canali di distribuzione e privilegio per le forme di collaborazione, ruolo centrale della farmacia nell’offerta di salute, crescente domanda di wellness e più consapevolezza ed informazione da parte degli utenti. Opportunità da cogliere al volo per non perdere redditività, come hanno già fatto all’estero : altrimenti quello che si è perso in questi ultimi 10-15 anni difficilmente si recupererà.
 
Edoardo Stucchi

14 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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