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Medicina difensiva. Il 99% dei medici si sente esposto a rischio denunce


È quanto emerso da un sondaggio realizzato su oltre 20mila camici bianchi presentato oggi a Roma nel corso del 1° Congresso nazionale sulla Rc professionale. Per l’88% degli intervistati l’assicurazione è ritenuta un problema critico. Lala (Omceo Roma): “Si è venuto a creare un vero e proprio business del danno”.

05 DIC - Dal decreto Balduzzi alla valutazione del danno, dalle caratteristiche di una buona copertura assicurativa ai Disegno di legge in discussione. Di tutto questo si è parlato questa mattina a Roma, presso la sede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, nel corso del 1° Congresso nazionale “Rc Professionale: confronto e soluzioni”. Collettore di questa iniziativa è SanitAssicura, società nata con lo scopo di supportare i medici nella scelta della polizia migliore all’interno di un quadro normativo che, come emerso dal dibattito della mattinata, non è ancora ben delineato.
 
Momento centrale dell’evento è stato il tavolo tecnico di confronto, aperto dal presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Roberto Lala. “Oggi il problema della medicina difensiva - ha detto - ha portato non solo ad uno spreco di ingenti risorse, ma anche ad un danno per il paziente stesso. Bisogna considerare, infatti, che l’eccesso di esami strumentali può portare in diversi casi a ritardi di diagnosi e quindi ad un ritardo nell’accesso alle cure anche quando sarebbe opportuno agire da subito in maniera tempestiva”. Per Lala esiste anche un ulteriore problema per i camici bianchi, ossia la difficoltà a trovare una compagnia assicurativa disposta ad assicurarli o il rischio di essere disdettati per semplici ipotesi di reato, “questi professinisti potrebbero ritrovarsi, di fatto, al di fuori del mercato del lavoro”. Il presidente dell’Ordine dei medici di Roma ha poi sottolineato come, in molti casi, non si possa parlare di semplici richieste di un giusto risarcimento del danno, “ma si è venuto a creare un vero business del danno”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Acoi, Luigi Presenti, che ha lanciato un appello alla politica per “riformare il sistema sanitario, anche nell’ottica di renderlo più ‘assicurabile’”. Un esempio avanzato da Presenti è stato quello della rete dei Punti nascita: “Ci sono strutture che continuano a lavorare pur non raggiungendo la soglia minima richiesta di 500 parti l’anno”.

Nella mattinata sono stati poi presentati i lavori di un sondaggio sulla medicina difensiva realizzato sulla base di oltre 20.000 medici intervistatati: evidente nel medico la percezione del rischio di denunce dal paziente (99,1% del campione) o come sia diffusa tra gli addetti ai lavori (oltre il 77% del campione) la consapevolezza del peso di azioni di medicina difensiva sull’aumento dei costi assicurativi. O, infine, come l’88,6% degli intervistati ritenga che oggi per il singolo medico assicurarsi sia un problema critico. 

05 dicembre 2013
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