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Rinnovo contrattuale. Medici (Fvm): “Bene il primo incontro. Speriamo sia inizio di una nuova era”


“Dopo due anni di assenza di dialogo”, l’auspicio del vice presidente della Federazione Veterinari e Medici è che l’incontro di ieri tra i sindacati e il presidente del Comitato di Settore delle Regioni apra la strada per “un nuovo metodo basato sul confronto, come avvenuto sul nodo precariato con il sottosegretario Fadda”.

10 GEN - Soddisfazione da parte della Federazione Veterinari e Medici (FVM – Smi e Sivemp) sull’incontro tra i sindacati e il Comitato di Settore della Conferenza delle Regioni.

Fvm, spiega una nota del sindacato, "ha innanzitutto sottolineato l’importanza della riapertura delle trattative dopo due anni di mancanza di dialogo”. In questo senso si è espressa una valutazione positiva, per esempio, sul metodo utilizzato dal sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda rispetto al grave problema del precariato. “Può essere una buona base di partenza – ha affermato il vice presidente Francesco Medici - che ha già dato i suoi frutti nei mesi scorsi”.
 
Fvm ha messo sul tavolo alcune richieste preliminari: innanzitutto la ridefinizione delle aree e che le trattative della dipendenza del Ssn vada di pari passo con quelle della convenzionata.  Quindi, che si prenda come base di confronto un testo unico delle norme della sanità (il Centro Studi dello Smi ne fece uno qualche anno fa), “per mettere ordine nella giungla legislativa che regola i servizi sanitari del nostro Paese”.
 
La sigla sindacale, ha quindi, ribadito che queste premesse sono necessarie, “perché in questi anni di blocco di contratti e  convenzioni abbiamo assistito a continue fughe in avanti di Regioni e Asl, a scapito della qualità stessa dell’offerta e del lavoro di molti professionisti”.

“Le tante, troppe leggi dello Stato che sono state approvate in questi anni – ha spiegato Medici - hanno costretto la Conferenza delle Regioni a emanare linee di indirizzo spesso in aperta contraddizione con quelle del ministero dell’Economia e contrarie, a loro volta, a quanto concordato con i sindacati. Tutto ciò ha creato una confusione e una applicazione difforme delle norme stesse non solo tra regione e regione, ma talvolta tra diverse aziende. Un nuovo contratto darebbe certezza di un testo unico, condiviso e valido per tutti”.
 
In questo senso Fvm ha, quindi, avanzato alle Regioni una prima proposta anche di contenuto, mettendo in evidenza come la riduzione dei posti letto, derivante dalla revisione della rete ospedaliera, non sia stata accompagnata da una valutazione di impatto del blocco del turn over e del taglio del personale: il che ha aggravato la situazione nelle corsie e nei pronto soccorso. “Queste scelte, infatti, sono incompatibili con l’attuale organizzazione del lavoro” e “le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti quando i pazienti finiscono per terra o sulle barelle, perché non c’è spazio in corsia e perché non ci sono abbastanza medici per assisterli o sufficienti professionisti nei reparti per dimettere velocemente i malati”.

Secondo Medici “servono oltre che i Lea anche requisiti minimi di personale relativi ai posti letto e ai carichi assistenziali. Se i LEA devono essere “di qualità”, servono medici preparati e stabili”.

10 gennaio 2014
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