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Bellezza. In farmacia il 18,4% degli acquisti di prodotti cosmetici


Il canale più importante resta la Gdo, con il 40% dei consumi. Positano (Centro Studi Cosmetica Italia): “La farmacia ha guadagnato quote a discapito soprattutto del canale profumeria”, dove avviene il 22% degli acquisti. Il motivo è la fiducia degli italiani nel farmacista e nei suoi consigli.

29 GEN - La bellezza non conosce crisi. Né in Italia né nel mondo. Lo scenario globale evidenza infatti un trend in crescita per il personal care, che continuerà anche nei prossimi anni (le stime parlano di un +4,1% dal 2008 al 2017). La segmentazione del mercato, sempre globale, vede al primo posto la categoria merceologica dei prodotti per la cura della pelle (23%), seguita dai prodotti per la cura dei capelli (15%) e dall’igiene personale (12%). La ripartizione per aree geografiche evidenzia la leadership dell’Europa con il 36%, seguita da Asia/Pacifico (32%) e America (30%); mentre Africa e Medio Oriente pesano per il 3%. Quanto ai canali: a farla da padrone è la grande distribuzione (Iper + Super) con il 34%, seguito dal 23% è dei negozi specializzati, ma gli occhi sono puntati sulla farmacia, che con il 14% si presenta come un canale in forte espansione.

Il punto sulla cosmesi, in Italia e nel mondo, è stato fatto nei giorni scorsi a Milano, in occasione della terza edizioni del convegno “Beautylux - Bella in farmacia 2014” organizzato da Paola Gallas Networking nell’ambito del ciclo di convegni Farmacia Evoluzione.

Ma quale è la situazione della cosmesi in Italia? A presentarla Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi Cosmetica Italia. Positano ha sottolineato la crescente importanza dell’export nel comparto cosmetico: “Il rapporto export/produzione è pari al 34% e ha consentito di sostenere i volumi. Il fatturato cosmetico globale, per il 2013, mostra un trend positivo per effetto delle esportazioni (+12%), mentre il mercato interno è in calo (-1,3%)”.

Il calo dei consumi è marcato nei canali professionali: acconciatori, estetiste e profumerie; positivo invece l’andamento delle erboristerie, della vendita diretta e dei terzisti. La farmacia mostra sostanziale stabilità, nell’ultimo periodo, ma lo storico dei consumi evidenzia come, dal 2008 a oggi, il canale abbia guadagnato quote a discapito soprattutto del canale profumeria “che - secondo Positano - soffre una crisi di identità e la mancanza di capacità di cogliere le nuove esigenze di shopper experience del consumatore”.
La gdo resta comunque il canale più importante, e secondo i dati preconsuntivi relativi al 2013 concentra oltre 40% dei consumi; mentre la farmacia raggiunge il 18,4%, l’erboristeria il 4,3% e la profumeria il 22,2%.

L’intervento di Positano si è concluso con la presentazione di alcune ricerche svolte dal Centro Studi sul consumatore in Farmacia: a emergere la fiducia del cliente nel farmacista per quanto riguarda l’acquisto di prodotti dermocosmetici e il valore attribuito al consiglio professionale. “In conclusione – ha chiuso Positano - appare necessario considerare una duplice esigenza:  mantenere l’attuale presidio di prestigio e - al contempo - monitorare la crescente sovrapposizione con il canale erboristeria che, oltre a condividere i main features della qualità, naturalità ed expertise, è ad oggi, insieme alla farmacia, fra i canali che hanno meglio saputo intercettare la maggior consapevolezza degli individui in fatto di cura di sé”.

Al convegno si è parlato anche dei risultati che stanno emergendo da un’indagine – tutt’ora in corso – che Retail Salute sta svolgendo proprio sul tema “Dermocosmesi in farmacia: lo scenario competitivo e l’approccio dei farmacisti attraverso un’indagine sul campo”. “In particolare - ha spiegato Paola Gallas, direttore del centro studi Retail Salute - ci stiamo occupando di identificazione dello scenario competitivo, analisi del posizionamento e delle leve competitive dei diversi canali, analisi del panorama esistene in farmacia, individuazione di elementi distintivi per la specializzazione, case study di strategie aziendali e farmacie alto vendenti”.

Secondo l’esperta la dermocosmesi costituisce uno dei comparti più interessanti dell’area commerciale della farmacia e offre diversi vantaggi: incrementa la pedonabilità, offre trend migliori rispetto alla maggior parte delle altre categorie, dà alla farmacia un’immagine legata al benessere, offre al consumatore un’esperienza d’acquisto piacevole e ha buone marginalità. “Per contro - prosegue Paola Gallas - non costituisce più una leva di specializzazione perché le farmacie tendono ad avere, in ambito dermocosmetico, un’offerta indifferenziata. Specializzarsi in dermocosmesi significa allontanarsi dalle logiche degli scaffali indifferenziati, degli assortimenti con soli brand leader e dei tagli prezzo incondizionati, per rivolgersi invece ad altre leve come giornate con beauty consultant, prodotti a marchio proprio della farmacia, brand in esclusiva e ricerca di aree di specializzazione”.

29 gennaio 2014
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