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Reumatologia: soltanto 39 posti per specializzandi in Italia


La Società italiana di reumatologia, riunita a congresso a Rimini lancia l’allarme. Montecucco: “è una preoccupazione che abbiamo già espresso a livello ministeriale, perché il futuro della specialità non è roseo, nonostante le malattie reumatiche siano ormai divenute un problema sociale di primaria importanza".

23 NOV - Più di 5 milioni di malati e oltre 4 miliardi di costi, secondo una ricerca dell’Osservatorio Sanità e Salute, di cui 1,8 miliardi rappresentati dalla perdita di produttività dei lavoratori malati.Questi i numeri delle malattie reumatiche in Italia. Destinati ad aggravarsi ulteriormente con l’invecchiamento della popolazione.
Non stupisce se la reumatologia sia tra le branche della medicina che più si sono evolute negli ultimi anni: ha visto ampliarsi il suo raggio di azione e ha cominciato a confrontarsi con fenomeni medici sempre complessi e dalle origini più disparate (infettive, immunologiche, genetiche o dismetaboliche) che hanno richiesto l’acquisizione di competenze via via più specialistiche.
Eppure, sembra che queste dinamiche stiano sfuggendo alle istituzioni: “Nonostante negli ultimi anni la reumatologia italiana sia considerata tra le più avanzate sul piano della ricerca clinica, purtroppo registriamo una situazione pesante per ciò che riguarda l’accesso dei giovani medici alla specializzazione", ha dichiarato Carlomaurizio Montecucco, presidente della Società italiana di reumatologia che, in questi giorni, si è riunita a Rimini per il 47° congresso annuale. “Nel nostro Paese sono attualmente attive solo 39 borse per specializzandi in reumatologia: è una preoccupazione che abbiamo già espresso a livello ministeriale e che a Rimini approfondiremo ulteriormente, perché il futuro della specialità non è roseo, nonostante le malattie reumatiche siano ormai divenute un problema sociale di primaria importanza”.
Se non fossero sufficienti i numeri, infatti, basta ricordare le patologie di competenza del reumatologo per comprendere quanto la sua figura sia ormai essenziale nelle società moderne: oltre alle dilaganti artrosi e osteoporosi, ci sono artriti e patologie meno note come il lupus eritematoso, la sindrome di Sjogren o la sclerosi sistemica. Non solo patologie gravi, ma anche “di frontiera”: sono infatti tra quelle in cui più frequentemente si impiegano i farmaci biologi.
E proprio a questo argomento sarà riservato ampio spazio nel corso del Congresso con la presentazione delle linee guida Sir sui farmaci biologici.
“Questo Congresso sarà per noi un’occasione speciale”, ha affermato Montecucco “perché vogliamo approfondire temi ed aspetti che determinano la qualità della vita di molti italiani: come affrontare ambulatorialmente gli stati di dolore cronico; come offrire una soddisfacente qualità di vita, anche in termini di sessualità e di rapporti sociali oltre che di capacità lavorativa, in presenza di malattie reumatologiche gravi; come sostenere la gravidanza di donne con problematiche reumatologiche che necessitano cure particolari”. 

23 novembre 2010
© Riproduzione riservata

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