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Specializzazioni. Fadoi: “Medicina interna a rischio, rivediamo con urgenza i fabbisogni formativi”


Nei prossimi dieci anni il numero degli specializzandi in medicina interna potrebbe diminuire di oltre 1800 unità. Per questo la Fadoi chiede interventi immediati per riequilibrare il gap tra numero chiuso per l’accesso alle Scuole di medicina e i reali fabbisogni specialistici.

20 MAR - Bisogna rivedere con urgenza la programmazione della medicina specialistica in Italia per intervenire rapidamente sulla ridistribuzione dei fabbisogni specialistici, a vantaggio di quelle aree che nei prossimi dieci anni saranno a rischio di carenza di medici. E tra queste spicca la Medicina interna ospedaliera.

A puntare i riflettori sulla necessità di una nuova ridistribuzione del fabbisogno formativo è la Fadoi, la società scientifica dei medici internisti ospedalieri. Nei prossimi dieci anni, come ha evidenziato uno studio dell’Anaao Assomed, mancheranno, infatti, all’appello 15 mila medici specialisti. In questo arco di tempo andranno infatti in pensione circa 58 mila camici bianchi, mentre saranno solo 42 mila i nuovi specialisti arruolati per sostituirli. Uno scenario preoccupante che vede coinvolti anche i medici di medicina interna. Secondo le stime presentate nello sudio, nel 2023, mancheranno all'appello ben 1.839 medici di medicina interna.

Una carenza preoccupante se si considera che la Medicina interna ospedaliera rappresenta un punto di riferimento per il futuro, in quanto specialista nella gestione del paziente complesso e cronico con patologia acuta.

“L’analisi dell’Anaao Assomed – ha dichiarato Mauro Campanini, presidente della Fadoi – ha messo chiaramente in luce le criticità più urgenti da risolvere nell’ambito del Sistema formativo italiano. Nella fase critica in cui versa il paese, è necessario un intervento immediato da parte delle Autorità competenti per un riequilibrio del gap tra numero chiuso per l’accesso alle Scuole di medicina e chirurgia e i fabbisogni specialistici a livello regionale. Fadoi ritiene necessario che si intervenga rapidamente nella ridistribuzione dei fabbisogni, a vantaggio di quelle specialità che si prevede essere carenti nel decennio prossimo, tra le quali spicca la Medicina interna ospedaliera”.

“È necessaria – ha quindi aggiunto Giorgio Vescovo, presidente della Fondazione Fadoi – una nuova ed urgente programmazione sanitaria per evitare, in un vicino domani, l’impoverimento di unità operative in termini di personale medico, privando il sistema sanitario di una specialità che opera in una cornice organizzativa dove le risorse umane sono essenziali per l’assistenza e per una ricerca indipendente che guarda sia all’efficacia che all’efficienza delle cure”.
Fadoi si propone quindi alle Istituzioni comeinterlocutore attento e propositivo, riconoscendo a tutti gli ospedali nei quali operano reparti di medicina interna, la capacità di diventare un teaching hospital, dove poter accogliere medici in formazione.

20 marzo 2014
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