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I farmacisti a convegno. Il Ministro Lanzetta: “Voglio essere parte attiva per fermare disomogeneità tra Regioni”


Il ministro per gli Affari Regionali lo ha affermato intervenendo alla convention dedicata alla farmacia promossa dalla Fondazione Cannavò e dalla Fofi in corso a Roma. E proprio con riferimento alla farmacia, Lanzetta l’ha definita “un punto di riferimento” per i cittadini e ha definito la professionalità del farmacista "indispensabile e non sostituibile".  

05 APR - “Il sistema sanitario nazionale è tra le principali conquiste sociali del nostro Paese, ma oggi esistono troppe disomogeneità regionali rispetto all’esigibilità e alla qualità servizi. Come ministro per gli Affari Regionali vorrei essere parte attiva per colmare questo gap”. La dichiarazione di impegno di Maria Carmela Lanzetta, ministro per gli Affari Regionali, è arrivato dal palco di FarmacistaPiù, la nuova convention dedicata alla farmacia e promossa dalla Fofi e della Fondazione Cannavò. Ma per raggiungere questo obiettivo, Lanzetta si è appellata al “principio di leale collaborazione di tutte le parti coinvolte”, come “condizione necessaria” per “raggiungere gli obiettivi di razionalità ed efficienza in termini di equilibrio costi-qualità”. E per Lanzetta, le farmacie “possono dare ulteriore contributo per la sostenibilità del sistema e l’esigibilità del diritto salute”.
 
Il ministro, che è anche una farmacista, ha infatti sostenuto che le farmacie “sono già un importante punto di riferimento per cittadini” e “ i farmacisti, con il medico di famiglia, sono i capisaldi del benessere dell’individuo”. Ma il suo ruolo può essere ancora più importante e determinante sul territorio e all’interno del Ssn, secondo Lanzetta. L’invito del ministro ai farmacisti è dunque quello “di definire il loro valore aggiunto e diffonderlo in modo omogeneo in tutto il paese. La farmacia – per Lanzetta - deve poter offrire un servizio integrato che faccia leva sulla professionalità indispensabile e non sostituibile del farmacista”. Il ministro ha comunque sottolineato che per dare ai farmacisti la possibilità di dimostrare il loro “valore aggiunto” è necessario creare le condizioni per permettergli di farlo. Un passo importante, secondo Lanzetta, è stato fatto con linee di intervento per l’assetto organizzativo e strutturale della rete dei servizi del territorio deliberate dalla Conferenza Stato Regioni e nella quale rientra la farmacia dei servizi. “Si è intrapreso il percorso per la loro realizzazione” e “i lavori finora svolti in Stato Regioni sono il frutto dell’ impegno congiunto per garantire in modo uniforme l’erogazione di Lea in condizioni di efficienza”. L’auspicio di Lanzetta è che “il Patto per la Salute e il rinnovo della convenzione delle farmacie porti a misure concrete” per migliorare ulteriormente questo processo di sostenibilità del sistema e qualità dei servizi. “Il lavoro da fare ancora tanto, ma con la collaborazione di tutti si può giungere a una strategia valida”, ha concluso il ministro.
 
Più qualità e sostenibilità, dunque. Sono questi gli obiettivi della sanità italiana, sui cui politica e professionisti concordono. E condiviso è oggi anche il pensiero che sostenibilità e qualità non possono convivere se per raggiungere il primo obiettivo si ricorre a tagli lineari. D’altra parte, “l’abbandono dei tagli lineari nel controllo della spesa sanitaria non ha fatto venire meno la necessità di razionalizzare l'impiego delle risorse”. Ne è convita la Fofi, che proprio su questo tema ha incentrato il confronto svolto stamani alla convention, per indagare, in particolare, il ruolo che la rete delle farmacie di comunità può avere per contribuire all'obiettivo, “ambizioso ma irrinunciabile”, di coniugare l'efficacia delle cure con il governo della spesa.
 
D’altra parte, come sottolineato dal presidente della Fofi, senatore Andrea Mandelli, nel corso del suo intervento (breve, per lasciare posto agli ospiti della convention), “negli stati dove, per contenere la crisi economica, si è abbandonato il welfare, la situazione è peggiorata, sia a livello di benessere dei cittadini che dell’economia. Al contrario, i dati macroeconomici dimostrato che dove per fronte alla crisi si è investito in welfare e salute, il trend di ripresa è migliore. Su questo occorre fare una profonda riflessione. La cura del paziente – ha evidenziato Mandelli – è una strategia di sviluppo e non una spesa”.
 
A sottolineare il ruolo che possono ricoprire i farmacisti in questo senso è stato il vicepresidente della Fofi, senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri, secondo il quale il farmacista è “un sacerdote laico e il mediatore del rapporto tra domanda ed offerta, che è una caratteristica straordinariamente importante” perché può “guidare l’uso e il consumo dei farmaci e del servizio sanitario nei modi più appropriati, portando risparmio per il sistema e benefici in termini clinici per il cittadino”. 

Intervenuto all’evento anche il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, che ha voluto anzitutto rivolgere un plauso all’assemblea dei farmaci per il loro ruolo attivo nell’attività di farmacovigilanza”. Pani ha voluto inoltre sottolineare il “grande valore” del nostro sistema sanitario nazionale, l’unico in cui “c’è il massimo punto di contatto tra pazienti e professionisti del farmaco, cioè medici e farmacisti. In tutti altri Paesi – ha spiegato Pani – questo rapporto è stato affidato ad altre figure, rispettabilissime, ma diverse. E quando si parla di uso del farmaco, non è la stessa cosa se ad affiancare i cittadini sono medici e farmacisti o altrei professionisti non prettamente professionisti del farmaco”. Non è lo stesso quando si parla di affincare uso farmaci. Pani ha poi illustrato l’andamento dell’uso dei farmaci in Italia, spiegando che il mercato dei farmaci in Europa fino al 2020 conterà circa 130 miliardi di euro nei farmaci oncologici. Ad aumentare anche la diffusione degli  anti-infettivi e dei farmaci per il sistema nervoso centrale per patologie come l’Alzheimer. “Pensate a quanti di questi farmaci potrebbero essere portati nelle farmacie territoriali”. Tuttavia, ha sottolineato Pani, “questi farmaci potranno essere dispensati solo nelle farmacie che saranno attrezzate e per mano dei farmacisti che avranno il coraggio di impegnarsi nella formazione delle competenze specifiche, perché gli effetti collaterali e la complessità di questi farmaci è tale che sarà necessaria, per il farmacista, una competenza specifica”.
 
E proprio sul ritorno dei farmaci ad alta complessità in farmacia punta Annarosa Racca, presidente di Federfarma, per il futuro della farmacia. “I farmacisti devono senz’altro fare un ulteriore sforzo per dimostrare di essere competitivi, ma abbiamo già fatto molto e i numeri dimostrano che la farmacia è un servizio efficiente economico”. Racca chiede dunque di “ristabilire la verità” rispetto alle Asl che “vantano principi di efficienza ed economicità ma poi non c’è alcun monitoraggio che dimostri il raggiungimento di questi principi”. Al contrario, ha sottolineato Racca, “le farmacie hanno sempre fornito i numeri e hanno dimostrato negli anni di poter dare un forte contributo al contenimento e al monitoraggio della spesa e dell’uso dei farmaci”. Le cose, però, secondo Racca, stanno cambiando e “finalmente il ruolo della farmacia comincia ad essere riconosciuto”. In questo senso Racca ha rivolto un plauso dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e all’Aifa, anche per avere “difeso il Ssn ed evitato nuovi tagli”. “Ora – ha concluso Racca - bisogna dare concretezza agli obiettivi e Federfarma sta già lavorando per mettere a disposizione di tutte le farmacie nuovi strumenti e possibilità, a partire da piattaforme elettroniche. Cercheremo di andare avanti con il processo di digitalizzazione sistema e di aiutare le farmacie a utilizzare sistemi di monitoraggio delle terapie, nella consapevolezza che l’aderenza terapeutica e il controllo dei pazienti cronici sono essenziali per migliori risultati terapeutici ed economici”.
 
Progetti che saranno piaciuti a Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, secondo il quale “la sostenibilità del sistema è per la nostra organizzazione un tema importante e per raggiungerla serve una garanzia sui livelli di finanziamento e strumenti in grado di rendere il sistema più efficace ed efficiente”. In questo senso la farmacia, secondo Aceti, “ha giocato un grande ruolo e può giocarne uno ancora più grande. Noi scommettiamo molto sulla farmacia e pensiamo che possa ricoprire un ruolo importante nell’informazione al cittadino per promuovere un uso appropriato del Ssn”.
 
A chisura dell’incontro sono intervenuti Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria, e Enrique Hausermann, presidente di Assogenerici. Ma se il primo ha puntato sulla difesa dell’industria, come base dell’intera filiera, affermando che se l’industria salta, salta la farmacia”, il secondo ha sostenuto che “senza la farmacia, la filiera non funziona. Farmacia, in tutti i paesi, dove più, dove meno, è il fondamento di tutto il ciclo del farmaco”. Per questo Hausermann ha sostenuto la necessità di “stabilizzare il sistema” attraverso un “quadro di regole precise” e ha invitato le istituzioni ad “incentivare la distribuzione dei farmaci a livello territoriale anzitutto per facilitare l’accesso al cittadino”.
 
Ultima parola a Stefano Brovelli, presidente di Assoslute, che ha sottolineato come farmacisti e farmaci da banco siano un binomio imprescindibile per il benessere dei cittadini e anche per la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. “Il farmaco da banco è il prodotto che meglio di tutti gli altri consente al farmacista di esprimere la sua competenza e professionalità, nel consigliare al consumatore il trattamento più appropriato per risolvere i piccoli disturbi”, ha affermato Brovelli, citando i risultati di un indagine promossa da Assosalute che, già nel 2011, evidenziavano, che l'80% degli italiani preferisce chiedere consiglio al farmacista durante l'acquisto di un farmaco da banco. Per Brovelli, inoltre, “per promuovere un ricorso appropriato al Sistema Sanitario Nazionale è necessario però che i cittadini siano educati alla distinzione tra disturbo e malattia e ad un corretto ricorso ai farmaci di automedicazione ed anche in questo il ruolo di indirizzo e consiglio del farmacista è fondamentale”.

05 aprile 2014
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