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Statuto Enpam. Non vengono ammessi emendamenti da parte di 10 Ordini. E questi lasciano l'aula. Rossi (Milano) guida la protesta

di Giovanni Rodriquez

Il regolamento votato a maggioranza imponeva una raccolta firme di almeno 35 Ordini in mezz'ora per poter presentare degli emendamenti alla bozza in discussione. Una decisione ritenuta "ingiusta" e "non accettabile" da 10 Ordini provinciali che hanno abbandonato la discussione e ora annunciano un possibile ricorso

27 GIU - Dieci Ordini medici hanno oggi abbandonato i lavori per il nuovo statuto dell'Enpam protestando contro una modalità procedurale ritenuta "ingiusta" e "non accettabile". Gli emendamenti alla bozza presentati non sono stati neppure presi in considerazione perché, il regolamento votato a maggioranza, imponeva una raccolta firme di 35 Ordini in mezz'ora di tempo. Per far luce sull'accaduto abbiamo intervistato il presidente dell'Omceo Milano, Robero Carlo Rossi.

Dottor Rossi, cosa è accaduto durante la discussione dello statuto?
E' successo che è stata messa in votazione una modalità procedurale che, per permettere di presentare emendamenti sullo statuto in discussione, obbligava a raccogliere le firme di 35 Ordini in appena mezz'ora di tempo. Una manovra simile contiene un messaggio chiaro: "Non disturbare il manovratore". Si tratta di un comportamento inaccettabile.

Ma non era mai successo prima?
A mia memoria una cosa simile non era mai successa. Ma penso che in nessun consesso democratico si possano porre regole simili con l'aggravante di dover raccogliere una tale mole di firme in così poco tempo. Una volta passata ai voti questa modalità procedurale, noi abbiamo deciso di abbandonare i lavori. C'è da dire che di questa procedura eravamo stati informati solo a ridosso dell'incontro, appena due giorni prima, ma anche in questo caso non si faceva assolutamente cenno alla componente temporale, all'assurdità di questa mezz'ora di tempo limite.

Quali sono gli Ordini che hanno abbandonato i lavori?
Sono quelli di Milano, Bologna, Ferrara, Piacenza, Ascoli Piceno, Trapani, Latina, Salerno, Potenza e Isernia.

Qual era invece il contenuto degli emendamenti che avreste voluto presentare?
Per riassumerne il loro contenuto possiamo dire che, innanzitutto, chiedevano un Consiglio Nazionale misto e più snello. Oggi abbiamo sì un Consiglio misto ma è assolutamente 'ipertrofico'. Volevamo poi che, per quanto riguarda gli investimenti, fossero evitati derivati e titoli a rischio ma che piuttosto si dirittassero le risorse su titoli sicuri a larga tenuta. Infine, volevamo che fosse specificato all'interno dello Statuto che i compensi e le spese presentabili fossero parificate a quelli della Fnomceo, ridotte quindi di circa un terzo rispetto a quelle attuali.

E ora cosa pensate di fare?
Al momento non presenzieremo durante la discussione dello statuto ma stiamo anche valutando di fare di corso di fronte a quella che si configura come una vera ingiustizia.
 
Giovanni Roderiquez

27 giugno 2014
© Riproduzione riservata

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