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Le proposte dell’Antitrust. Fenagifar difende la pianta organica: “Eliminarla danneggerebbe cittadini e istituzioni”


Per i giovani farmacisti c’è il rischio di una concentrazione delle farmacie nelle zone più popolate e di abbandono” di quelle rurali o similari. Per Fenagifar “sarebbe utile integrare sempre più il sistema farmaceutico nel Ssn” e rendere le farmacie il "front office" a disposizione dei cittadini per i rapporti con le Istituzioni Pubbliche”.

11 LUG - Non piacciono ai giovani farmacisti del Fenagifar le proposte presentate a Governo e Parlamento dall’Antitrust per migliorare la concorrenza e il mercato in ambito di farmacie e farmaci. “Riconosciamo che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, adempiendo ad una funzione difficile ma necessaria, individua misure ritenute utili per il processo di rinnovamento dell’economia e della società italiana proponendo un’azione educativa e culturale nei riguardi dei cittadini. Tuttavia, teniamo ad evidenziare alcune specificità e criticità del settore farmaceutico che, secondo noi, se ben individuate, porteranno non solo alla realizzazione degli obiettivi proposti, ma anche a determinare reali risparmi per i consumatori, benefici effetti per l’utenza e prospettive occupazionali per i giovani farmacisti”, affermano in una nota.

Nel dettaglio delle proposte avanzate dall’Antitrust, Fenagifar sostiene che, queste vadano nella direzione di “abolire la pianta organica” e “favorire la concentrazione delle farmacie in poche mani”. Cambiamenti che “non solo non migliorano il servizio ma anzi danneggiano cittadini e Istituzioni pubbliche. C'è il rischio, infatti, di una concentrazione delle farmacie nelle zone più popolate, in particolare quelle metropolitane con l'abbandono come è avvenuto per tante altre attività delle aree meno popolate, e un sicuro abbandono delle zone cosiddette rurali o similari. Oggi il pregio della normativa italiana è sopratutto quello di aver favorito una presenza capillare delle farmacie su tutto il territorio nazionale, a garanzia e tutela della salute pubblica di ogni cittadino italiano”.

Inoltre, per Fenagifar, “non migliorerebbe la concorrenza sui farmaci i cui prezzi al pubblico sono fissati dallo Stato mentre si formerebbero monopoli che limiterebbero la concorrenza, oggi particolarmente vivace, in tutta l'area del parafarmaco. Ed infine, siamo convinti che non si verificherebbe un aumento occupazionale per i giovani farmacisti che sarebbero adibiti esclusivamente alla distribuzione del farmaco mentre sarebbe utilizzato personale generico per la vendita di tutti gli articoli extra farmaco, attività che oggi in gran parte viene svolta da farmacisti. I tanti servizi oggi assicurati ai cittadini dalle farmacie, verrebbero meno, con grave danno per i cittadini e con oneri per le ASL”.

“Siamo convinti – prosegue Fenagifar - che liberalizzazioni spinte non sempre portano ad un risparmio mentre di contro hanno sempre portato ad un minor servizio e soprattutto ad una minore qualità del servizio”.

Per i giovani farmacisti bisogna tener sempre presente che:

- “il bene farmaco possiede una sua specificità e non può essere confuso con un bene di consumo e, pertanto, non può essere considerato oggetto delle regole della comune attività commerciale. Assimilare il farmaco a un comune bene commerciale, induce gli utenti a un uso improprio ed anche ad abusi che creano la necessità di ricoveri ospedalieri”.

- la professione del farmacista “è un’attività sanitaria a tutti gli effetti, che si esercita attraverso la dispensazione di un bene specifico, qual è il farmaco che va accompagnato dall’esplicazione della prescrizione medica, supportata anche dal consiglio professionale del farmacista che operando per conto dello Stato, garantisce i cittadini sul corretto uso del farmaco, nel rispetto sia delle leggi vigenti sia del codice deontologico”;

- la Farmacia “è un settore regolamentato da un regime di concessione statale, dove il farmacista offre una prestazione professionale che consiste nel tenere insieme l’interesse privato del cliente e l’interesse pubblico, realizzando il massimo interesse del cliente/paziente, ma mai in danno del bene pubblico. Difendere ’indipendenza del pensiero intellettuale del professionista significa difendere anche gli interessi del cliente/paziente”;

- la Corte di Giustizia Europea “ha dichiarato che una normativa nazionale che prevede un simile regime di pianificazione è in linea di principio atta a realizzare l’obiettivo di garantire alla popolazione un approvvigionamento di medicinali sicuro e di qualità ed indispensabile a colmare eventuali lacune nell’accesso alle prestazioni sanitarie, evitando una duplicazione nell’apertura delle strutture, in modo che sia garantita un’assistenza farmaceutica adeguata alle necessità della popolazione a copertura di tutto il territorio, tenendo conto delle regioni geograficamente isolate altrimenti svantaggiate”.
 
“Non ultima considerazione, poi – proseguono i giovani farmacisti -, viene dal fatto che questi continui interventi sulla normativa - alcuni attuati, altri minacciati - non favoriscono una politica che permetta una programmazione delle strategie aziendali e degli investimenti; questo clima di insicurezza e di precarietà non favorisce - per evidenti motivi - l'innovazione e l'occupazione e mortifica la professione, togliendo entusiasmo e voglia di fare”.

Per Fenagifar “sarebbe invece particolarmente utile integrare sempre più il sistema farmaceutico nel SSN per realizzare un efficiente ed efficace sistema di sanità territoriale che alleggerisca la pressione sulle strutture ospedaliere e faciliti la fruizione di servizi ai cittadini, realizzando quella farmacia dei servizi di cui tanto si parla (Documento sulle linee guida farmacia dei servizi). Questa soluzione favorirebbe sicuramente l’assunzione di molti giovani farmacisti, valorizzandone la professionalità specifica”.

Le farmacie dovrebbero, inoltre, secondo Fenagifar, diventare il "front office" a disposizione dei cittadini per i rapporti con le Istituzioni Pubbliche in materia sanitaria, “a cominciare dalla prima medicina: l'informazione”.

“Piuttosto come giovani professionisti auspichiamo invece l’espletamento del concorso straordinario, che permetterà di liberare energie ed aumentare opportunità occupazionali, sempre con un occhio di riguardo verso le giovani generazioni, su cui è giusto indirizzare i principali provvedimenti”.

11 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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