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Rinnovo Acn. Snami: "Agenda dei lavori viziata da operatività 'goccia a goccia'"


A preoccupare il sindacato non sono i tempi lunghi, quanto "l'operatività" che la parte pubblica sta ponendo in essere in questa contrattazione, giudicata eccessivamente frammentata. Testa: "Non ci piace discutere il nostro futuro in assenza di un documento globale della parte pubblica. I coordinatori delle future aggregazioni devono essere eletti da noi".

19 SET - Altro incontro ieri a Roma tra la Sisac e le rappresentanze sindacali per il rinnovo dell’ ACN della Medicina Generale. "Abbiamo appreso che si continuerà con le convocazioni settimanali 'sine die' - ha detto Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami -. Non ci preoccupano i tempi lunghi perché abbiamo già sostenuto in tempi non sospetti, e lo ribadiamo anche oggi, che se fosse per noi la nuova convenzione non si farebbe. Preferiamo il vecchio contratto e riteniamo che la legge Balduzzi, a cui si riferirà obbligatoriamente il nuovo ACN, sia stata colpevolmente ispirata da chi poco conosce il territorio ed ancora meno i pazienti, ai quali l’assistenza sanitaria dovrebbe essere erogata. Ci preoccupa invece l’operatività che la parte pubblica sta ponendo in essere in questa contrattazione: eccessivamente frammentaria e dispersiva e che non consente una esaustiva disamina, che al momento può essere solo parziale e per alcuni aspetti solo ipotetica".
 
"La documentazione delle loro proposte non viene fornita in anticipo come propedeutica ai lavori ma solo di volta in volta e per pochi articoli. Al momento - ha spiegato ancora Testa - in attesa di comporre il puzzle finale, ci sono consentiti giudizi, valutazioni e controproposte solo parziali e di conseguenza ipotetici".

Francesco D’Accardi, Vicepresidente nazionale, membro della delegazione trattante, ha aggiunto: "La politica deve essere sensibilizzata in maniera puntuale sulla situazione tragica che il sistema sanitario nazionale sta attraversando ed ancora di più il comparto della medicina generale. Si paventa un futuro di sconvolgimento dell’attuale assistenza medica territoriale, che comunque funziona, con il salto nel baratro delle nuove macro aggregazioni dei Medici che non si sa con quali soldi verranno finanziate e come potranno sopravvivere".

"Rimandiamo al mittente - ha concluso Angelo Testa - l’ipotesi proposta dalla parte pubblica che i futuri coordinatori delle AFT possano essere nominati dai responsabili di distretto. Intendiamo eleggerli Noi ed a Noi dovranno rispondere". 

19 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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