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Speciale Congresso Sifo/2. Il progetto Padlock per la sicurezza dei farmaci: dalla prevenzione al monitoraggio

di Gennaro Barbieri

L'iniziativa, messa a punto dalla Sifo, parte da un’analisi degli interventi necessari per incrementare la sicurezza nelle strutture della farmacie ospedaliere, tenendo conto dei nuovi scenari di rischio. Il trend in aumento dei furti in Italia viaggia di pari passo alla escalation nella falsificazione e contraffazione dei farmaci a livello mondiale.

20 OTT - Negli ultimi anni, anche a causa della crisi economica, il numero di furti nelle farmacie delle Aziende sanitarie è sensibilmente aumentato, in particolare di farmaci ad alto costo (biologici, oncologici, etc), richiedendo un ulteriore sforzo da parte delle stesse Aziende Sanitarie e vedendo i farmacisti in prima linea per la implementazione e gestione di sistemi di sicurezza sempre più efficaci.

Ed è proprio per rispondere alla necessità di proteggere i beni farmaceutici che nasce il progetto Padlock, per l’adeguamento dei livelli di sicurezza delle farmacie ospedaliere a rischio di furti e per la definizione di standard tecnici. L’iniziativa è stata messa a punto dalla Sifo, con il contributo incondizionato di Roche, ed è stata coordinata da Marcello Pani (Area Logistica e Innovazione della Sifo).

Tre i concetti chiave che hanno caratterizzato l’implementazione del progetto: prevenzione, messa in sicurezza e miglioramento dei sistemi di monitoraggio. L’idea di partenza risiede in un’analisi degli interventi necessari per nelle strutture della farmacie ospedaliere, tenendo conto dei nuovi scenari di rischio. Il trend in aumento dei furti viaggia di pari passo alla escalation nella falsificazione e contraffazione dei farmaci a livello mondiale. Il prodotto rubato, o addirittura la sua confezione, vengono generalmente dirottati nel circuito della contraffazione verso altri Paesi.

Il farmaco rubato esce immediatamente dal controllo delle specifiche di conservazione e subisce così la prima possibilità di degrado. Può essere quindi messo in circolo nei modi più disparati e, quando anche non subisse danni lungo tutta una catena di rilavorazione assolutamente lontana dal seguire le necessarie normative di buona fabbricazione (cGMP), rientrerebbe in circolo con dati modificati come la scadenza sull’etichetta.

Uno studio pubblicato dal Centro Transcrime dell’Università Cattolica di Milano e dall’università di Trento evidenzia che tra il 2006 e il 2013 un ospedale italiano su dieci ha registrato un furto di farmaci, subendo una perdita media, per ogni furto, di circa 330 mila euro. Si tratta comunque di dati sottostimati, in quanto relativi esclusivamente alle notizie di furti pubblicate dai media. Ad essere più colpiti sono gli ospedali più grandi e con un maggior numero di discipline. Tra i prodotti, gli antitumorali, gli immunosoppressori, gli antireumatici e i biologici, Epo e i farmaci dopanti.

Il progetto Padlock ha avuto inizio nel febbraio del 2014: si è partiti da un check up tecnico, presso 12 centri ospedalieri italiani che avevano già subito furti per poi procedere ad un lavoro di elaborazione di linee guida denominate ‘Benchmark per la Farmacia Ospedaliera Sicura’. Esse non vogliono essere sostitutive o alternative rispetto ai requisiti assicurativi e contrattuali già in essere presso le Aziende Sanitarie, ma potranno costituire un supporto finalizzato al miglioramento del livello di sicurezza delle farmacie delle Aziende Sanitarie.

L’impianto prevede, innanzitutto, una serie di azioni preventive. In primis bisogna dotare la farmacia di allarmi, telecamere a circuito chiuso e degli ausili necessari per la prevenzione dei furti. Altro aspetto prioritario riguarda l’introduzione della vigilanza di una guardia giurata per il controllo specifico dell'accesso in farmacia. Importante poi individuare un'unica area di immagazzinamento dei farmaci costosi in una zona interna dell'ospedale, dover poter utilizzare tutti gli accorgimenti idonei alla protezione dai furti, compresi la chiusura a chiave di armadi e/o frigoriferi e del locale stesso.

Ulteriore accorgimento che potrebbe rivelarsi risolutivo riguarda la limitazione dell’accesso ai locali della farmacia al personale esterno (corrieri etc.) per evitare perlustrazioni a scopo di furto, celate da false motivazioni. Sarebbe inoltre utile destinare al ricevimento dei farmaci un'area separata da quella di immagazzinamento.  Fondamentale anche il livello delle azioni correttive. Innanzitutto non si può prescindere da una tempestiva denuncia ai Carabinieri/NAS, indicando farmaci quantità e lotti sottratti. Contestualmente è necessario anche effettuare comunicazioni tempestive alle Direzioni Sanitaria e Generale e alle case farmaceutiche che hanno fornito i farmaci. Utile anche l’indicazione che suggerisce di prestazione attenzione perché in alcune sedi il furto si è ripetuto dopo alcune settimane, specialmente se il furto non è stato totale. La necessità di riapprovvigionarsi dopo il furto potrebbe essere considerata dai malviventi un'ulteriore opportunità per reiterare il furto.

Tra le linee guida individuate dal progetto, rilievo particolare assume quindi l’esigenza di incrementare la consapevolezza di tutti gli attori sulla gravità del problema, illustrando i dati degli scenari attuali e l’impatto non solo economico ma anche di salute pubblica. Le linee guida, rilasciate nel 2014, saranno implementate nel 2015 tramite un incremento del campione e una prosecuzione delle verifiche. A quel punto saranno pubblicate e diffuse in via definitiva.
 
Gennaro Barbieri
 

20 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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