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Congresso Smi. La relazione di Calì: "Un contratto unico per tutti i medici del Ssn"

di Gennaro Barbieri

La proposta è stata lanciata dal segretario nazionale uscente che verrà sostituito nelle votazioni fissate per domani. Prevede un accesso generalizzato a tutti i settori del Ssn con un rapporto libero-professionale para subordinato ad orario fisso di 38 ore. Suggerito anche un cambiamento degli assetti organizzativi, introducendo i Drg del territorio. LA RELAZIONE

24 OTT - Istituire un contratto unico che metta assieme medici di famiglia, ospedalieri e specialisti, chiudendo così la stagione delle varie forme di dipendenza e delle convenzioni. E’ la proposta lanciata dal segretario nazionale Salvo Calì in occasione del III Congresso nazionale del Sindacato dei medici italiani (Smi) in coso a Roma presso l’Hotel Ergife.

“L’idea fondamentale – ha spiegato Calì nella sua relazione congressuale - potrebbe essere allora quella di un accesso generalizzato a tutti i settori del Ssn con un rapporto libero-professionale para subordinato ad orario fisso per tutti di 38 ore”. La proposta, disegnata dal giuslavorista Bruno Caruso, prevede una struttura contrattuale che ripercorra l’attuale convenzione per la specialistica ambulatoriale, “che comprende forte carattere libero professionale, compenetrandolo tuttavia con alcune caratteristiche del lavoro dipendente”.

La nuova impalcatura organizzativa implica una serie di dirigenti di unità complesse che verrebbero selezionati con i criteri e le modalità attuali. “Tali dirigenti dovrebbero avere in alcuni casi caratteristiche più decise di direzione professionale (penso agli attuali dirigenti di unità operativa), in altri casi di carattere più marcatamene gestionale e, in questo caso, penso ai direttori di dipartimento o di distretto”.

Sotto il profilo economico, la proposta dello Smi suggerisce una retribuzione base oraria che venga poi incrementata da una indennità variabile che spetterebbe sia ai dirigenti di strutture complesse che a tutti gli altri, sulla base dei risultati e di precisi incentivi. Dentro la componente variabile della retribuzione confluirebbe anche l’attività libero professionale svolta per conto dell’azienda.

“L’accesso al sistema – ha garantito Calì - non dovrebbe creare soverchi problemi restando, fermo il possesso del titolo di specializzazione cui, tendenzialmente, verrà omologato l’attuale titolo di formazione in medicina generale che vedrà probabilmente nel tempo un allungamento a cinque anni ed un ambiente universitario”. Per quanto concerne il versante previdenziale, il sistema “potrebbe far capo all’Enpam con un fondo speciale Ssn che preveda anche una qualche forma di premio di fine servizio”.

Il segretario uscente, nella sua relazione, ha focalizzato l’attenzione anche sugli assetti organizzativi che caratterizzano il Ssn. “Bisogna ridefinire gli spazi di intervento dello stato sociale per disegnare un nuovo orizzonte di servizi e assistenza per i cittadini”. Un obiettivo raggiungibile soltanto superando “l’asimmetria tra ospedale e territorio e promuovendo una moderna, intelligente e professionalmente qualificata rete che risponda ai bisogni dell’urgenza e dell’emergenza”.

Imprescindibile, quindi, ridefinire gli ambiti di intervento nel territorio, “assumendo quale paradigma principale la cronicità, procedendo alla reale presa in carico dei pazienti attraverso l’adozione nazionale di standard prestazionali condivisi (DRG del territorio), quantificando la domanda e conseguentemente organizzando adeguatamente l’offerta sulla base dei costi sostenibili, chiedendo la partecipazione alla spesa nelle forme moderne della mutualità integrativa (peraltro già diffusa in diverse categorie di lavoratori) per le prestazioni non esigibili completamente a titolo gratuito”.

Se la cronicità diventa effettivamente la coordinata di riferimento, allora la sfida è costruire una continuità assistenziale che si configuri come organizzazione articolata delle prestazioni e dei servizi, coinvolgendo diverse professionalità, “esattamente come in ospedale, ma che, a differenza dell’ospedale, abbiano come prospettiva non già la guarigione, bensì l’ingravescenza, l’aggravarsi cioè nel tempo della malattia con la conseguente richiesta di cure e assistenza ancora più intensive”.

Calì non ha dubbi. “E’ questa la prima emergenza sanitaria del paese. Essa va affrontata all’interno di un disegno unitario che renda omogenee ed esigibili le prestazioni esattamente come avviene per i DRG ospedalieri”. Perché un intervento chirurgico è “ugualmente esigibile a Roma come a Milano come a Palermo, certo con differenti caratteristiche dei cosiddetti peripheral, consistenti nella qualità del vitto e del posto letto, nella pulizia e nella cortesia e disponibilità del personale, ma certamente con un prodotto il cui standard qualitativo dipende soltanto dalle capacità dei professionisti”.

I 430 delegati che compongono il congresso saranno chiamati a rinnovare gli organismi del sindacato. Salvo Calì, nonostante lo statuto non preveda limiti al mandato, ha deciso di lasciare spazio a un nuovo corso. Entro domattina alle 12, sarà possibile presentare le candidature da cui scaturirà quindi il nuovo segretario nazionale. Il responso sarà proclamato intorno alle 18.
 
Gennaro Barbieri
 

24 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

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