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Chirurgia estetica. Più "consenso" meno contenziosi


Ne è convinta l'Associazione di categoria che ricorda come "il consenso informato rappresenti l’attestazione finale dell’avvenuta informazione". Tuttavia " viene a volte fatto firmare ‘al volo’, talora subito prima dell’intervento, venendo a perdere ogni significato ed anche la sua validità giuridica".

13 DIC - Il documento di consenso informato sta assumendo una sempre maggiore centralità nel rapporto medico-paziente in chirurgia estetica. Tuttavia anche in questo settore, come in tutti gli altri, si sta andando verso l’americanizzazione del rapporto medico-paziente, con una maggiore litigiosità. Sono i principali elementi emersi nel corso del convegno ‘Come prevenire e affrontare il contenzioso legale in chirurgia estetica’, organizzato a Roma dall’Associazione italiana di chirurgia estetica (Aicpe).

L’evento è stato promosso con lo scopo di informare i medici sulle novità medico-legali e giurisprudenziali, nell’ottica di un progressivo miglioramento del servizio reso ai pazienti. Nell’ambito dei lavori sono stati analizzati i dati presentati lo scorso settembre da Cittadinanzattiva nel Rapporto PIT Salute, da cui risulta che i più vessati dal contenzioso sono ortopedici (33,4%), chirurghi generali (16,8%) e oculisti (9,6%) mentre i chirurghi plastici sono in fondo alla classifica (2%) e si caratterizzano anche per un basso valore medio per risarcimento (40mila euro circa).
 
“Riscontriamo tuttavia un aumento delle tentate cause ai nostri danni – afferma Luca Siliprandi, vicepresidente Aicpe -. Molti pazienti minacciano cause civili ai colleghi anche per problemi inesistenti, con lo scopo di ottenere un rimborso in seno ad accordi extragiudiziali”. Dal convegno “che ha registrato il tutto esaurito – aggiunge - e ha visto tra i relatori magistrati e avvocati, è emerso che si sta andando verso l’”americanizzazione” in tutti i settori del rapporto medico paziente, con una maggiore litigiosità in tutti i campi, soprattutto pubblico. Il maggior numero di richieste di risarcimento si rivolge infatti agli ospedali”.

Da parte dei giudici magistrati partecipanti al convegno di Roma è emersa una maggiore attenzione al comportamento del chirurgo estetico con riferimento al rispetto delle linee guida, in armonia con la recente introduzione della legge Balduzzi. “Una legge molto criticata per diversi punti di vista, ma che ha il merito di rivolgere l’attenzione al comportamento professionale e al rispetto delle linee guida”. Per quanto riguarda la chirurgia estetica, Aicpe è stata la prima società scientifica a realizzare specifiche linee guida per i principali interventi.

In questo quadro, funzione fondamentale spetta al documento di consenso informato. “Il consenso informato, ben lungi dall’essere un essere pezzo di carta da far firmare al paziente per sgravare le responsabilità del chirurgo o un mero atto burocratico, rappresenta l’attestazione finale dell’avvenuta informazione. Informazione che dev’essere adeguata, cioè comprensibile e completa - aggiunge il vice presidente Aicpe -. Tale documento, adeguatamente personalizzato per ogni specifico caso, dovrebbe essere consegnato al paziente al termine del primo colloquio e ritirato dopo un adeguato lasso di tempo, comunque prima della data dell’intervento chirurgico, per concedere al paziente di meditare sulle informazioni e di poter rivolgere al chirurgo ogni possibile chiarimento. Veniamo purtroppo a conoscenza che ancora oggi questo fondamentale documento viene a volte fatto firmare ‘al volo’, talora subito prima dell’intervento, venendo a perdere ogni significato ed anche la sua validità giuridica”.

 

13 dicembre 2014
© Riproduzione riservata

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