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Medici: Brunetta affossa le relazioni sindacali


I camici bianchi ancora una volta in una nota congiunta dicono no alle misure del Governo che tendono ad impoverire dirigenti e Ssn. A scatenare l’alzata di scudi, l’approvazione in Cdm di uno schema di D.lgs che modifica e interpreta il decreto Brunetta. Una norma che mette a repentaglio le relazioni sindacali.

24 GEN - Sindacati nuovamente all’attacco. Obiettivo: Brunetta e i suoi provvedimenti che “portano indietro le relazioni sindacali di un secolo”. Motivo del contendere è lo schema di decreto legislativo approvato venerdì scorso in Consiglio dei Ministri - e che ora verrà trasmesso alla Conferenza unificata ed alle Commissioni parlamentari -, il quale corregge un articolo del D.lgs 150/2009 dando un’interpretazione autentica su come applicare le regole relative alla partecipazione sindacale e alle competenze della contrattazione collettiva integrativa. La norma (l’art. 65) aveva infatti ingenerato confusione nelle amministrazioni pubbliche a causa delle divergenze interpretative.

Un ennesimo atto che, secondo i sindacati, conferma “la volontà di realizzare un progressivo impoverimento delle categorie della dirigenza del Ssn ed attivare un combinato disposto di minore-retribuzione/maggiore-disagio, che non potrà non avere conseguenze sulla quantità e qualità delle prestazioni assistenziali erogate agli utenti e sulla tenuta stessa del sistema”.

Soprattutto le sigle (Anaao Assomed; Fp Cgil medici; Fassid; Cimo-Asmd; Aaroi-Emac; Cisl medici; Anpo-Ascoti-Fials medici; Fvm; Fesmed; Federazione Uil Fpl; Sds Snabi; Aupi; Sinafo; Fedir sanità; Sidirss) hanno alzato gli scudi in difesa del contratto nazionale. “L’attacco frontale ai due fondamentali strumenti che dall’Ottocento regolano i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori, Ccnl e sindacato – hanno denunciato - viene portato avanti da più parti, centrali e periferiche, con l’obiettivo di introdurre libertà gestionali, fino all’arbitrio, e mettere sotto torchio categorie professionali cui è affidata la tutela di un diritto fondamentale, alle quali si prospetta solo l’appiattimento economico”.

In sostanza, per i sindacati, lo schema di D.lgs presentato dal ministro Brunetta e approvato dal Consiglio dei ministri “tende a riportare indietro di un secolo le relazioni sindacali per eliminare l’idea stessa di una forma associativa a salvaguardia delle condizioni di lavoro, spogliando di ruolo e di strumenti il sindacato attraverso la modifica non negoziale dei contratti di lavoro in spregio delle leggi dello Stato”.

Insomma, per i camici bianchi la tenuta del Ssn è ad altissimo rischio. “Sappiano però gli apprendisti stregoni – hanno concluso – che stanno recitando il requiem per il sistema sanitario pubblico e nazionale. Ma è forse proprio questo l’obiettivo malcelato dietro alla volontà di trasformare gli ospedali e i servizi territoriali in caserme e di sindacati in silenti spettatori”.

24 gennaio 2011
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