Un ennesimo atto che, secondo i sindacati, conferma “la volontà di realizzare un progressivo impoverimento delle categorie della dirigenza del Ssn ed attivare un combinato disposto di minore-retribuzione/maggiore-disagio, che non potrà non avere conseguenze sulla quantità e qualità delle prestazioni assistenziali erogate agli utenti e sulla tenuta stessa del sistema”.
Soprattutto le sigle (Anaao Assomed; Fp Cgil medici; Fassid; Cimo-Asmd; Aaroi-Emac; Cisl medici; Anpo-Ascoti-Fials medici; Fvm; Fesmed; Federazione Uil Fpl; Sds Snabi; Aupi; Sinafo; Fedir sanità; Sidirss) hanno alzato gli scudi in difesa del contratto nazionale. “L’attacco frontale ai due fondamentali strumenti che dall’Ottocento regolano i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori, Ccnl e sindacato – hanno denunciato - viene portato avanti da più parti, centrali e periferiche, con l’obiettivo di introdurre libertà gestionali, fino all’arbitrio, e mettere sotto torchio categorie professionali cui è affidata la tutela di un diritto fondamentale, alle quali si prospetta solo l’appiattimento economico”.
In sostanza, per i sindacati, lo schema di D.lgs presentato dal ministro Brunetta e approvato dal Consiglio dei ministri “tende a riportare indietro di un secolo le relazioni sindacali per eliminare l’idea stessa di una forma associativa a salvaguardia delle condizioni di lavoro, spogliando di ruolo e di strumenti il sindacato attraverso la modifica non negoziale dei contratti di lavoro in spregio delle leggi dello Stato”.
Insomma, per i camici bianchi la tenuta del Ssn è ad altissimo rischio. “Sappiano però gli apprendisti stregoni – hanno concluso – che stanno recitando il requiem per il sistema sanitario pubblico e nazionale. Ma è forse proprio questo l’obiettivo malcelato dietro alla volontà di trasformare gli ospedali e i servizi territoriali in caserme e di sindacati in silenti spettatori”.
24 gennaio 2011
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