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Mandelli (Fofi): la farmacia dei servizi non è in concorrenza con i laboratori di analisi


Il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani, Andrea Mandelli, replica all’intervento del rappresentante dell’Anisap Lombardia, pubblicato sul Sole 24 Ore Lombardia, che esprimeva perplessità sugli spazi e le competenze che i provvedimenti ministeriali assegnano alla farmacia dei servizi, soprattutto per quanto attiene all’esecuzione delle analisi di prima istanza.

26 GEN - Ecco il testo del contributo con cui il presidente della Fofi replica all'Anisap Lombardia:
"Le osservazioni sull’attività diagnostica di prima istanza nelle farmacie, affidate da Giuseppe Fraizzoli, rappresentante del direttivo dell’Anisap Lombardia alle pagine del Sole 24 Ore Lombardia, investono direttamente i rapporti tra le professioni. Mi sembra doveroso, quindi, intervenire. Nella sua esposizione – mi permetto di riassumere – Fraizzoli sostiene che si correrebbe il rischio di sottrarre ai laboratori – e in generale al medico – una serie di atti che gli erano propri ed esclusivi. Ma non è così: le analisi di cui il decreto applicativo del Dl 153/2009 permette l’esecuzione in farmacia, sono in realtà determinazioni di prima istanza che, a oggi, chiunque può effettuare da sé, senza prescrizione e senza alcun feedback. Vorrei ricordare che si esclude esplicitamente la possibilità di effettuare qualsiasi prelievo di sangue venoso, con il che buona parte dell’argomentazione addotta viene a cadere.
Quindi, non si sottrae alcuna prestazione alla competenza e alla sorveglianza del medico, anche quello che opera nel laboratorio. Semmai si riportano in un ambito controllato alcuni test diagnostici che, per quanto semplici, possono essere soggetti a errate interpretazioni da parte del cittadino, con tutti i rischi del caso.
La prima e più pericolosa delle cattive interpretazioni è confondere il test di prima istanza con l’indagine di laboratorio: non a caso lo stesso decreto pone la spiegazione al paziente di questa differenza tra gli obblighi del farmacista. Opporsi alle indagini di prima istanza in farmacia è un po’ come opporsi alla presenza dell’infermiere in farmacia per praticare iniezioni intramuscolari: si preferisce che vengano fatte a casa, dalla vicina o dalla custode che “sa fare le punture”?
È chiaro che l’esecuzione di queste prestazioni dovrà seguire linee guida precise, tali da rendere il risultato utile per il medico di medicina generale – in quanto validato e ripetibile – e anche per lo stesso laboratorio di analisi, quando si troverà di fronte il paziente che il medico gli avrà rinviato per il necessario approfondimento diagnostico.
La Federazione ha ben presente questo aspetto, tanto che da tempo ha avviato una collaborazione con la Direzione Qualità delle cure del Ministero della Salute, che ha portato già alla realizzazione di importanti progetti, e che oggi vede al centro proprio queste tematiche.
In questo senso, dunque non posso che fare mie le osservazioni venute a suo tempo da Ovidio Brignoli della SIMG, e riportate in un articolo nel quale si dibatteva proprio di questi temi: “Una farmacia capace di offrire i servizi previsti dal decreto, può diventare un supporto all'attività del medico. In questi casi mettere vicini ambulatorio e farmacia, significa offrire al cittadino luoghi etici, organizzati per l'erogazione di cure sul territorio”. 
Ritengo doveroso accennare qui alla  questione del rapporto con il Servizio sanitario regionale, che come messo in luce in altre occasioni, si risolve nella contrapposizione del convenzionamento con le Regioni, per queste nuove prestazioni della farmacia, rispetto all’accreditamento per singola struttura richiesto ai laboratori e ad altre strutture. Una tematica complessa che non è il caso di dibattere in queste poche righe: mi limito soltanto a far notare che si individua in questa differenza un ostacolo alla  concorrenza sul piano di parità tra farmacia e laboratorio. È del tutto evidente però – e senza dubbio lo si evince da quanto ho sopra affermato – che la farmacia dei servizi non è, non può e non vuole essere in concorrenza con le strutture diagnostiche e tantomeno con i poliambulatori, che svolgono ben altre funzioni".
Andrea Mandelli

 


26 gennaio 2011
© Riproduzione riservata

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