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Biosimilari. Omceo Bari: “Nella prescrizione governo clinico resti di competenza del medico”


E' la posizione condivisa, nel corso di un convegno, dai medici baresi che sottolineano: " Il farmacista in nessuna maniera potrà intervenire sulle libere scelte terapeutiche del medico, che devono comunque sempre rispettare le indicazioni dell’Aifa".

22 APR - Nella prescrizioni dei biosimilari il governo clinico resta di competenza del medico, così come auspicato dalla Fnomceo, ed il farmacista non interverrà nelle decisioni terapeutiche assunte dal sanitario. Queste le conclusioni emerse da un incontro dedicato ad appropriatezza di cura e biosimilari che si è tenuto presso l’OMCeO di Bari tra il Presidente Filippo Anelli e tutti i membri del Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bari: Emanuele Vinci – Presidente Ordine dei Medici di Brindisi, Salvatore Onorati – Presidente Ordine dei Medici di Foggia, Donato Monopoli –Vicepresidente Ordine dei Medici di Brindisi e Vincenzo Pomo – Direttore Area Politiche per la promozione della salute della Regione Puglia.

È stata, dunque, condivisa la posizione degli Ordini dei Medici Pugliesi e della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici circa il governo clinico, che spetta al medico. Il farmacista, hanno sottolineato i relatori, in nessuna maniera potrà intervenire sulle libere scelte terapeutiche del medico, che devono comunque sempre rispettare le indicazioni dell’Aifa. Nel proprio operare il medico deve sempre tenere in primaria considerazione il benessere e la salute del cittadino, pur avendo il dovere di farsi carico della sostenibilità del sistema sanitario. Per questo, i medici devono rispettare le indicazioni dell'Aifa, che a parità di efficacia e tollerabilità prevedono l'utilizzo dei farmaci biosimilari rispetto a quelli più costosi. Tuttavia, è stato ribadito, è fatta salva la libertà del medico di scegliere il farmaco nel caso in cui si rilevi una diversa efficacia del biosimilare o le condizioni cliniche o le reazioni avverse ne sconsiglino l'utilizzo.

È stata inoltre condivisa l'esigenza di una maggior collaborazione tra istituzioni e rappresentanti dei medici, per costruire un percorso condiviso che contemperi appropriatezza di cura e sostenibilità economica, nel rispetto della dignità professionale.
I rappresentanti della professione hanno contestato “il tono intimidatorio della circolare della Regione sui biosimilari, che limita l’autonomia del medico e interviene sulla libertà della prescrizione; considerata impropria da parte dei medici anche la responsabilità attribuita dalla circolare al farmacista, che dovrebbe valutare congruità e appropriatezza di scelte terapeutiche spettanti esclusivamente al medico”.

L’incontro è stato sollecitato dagli OMCeO pugliesi a seguito della circolare del 19 marzo scorso della Regione Puglia dedicata alla regolamentazione delle prescrizioni dei farmaci biosimilari, medicinali biologici autorizzati dall’Agenzia Europea dei Medicinali simili per qualità, efficacia e sicurezza al prodotto “a marchio” corrispondente. Come i farmaci generici, i biosimilari – che vengono prescritti esclusivamente in ambito ospedaliero - sostituiscono quindi un farmaco equivalente più costoso. La disponibilità dei prodotti biosimilari, più economici rispetto ai medicinali “griffati”, rappresenta un fattore importante per la sostenibilità economica dei servizi sanitari. La circolare regionale precisava l’obbligo da parte del medico prescrittore di motivare per iscritto la scelta terapeutica nel momento in cui non veniva scelto un farmaco biosimilare per un paziente naive (ovvero un paziente che non ha già in corso una terapia) e l’obbligo da parte del farmacista di verificare la validità della motivazione per la scelta del farmaco a più alto costo e di informare “la propria Direzione Generale che provvederà ad addebitare al medico prescrittore la differenza di costo tra il farmaco biologico prescritto e il farmaco equivalente a più basso costo”.

Una modalità inaccettabile per i medici che hanno contestato il tono ed i contenuti intimidatori della circolare, che “limita l’autonomia del medico e interviene sulla libertà della prescrizione. Prescrizione che dovrebbe invece essere sottoposta esclusivamente a “scienza e coscienza”. Inoltre, hanno ribadito come impropria la responsabilità attribuita dalla Regione al farmacista, che dovrebbe valutare congruità e appropriatezza di scelte terapeutiche spettanti esclusivamente al medico”.

A questo proposito, in apertura dell’incontro, il Presidente Anelli ha ricordato la forte preoccupazione espressa dal Comitato Centrale Fnomceo il 17 Aprile scorso sui contenuti dell’intesa Stato ¬- Regioni e Provincie autonome a proposito di razionalizzazione ed efficientamento della spesa del Ssn, nella previsione di attribuire al medico il costo di una eventuale prestazione impropria. “L’obiettivo di ogni intervento deve sempre garantire qualità e sicurezza delle cure e salute del cittadino – precisa una nota Fnomceo - Tutto questo non si può certo realizzare attraverso una logica intimidatoria dei professionisti, e in un’ottica esclusivamente di risparmio economico.”

Nel condannare l’atteggiamento intimidatorio da parte della Regione, i medici sottolineano come la sostenibilità non sia legata solo alla disponibilità di risorse, ma anche alla capacità delle istituzioni di coinvolgere e responsabilizzare i medici rispetto alle scelte sanitarie.
Durante l’incontro Vincenzo Pomo si è impegnato a modificare la circolare affidando al giudizio di una commissione composta da medici l’eventuale giudizio di prescrizioni su cui pende un dubbio di appropriatezza.

Nel denunciare un clima generale nel paese che vede i medici sotto accusa, gli Ordini tornano a sollecitare la costruzione di un percorso condiviso tra istituzioni e medici, che punti a raggiungere l’appropriatezza della cura attraverso la collaborazione e il rispetto della dignità professionale e non proceda per atti formali che sembrano esprimere volontà di controllo.

In chiusura dell’incontro Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine di Bari, si è impegnato affinché “Gli Ordini si diano come obiettivo il rispetto delle regole e della legalità. Per essere bravi medici bisogna essere prima di tutto essere bravi cittadini. Il rispetto delle regole diventa infatti il metro per misurare il nostro grado di civiltà. E nella nostra società il medico non è più il sapiente della fine dell’Ottocento che paternalisticamente poteva ‘fare tutto’. Il medico di oggi deve essere un cittadino e un professionista informato e responsabile”.
 

22 aprile 2015
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