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Medicina convenzionata. Preiti (Fp Cgil Medici): “Siamo ad un binario morto. Regioni facciano chiarezza”


“Ieri nell'incontro con la Sisac, è risultato chiaro a tutti: il nuovo atto di indirizzo è peggio del primo”. E poi critica le Regioni: “Risulta evidente che vedono la sanità come capitolo della loro gestione del potere piuttosto che come la concretizzazione dell'Art. 32 della Costituzione”.

24 APR - "Ieri nell'incontro con la Sisac, è risultato chiaro a tutti: il nuovo atto di indirizzo è peggio del primo ed è indirizzato su un binario morto.  La politica delle Regioni nelle cure primarie, e nella sanità in generale, si dimostra inadeguata e arida di idee e impegni. Risulta evidente che vedono la sanità come capitolo della loro gestione del potere piuttosto che come la concretizzazione dell'Art. 32 della Costituzione".E' quanto afferma in una nota Nicola Preiti, Responsabile Fp-Cgil Medici medicina convenzionata.
"Respinta - precisa - dalla Fp-Cgil Medici e dagli altri sindacati la proposta Sisac di un nuovo incontro per il 6 e 7 maggio solo informativo, nelle more dell'approvazione formale dell'atto di indirizzo prevista per il 13 maggio: per trattare ci vuole un mandato chiaro e un articolato definito. Alla luce di quanto emerso anche nell'incontro, sarebbe  stata l'ennesima puntata della telenovela del rinnovo che va avanti da oltre due anni".

"E infatti l'incontro -  sottolinea - da questo punto di vista, non è stato inutile. Almeno ora si sa che l'Atto di indirizzo non corrisponde neanche ai minimi  impegni assunti con l'accordo politico del 4 marzo siglato dai sindacati con il Sottosegretario Di Filippo e l'assessore Montaldo, per il Comitato di settore, e introduce elementi ambigui e talvolta oscuri. Avevamo puntualmente denunciato le strutturali criticità di quell'accordo, ma l'Atto di indirizzo va oltre, in negativo, togliendo ogni base allo sviluppo della trattativa".

"Anche la Sisac - conclude - ha esplicitato la necessità di ottenere dal comitato di settore dei chiarimenti per  una 'corretta'  interpretazione di quanto scritto. Se le Regioni non hanno tradotto bene le loro intenzioni e gli impegni assunti nell'atto di indirizzo, è necessario che lo facciano apertamente e con tutti i soggetti,  mettendo la Sisac e i sindacati nelle condizioni di trattare su obiettivi chiari e condivisi. Se esistono".

24 aprile 2015
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