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Farmacisti e pensioni. Dal Conasfa un appello al Parlamento: “Via l'obbligo dei contributi Enpaf per disoccupati e non titolari”


Per i farmacisti non titolari, i farmacisti disoccupati dovrebbero essere esonerati anche dalla quota annuale di iscrizione alla Fofi. Da modificare anche il meccanismo di elezione delle cariche apicali di Enpaf e Fofi.

09 GIU - “Da sempre Conasfa e le Associazioni aderenti chiedono di dare la possibilità, ai Farmacisti dipendenti, di scegliere se aderire o no all'Ente Enpaf, ritenendo vincolante solo il primo pilastro previdenziale Inps”. Per chiarirlo arriva oggi una nota del Conasfa che interviene così nel dibattito aperto in materia dalla risoluzione presentata in Commissione Lavoro alla Camera dal deputato del Movimento 5 Stelle, Matteo Dall’Osso.

Dibattito nel corso del quale “sono state esaminate molte tematiche che Conasfa sta portando avanti oramai dal 2009, momento della sua costituzione”, afferma il coordinamento delle associazioni dei farmacisti non titolari, secondo cui “qualsiasi altra modifica tesa a mantenere comunque un legame contributivo verso Enpaf è da noi ritenuto controproducente non solo in considerazione della crisi lavorativa che sta colpendo negli ultimi anni il nostro settore e la nostra professione ma anche perché, di fatto, si traduce in una sorta di coercizione nei confronti della categoria”.

Per il Consfa “esiste, quindi, solo una possibilità, ‘semplice’ a dirsi ma a quanto sembra difficile a realizzarsi, affinché la descritta situazione venga definitivamente e seriamente sanata: si modifichi l'Art. 21 del Dlgs del Capo provvisorio dello Stato, 13 settembre 1946 (un dispositivo di legge risalente allo scorso millennio!) e si introduca la ‘libera scelta’. Questo chiediamo all'On. Dall'Oosso ed a tutti i parlamentari. Un'uscita dall'Ente darebbe la possibilità di ripensare la propria previdenza, lasciando libertà di scelta in relazione alla pensione integrativa”.

Per il Conasfa “bisogna inoltre tener conto di alcune dinamiche contingenti che sinora non subivamo ma che, a seguito della crisi occupazionale, adesso coinvolgono appieno anche la nostra categoria: pare, in effetti, assurdo ed inspiegabile, che i colleghi disoccupati siano comunque tenuti, pur non espletando attività lavorativa, a versare il contributo Enpaf ancorché in misura sensibilmente ridotta rispetto al normale. La mancata corresponsione di tale contributo comporta, addirittura, la cancellazione dall'albo professionale”.

Secondo i farmacisti non titolari, “le stesse considerazioni valgono anche per quanto riguarda la corresponsione della quota annuale di iscrizione all'Ordine da parte di coloro che si trovano in disoccupazione. Sarebbe, infatti, opportuno l'esonero anche da tale quota sino al momento del reimpiego in attività lavorativa. Chiaramente tale procedura dovrebbe essere avvallata dalla Fofi, in modo che l'esonero sia riconosciuto lungo tutta la catena ordinistica. Così facendo gli ordini sia grandi sia piccoli, avranno solo per la parte che gli compete, ripercussioni sui propri bilanci per il mancato introito di queste quote di iscrizione”.

Il Conasfa chiede inoltre modifiche al meccanismo di elezione delle cariche apicali di rappresentanza della categoria (presso Enpaf e Fofi), dove attualmente “non viene compiuto alcun turn-over penalizzando così anche il ‘ringiovanimento’ e dove, di fatto, tali cariche sono decise quasi esclusivamente dai titolari poiché sono loro che, nella misura del 90%, ricoprono le cariche di presidenza degli ordini essendo tale possibilità pressoché preclusa ai Farmacisti non titolari i quali, chiaramente, non hanno la necessaria ‘libertà di movimento’ ed autonomia per espletare al meglio tale carica. Non è ammissibile per esempio – sostiene il Conasfa -, che del comitato centrale Fofi ora in carica faccia parte un solo Farmacista non titolare, sopratutto se si considera che i ‘non titolari’ costituiscono la maggioranza assoluta della categoria. Siamo certi che tale distorsione non si verifichi in nessun'altra categoria professionale”.

Per il Conasfa, dunque, “sarebbe opportuno, anche per spronare i colleghi ad una maggiore partecipazione alle dinamiche professionali, prevedere che all'elezione dei rappresentanti presso Enpaf e Fofi partecipino tutti gli iscritti all'ordine analogamente, peraltro, a quanto è stato di recente determinato anche nell'ambito della categoria dei medici. Tale nuova procedura potrebbe essere attuata agevolmente avvalendosi dell'ausilio di supporti informatici (voto elettronico) e sfruttare, nel rispetto di un adeguato svolgimento del direttivo, anche l'utilizzo di videoconferenze”.

“Siamo convinti – conclude la nota del coordinamento - che sia preferibile che si provveda a una riforma governata dalla categoria piuttosto che attendere provvedimenti dall'esterno”.
 

09 giugno 2015
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