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Odontoiatria. Albo e Università contro i tagli della Stato Regioni ai corsi di laurea per il 2015-2016


Forte presa di posizione del presidente Cao Giuseppe Renzo e di Marco Ferrari Presidente della Conferenza dei Presidenti dei Corsi di Laurea magistrale in Odontoiatria. Con i previsti tagli orizzontali “vengono penalizzati i corsi di laurea virtuosi assimilandoli ai corsi di laurea meno qualificati che non formano adeguatamente i propri studenti”

26 GIU - “La programmazione, con sensibile diminuzione generale, per rispettare i fabbisogni stabiliti in Conferenza Stato-Regioni, derivanti dalle esigenze del SSN e dei SSR, risulta, a nostro parere, non condivisibile”. Così si esprimono in piena sintonia il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri della FNOMCeO, Giuseppe Renzo e il Presidente della Conferenza dei Presidenti dei Corsi di Laurea magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Marco Ferrari.

“I tagli orizzontali - continuano i due esponenti della professione odontoiatrica - penalizzano i corsi di laurea virtuosi assimilandoli ai corsi di laurea meno qualificati che non formano adeguatamente i propri studenti. Il Ministero dell’Università non ha attivato l’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) a svolgere le site visits necessarie per il controllo della qualità della formazione, con la verifica di adeguate strutture, numero delle docenze ed attività di tirocinio pratico-clinico degli studenti, nonostante le reiterate richieste formalizzate anche nel verbale predisposto al termine dei lavori del Tavolo sulla programmazione svoltosi nella riunione del 2014”.

“Non riteniamo - continuano Renzo e Ferrari - che la semplice limitazione dei posti possa quindi essere condivisibile. È necessaria, infatti, una seria programmazione che possa resistere ai ricorsi degli studenti non ammessi che attualmente stanno scardinando l’attuale sistema già messo a dura prova dagli accordi internazionali fra Università italiane e straniere che sostanzialmente superano il concetto del numero programmato. Va inoltre riformato l’attuale esame di abilitazione, con un esame di laurea abilitante, che deve essere una seria verifica per l’accesso alla professione”.

“Tutto questo – proseguono - determina una programmazione che non contempla  la libera circolazione dei professionisti ed anche l’accesso alla nostra professione di laureati in paesi non comunitari. L’attuale programmazione, inoltre non tiene conto delle più naturali logiche della sostenibilità economica, con un numero importante di corsi di laurea, con un contingente di studenti molto limitato. Vengono così ad essere penalizzati i nostri studenti e  le sedi virtuose che erogano un alto livello formativo, garantito da docenti impegnati e competenti e che rispettano il quadro europeo e comunitario”.

26 giugno 2015
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