Esenzione ticket per reddito. Smi: no al medico controllore fiscale
Basta burocratismi e compiti impropri. Il Consiglio nazionale del Sindacato dei medici Italiani chiede l’intervento del ministro Fazio sul decreto ministeriale che impone ai medici la verifica del diritto dei pazienti all’esenzione per reddito, e minaccia azioni di protesta
21 FEB - È un no deciso quello arrivato dal Consiglio nazionale del Sindacato dei Medici Italiani (Smi), riunitosi a Tivoli dal 18 al 20 febbraio, al decreto ministeriale 11-2009, il quale prevede che il medico verifichi il diritto del paziente all’esenzione per reddito. Per questo lo Smi ha chiesto un immediato intervento del ministro della Salute, Fazio, a tutela della professionalita della categoria e minaccia azioni di protesta.
“È inaccettabile: tutti controllori fiscali, anche i medici. Rimaniamo sbalorditi per questa iniziativa del Governo, così sensibile negli anni scorsi su questi temi e ora disposto a costringere chi si occupa di salute dei cittadini ad adempiere un compito improprio, amministrativo e, diciamolo pure, da polizia tributaria" ha dichiarato Salvo Calì, segretario generale Smi. Oltretutto, ha aggiunto, i medici non si capiscono come possano verificare un’informazione di questo tipo. Un compito che spetterebbe a monte ad altri enti. Insomma, per Calì, questo si traduce in "altro tempo da sottrarre alla cura delle persone, come se non bastessero le altre decine di incombenze superflue, non ultima quella relativa all’invio online dei certificati di malattia". E su questo ultimo punto, lo Smi ribadisce che la strada da seguire per semplificare la vita del cittadino ( e dei medici) è quella dell’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia.
“Crediamo che i medici – ha concluso Calì – non debbano prestarsi a questo tipo di operazioni, e che oltretutto, questo meccanismo si rivelerà inutile oltre che controproducente perchè incrina il rapporto con il paziente. Chiediamo in tal senso un intervento del ministro Fazio a fianco della categoria, la modifica del decreto ministeriale, altrimenti non escludiamo iniziative di protesta clamorose”.
21 febbraio 2011
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