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Guardia medica: Smi, “Strutture in condizioni critiche, esonerare medici da certificati online"


Appena il 40% delle sedi è informatizzato, solo il 30% ha l’Adsl. Il 60% dei medici è dotato del Pin necessario per inviare i certificati online di malattia, ma solo perché oltre ad essere una guardia medica è anche medico di famiglia. Sono i dati emersi dal sondaggio condotto dallo Smi tra le sedi di Continuità assistenziale dove, denuncia lo Smi, rimangono critiche anche le condizioni di sicurezza e qualità delle strutture.

04 MAR - "Chiederemo agli assessori regionali di tutta Italia che il servizio di Continuità Assistenziale venga esonerato dall’invio online dei certificati di malattia”. A dirlo è il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), sulla base dei risultati del sondaggio a campione che il sindacato ha svolto nelle scorse settimane su tutte le sedi di Continuità Assistenziale del territorio nazionale. “La situazione è disastrosa dal punto di vista tecnologico”, afferma lo Smi. Appena il 40% delle sedi è informatizzato, solo il 30% ha l’ADSL. Il 60% dei medici è dotato del Pin necessario per inviare i certificati online di malattia, ma solo perché oltre ad essere una guardia medica è anche medico di famiglia. Altrimenti il dato sarebbe nettamente inferiore. Il 10% dei camici bianchi è dotato di Smart Card ma di questi l’80% non è riuscito ad accreditarsi. Il 50% dei medici sostituti è sprovvisto di Pin e Smart Card. Si conferma infine un altro dato: rimangono irrisolti i nodi relativi alla sicurezza e alla qualità delle strutture.
 
“Alla luce di questi dati – spiega Pina Onotri, responsabile nazionale del settore Continuità assistenziale dello Smi – pur accogliendo con sollievo i contenuti dell’ultima circolare del ministro Brunetta che rettifica e raccoglie le osservazioni dei medici, non possiamo che ribadire l’assurdità dell’obbligatorietà di un nuovo sistema di invio online dei certificati di malattia che non tiene conto della realtà dei nostri servizi sanitari sul territorio. Solo 4 ambulatori su dieci sono informatizzati, solo il 30% ha l’adls, il 50% dei medici sostituti è sprovvisto di pin e smart card. Per tutte queste ragioni molti dei punti proposti dallo Smi (esenzioni dalle certificazioni dei medici di guardia, del 118, e delle attività domiciliari) rimangono ancora attuali”.

“Rimaniamo oltremodo indignati – conclude Onotri – dal fatto che la maggiore preoccupazione della Politica (governo, regioni) sia quella di sanzionare chi non provvede all’invio on line dei certificati, mentre si è del tutto indifferenti al fatto che i medici di guardia lavorino spesso in condizioni strutturali, logistiche e di sicurezza scandalose, sottoposti a violenze  e aggressioni, a volte, purtroppo, anche mortali. In un Paese civile, insieme alla cosiddetta ‘rivoluzione’ dei certificati online, ci si sarebbe dovuti preoccupare anche di modernizzare gli ambulatori e di tutelare i professionisti che vi operano. La nostra richiesta, come medici e sindacalisti, è che i nostri colleghi possano lavorare in condizioni dignitose in postazioni di c.a. dotate dei standard adeguati di sicurezza. È una proposta di buonsenso, eppure rimane inascoltata”.


 

04 marzo 2011
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