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"Le donne medico in prima linea per l'integrazione ospedale territorio". Il 22 ottobre il V convegno del Sumai a Napoli 

di Ettore Mautone

Dal Cup unico per la specialistica territoriale alla valutazione dei precorsi diagnostici e terapeutici all’adeguamento tecnologico per centrare l’obiettivo appropriatezza. Si terrà nella capoluogo campano il V Convegno 'Donne, Salute e Società' organizzato dalle donne del Sindacato degli specialisti ambulatoriali in collaborazione con la Sifop

20 OTT - “Donne Salute e Società”: protagoniste le donne medico per migliorare il dialogo e l'integrazione fra territorio e ospedale, grande incompiuta del Servizio sanitario regionale della Campania.  Il tema è al centro della tavola rotonda in programma giovedì 22 ottobre presso l’Auditorium dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Napoli nell’ambito della V edizione del Convegno promosso dalle donne del Sumai, il sindacato degli specialisti ambulatoriali interni. L’evento ha la responsabilità scientifica di Clara Imperatore e si svolge in collaborazione con la SiFoP oltre ad essere patrocinato dall'OMCeOdi Napoli.

L’assise che si aprirà con i saluti di Silvestro Scotti, presidente dell'Omceo di Napoli, di Gabriele Peperoni, segretario provinciale Sumai Napoli e di Luigi Sodano, direttore nazionale della scuola quadri del Sumai, punta i riflettori sulla “prevedibilità dell’imprevisto” nella pratica medica, problema di grande rilievo in un clima sanitario fortemente influenzato dalle disposizioni in materia di responsabilità professionale e dall’escalation nel 2015 di casi di violenza in corsia sui camici bianchi e da dispositivi legislativi, non ultimo quello sulla appropriatezza prescrittiva, che appaiono voler ridurre le scelte diagnostico terapeutiche del medico a percorsi meramente tecnicistici.
 
Cup unico contro l’inappropriatezza
“Anche sulla questione dell’appropriatezza e delle liste di attesa – spiega Peperoni – il precoce esaurimento delle risorse in Campania, per l’esaurimento dei tetti di spesa, potrebbe essere utilmente affrontato con l’adozione del sistema Cup in cui cooptare anche le strutture private accreditate. Gli ambulatori specialistici pubblici – aggiunge Peperoni - non hanno attrezzature tecnologiche adeguate tranne per attività cliniche di lieve entità. E dunque l’utenza si riversa nel privato accreditato che offre servizi evoluti, dal prelievo a domicilio alla risposta e refertazione via mail, alla rapidità e comodità di accesso alle prestazioni ambulatoriali laddove un laboratorio pubblico, invece, fornisce risposte dopo 15 giorni”.

Vincente dunque, nel rapporto pubblico –privato sul fronte delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, è la cura della relazione e l’accoglienza, la qualità del servizio. Da qui l’aumento delle prestazioni e il precoce esaurimento dei tetti di spesa, secondo il Sumai. Il vero problema? “E’ che il tetto di spesa dovrebbe essere mensile e tutte le ricette dovrebbero passare dal Cup, sia per prestazioni pubbliche sia per quelle private. Si avrebbe così un monitoraggio stringente su quello che sta accadendo, sulle ripetizioni di esami inappropriati e sull’uso improprio delle strutture del Servizio sanitario pubblico di cui l’accreditato fa sicuramente parte. Con il vantaggio di un monitoraggio in tempo reale. Andrebbe escluso, infine, – suggerisce sempre Peperoni - il canale farmacia per le prenotazioni che ai pazienti costa 1,5 euro a ricetta”.

Un canale da sostituire – ribadisce Peperoni – con un Cup anche nei centri accreditati, così che la Asl avrebbe un livello di monitoraggio sul paziente”.

E mentre anche la Ebm (Medicina basata sull’evidenza) ha mostrato i suoi umani limiti, di fronte all’imprevisto che può accadere in medicina come in ogni altro ambito delle umane attività, “il rischio che si possa essere indotti in errore aumenta – continua Peperoni – così come testimoniato da alcuni studi condotti anche da Asl italiane. L’incidenza degli eventi avversi non è generalmente inferiore al 5 per cento e la metà degli incidenti, è prevedibile e quindi prevenibile”. E allora quali strumenti abbiamo, o dovremmo poter avere, per prevedere l’imprevisto?

“Tutto concorre – conclude il presidente regionale del Sumai - alla buona pratica medica: efficienza dell’amministrazione, accoglienza e ascolto del paziente, corretta diagnosi alla quale occorre giungere con una tempistica adeguata e adeguati strumenti e mezzi a disposizione per individuare la corretta terapia del caso, con la possibilità di una altrettanto corretta gestione del follow-up”.

Durante i lavori del congresso si discuteranno interattivamente casi clinici emblematici, nelle diverse branche della medicina specialistica territoriale, nei quali sarà possibile valutare quanti eventi avversi e imprevisti potrebbero essere intercettati e fronteggiati.

“L'integrazione ospedale e territorio resta, sia a livello nazionale che locale, l'obiettivo da raggiungere nel più breve tempo possibile – spiega in una nota il sindacato -  perché se è vero che nella società del terzo millennio, anche le scelte sanitarie devono essere budget compatibili, questo non può e non deve tradursi in una offerta di prestazioni mediche carenti o intempestive con particolare attenzione al paziente fragile”.

“Le donne – conclude Scotti - sono e saranno sempre più una buona fetta del mondo medico e la loro innata capacità manageriale, che consente loro di essere contemporaneamente donna, moglie, madre, figlia e professionista, può  forse dare una ulteriore chiave di lettura e di risoluzione dei nodi da sciogliere e da affrontare per la corretta gestione del bene supremo che è la salute dei cittadini”.
 
 
 
Ettore Mautone

20 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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